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Uno studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr mappa le abitudini degli adolescenti in Europa tra sigarette convenzionali ed e-cig, rivelando che le politiche di controllo dell’uso di tabacco contribuiscono a prevenire lo svapo, oltre che il fumo tradizionale. I dati provengono dalla ricerca europea ