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Pubertà precoce: in Italia raddoppiati i casi nelle bambine durante la pandemia
02 Feb 2022 Scritto da Ospedale pediatrico Bambino Gesù
Lo stress causato dall’isolamento e la sedentarietà tra le cause più probabili del fenomeno. Lo studio promosso dal Bambino Gesù insieme ad altri 4 Centri di Endocrinologia pediatrica
I casi di pubertà precoce o anticipata osservati nel semestre marzo-settembre 2020 in Italia sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2019: lo dimostra uno studio osservazionale coordinato dall’Ospedale Bambino Gesù che ha coinvolto i centri di Endocrinologia pediatrica dell’Ospedale Gaslini di Genova, del Policlinico Federico II di Napoli, dell’Ospedale Pediatrico Microcitemico di Cagliari e della Clinica Pediatrica Ospedale di Perugia. In totale sono stati rilevati 338 casi contro i 152 dell’anno precedente, con un aumento pari al 122%. Il fenomeno ha interessato soprattutto bambine di età intorno ai 7 anni. Lostudio, pubblicato da Endocrine Connections, conferma i numeri della precedente ricerca del Reparto di Endocrinologia del Bambino Gesù, guidato dal prof. Marco Cappa nell’ambito dell’Unità di Ricerca di Terapie Innovative per le Endocrinopatie (Italian Journal of Pediatrics 2021) e prova a gettare luce sulle cause. Attraverso interviste telefoniche alle famiglie dei pazienti sono stati raccolti i dati necessari per valutare anche i possibili fattori predisponenti.
Farmaci nel disturbo bipolare: concentrazioni plasmatiche mai tossiche ma sub-terapeutiche in un terzo dei pazienti
28 Gen 2022 Scritto da Università di Pisa
La ricerca delle Università di Pisa e L’Aquila e dell’Aoup sulla rivista Pharmaceuticals.
L’analisi di 20mila campioni di plasma provenienti dall’Aoup ha mostrato che un terzo dei pazienti affetti da disturbo bipolare e trattati con litio e acido valproico hanno una concentrazione plasmatica di questi farmaci più bassa rispetto a quella consigliata. La notizia pubblicata sulla rivista Pharmaceuticals arriva da uno studio di cinque anni delle Università di Pisa, dell’Aquila e dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana (Aoup).
“Dalla nostra analisi emerge come livelli tossici di litio e acido valproico siano stati trovati molto raramente - spiega il professore Marco Scarselli (foto) del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Ateneo pisano - mentre una percentuale rilevante di pazienti, circa un terzo, aveva valori di concentrazione sub-terapeutici, cioè più bassi rispetto a quelli consigliati”.
Biomarcatori definiscono la fitness immunologica necessaria per la risposta clinica all’immunoterapia dei pazienti oncologici
27 Gen 2022 Scritto da Università di Roma La Sapienza
L’analisi di una specifica sottopopolazione di cellule del sistema immunitario consente di individuare meglio i pazienti che beneficeranno maggiormente dei trattamenti immunologici e di predire l’esito clinico della terapia. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Cancer Research.
Negli ultimi anni l’utilizzo di terapie basate sull’inibizione di molecole regolatrici di processi chiave del sistema immunitario (Immune Checkpoint) ha completamente cambiato il percorso terapeutico e la prognosi di pazienti affetti da cancro. In particolare, sono stati sviluppati anticorpi monoclonali capaci di legarsi in maniera specifica ad alcune cellule del sistema immunitario (in particolar modo ai linfociti T) e di bloccare l’interazione con le proteine presenti sulla superficie del tumore, permettendo una riattivazione e una amplificazione della risposta anti-tumorale.
L’introduzione di queste terapie (come l’immunoterapico anti-PD1), ha messo in evidenza quanto sia importante capire il livello del benessere del sistema immunitario dei pazienti che si sottopongono a tali trattamenti per predirne l’esito clinico.
Pandemia a New York: come cambiano le abitudini
26 Gen 2022 Scritto da Fondazione Bruno Kessler, Cnr-Isti, Cuebiq Inc di New York
Uno studio condotto da ricercatori della Fondazione Bruno Kessler e di Cnr-Isti, pubblicato su Scientific Reports, ha analizzato i cambiamenti nei comportamenti quotidiani e la capacità di adattamento alle misure di precauzione in seguito all’insorgenza della Covid-19. È stata riscontrata una diminuzione degli ingressi nei negozi e della permanenza nei luoghi visitati
Quale impatto ha avuto sul comportamento umano il primo anno di pandemia? Come sono cambiate le nostre routine, la nostra capacità di rispettare le restrizioni e di rinunciare, almeno in parte, alle attività sociali? Intorno a queste domande, si è focalizzato lo studio realizzat o dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento in collaborazione con l’Istituto di scienze e tecnologie dell’informazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isti) e con l’azienda Cuebiq Inc di New York.
Già nel 2019 un italiano su tre dormiva poco, in particolare gli over 65, ed erano circa 9 milioni gli italiani che non dormivano a sufficienza, faticavano ad addormentarsi o si svegliavano non riposati. La pandemia ha notevolmente peggiorato le cose: lo studio “Lost in Italy” (Lockdown and Life Styles IN ITALY) rileva che, rispetto al 2019, vi è stata una sostanziale crescita dei disturbi legati al sonno (più 22%) e i soggetti con un sonno di qualità insoddisfacente sono più che raddoppiati. Si parla di oltre 18 milioni di individui.
Dormire poco, tuttavia, non porta solo stanchezza. Molti studi correlano i disturbi del sonno con sovrappeso, obesità e diabete. Uno studio inglese evidenzia che i frequenti disturbi del sonno sono associati a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause e conclude che tali disturbi sono una malattia che deve essere trattata dal medico.
Data l’importanza del sonno, gli esperti dell’Osservatorio Grana Padano (OGP) hanno voluto studiare quanto lo stile di vita incida sul sonno, valutando le abitudini di più di 7000 italiani per verificare il pasto serale, l’utilizzo di sostanze eccitanti e tutte quelle abitudini che possono compromettere la qualità del sonno, predisponendo a condizioni metaboliche sfavorevoli.
Alla base del Covid-19 grave un difetto delle cellule staminali
24 Gen 2022 Scritto da Università di Padova
Pubblicato su «Diabetes» lo studio effettuato dal Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova e coordinato dal prof. Gian Paolo Fadini che dimostra un difetto di cellule staminali circolanti nei pazienti ricoverati per COVID-19 che hanno sviluppato un decorso sfavorevole della malattia. L’iperglicemia durante COVID-19 rappresenta una delle cause di riduzione delle cellule staminali circolanti.
Fin dall’inizio della pandemia, è emersa una stretta relazione tra diabete mellito e forme severe di COVID-19. Nel 2020 uno studio coordinato dal prof. Gian Paolo Fadini del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova aveva dimostrato che i pazienti affetti da diabete presentavano una probabilità raddoppiata di trasferimento in terapia intensiva o decesso. Come in altre ricerche simili in tutto il mondo, era stato osservato un rischio elevato di andamento sfavorevole anche per i pazienti ricoverati per COVID-19 con elevati valori di glicemia in assenza di diabete. A far luce su questo tema, un nuovo studio, pubblicato su «Diabetes», la prestigiosa rivista ufficiale della Società Americana di Diabetologia e condotto dai docenti del Dipartimento di Medicina dell’Università, coordinati da Gian Paolo Fadini, Professore Associato di Endocrinologia e Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare.
Pancreas artificiale per diabete di tipo 2: l’approccio simbolico
24 Gen 2022 Scritto da Istituto di analisi dei sistemi ed informatica “A. Ruberti” del CNRUno studio condotto dall’Istituto di analisi dei sistemi ed informatica “Antonio Ruberti” del Cnr, in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila e con l’Università di Milano-Bicocca, ha proposto una tecnica, basata sull’utilizzo dei cosiddetti modelli simbolici, per la progettazione di un pancreas artificiale per pazienti diabetici di tipo 2. Il lavoro è stato pubblicato sulle IEEE Transactions on Control Systems Technology.
Ricercatori dell’Istituto di analisi dei sistemi ed informatica “Antonio Ruberti” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iasi), dell’Università degli Studi dell’Aquila e dell’Università di Milano-Bicocca hanno sviluppato una tecnica da utilizzare per la progettazione di un pancreas artificiale per pazienti diabetici di tipo 2. Questa tipologia rappresenta circa il 90% dei casi di diabete, che è una malattia metabolica caratterizzata da elevate concentrazioni di glucosio nel sangue (iperglicemia), tipicamente in un contesto di insufficiente secrezione endogena e/o di resistenza all’azione dell’insulina, che è l’ormone regolatore del glucosio. Il pancreas artificiale rappresenta oggi la tecnologia all’avanguardia per la regolazione automatica della glicemia nei pazienti diabetici.
Da darwin ad oggi: l'evoluzione della scelta del compagno È chi sceglie che fa la differenza
21 Gen 2022 Scritto da Università di PadovaCosa rende un compagno potenzialmente più allettante di un altro?
La teoria della selezione sessuale di Darwin fu un’idea radicale che cambiò fondamentalmente la prospettiva scientifica sul sesso e sull’evoluzione. La lotta per l’accoppiamento e la fecondazione fornisce un motore potente della diversificazione all’interno e tra le specie. I contemporanei di Darwin scartarono la sua ipotesi di un “gusto per la bellezza (taste for the beautiful)” che favorirebbe certi compagni rispetto ad altri; ma 150 anni di ricerca hanno accumulato una schiacciante evidenza che la selezione sessuale dipende in gran parte dalle scelte sessuali sia delle femmine che dei maschi.
Il lavoro svolto dal Cnr-Irib di Messina in collaborazione con le Università della Calabria e della Magna Graecia di Catanzaro ha rilevato che quasi il 60% degli psicologi ha dichiarato un aumento di nuovi pazienti durante la pandemia. Ansia, depressione e disturbi del sonno i sintomi prevalenti. Le più colpite sono risultate le donne, impiegate, con bassa scolarità, tra i 26 e i 45 anni, non sposate. Lo studio è stato pubblicato su Journal of Affective Disorders Report.
L’onda lunga della pandemia da COVID ha prodotto notevoli ricadute sulla salute mentale. In questi lunghi mesi, centinaia di indagini sono state condotte a livello internazionale per quantificare gli effetti negativi che il COVID-19 sta avendo sul benessere psicologico. Numerosi sono i sintomi comportamentali descritti, sia in chi è stato contagiato dal virus, sia in chi, invece, è stato vittima di fattori indiretti come: lunghi periodi di quarantena, perdita del sostegno sociale e sovraesposizione a fenomeni di infodemia. Tutte le ricerche scientifiche svolte nell’ultimo anno sono concordi nell’indicare che la pandemia e le misure di quarantena stanno seriamente impattando la salute mentale.
Come avverrà la fine della pandemia da SARS-CoV-2 sulle orme della Spagnola
29 Nov 2021 Scritto da Dott. Guido DonatiNutriamo molta speranza nel fatto che nuove varianti del virus SARS-CoV-2 ci permettano entro la primavera del 2022 di terminare con gli aspetti più nefasti della pandemia da SARS-CoV-2.
Facciamo un salto indietro e analizziamo cosa è avvenuto negli ultimi 100 anni. Nel 1918 avviene una delle più terribili pandemie, l'influenza Spagnola causata dal virus A/H1N1. L'andamento di questa malattia ha avuto almeno tre picchi distinti: la primavera del 1918, l'autunno del 1918 e l'inverno del 1918-1919 e secondo alcuni autori un quarto picco tra il 1920 e il 1921.
I primi due picchi furono devastanti poi bruscamente il numero di casi diminuì per poi scomparire completamente. All'epoca non era possibile verificare i casi asintomatici e quindi probabilmente il virus sarà mutato in forme meno letali ma più contagiose che hanno sostituito quelle più aggressive ma meno diffusive, creando un'immunità di gregge.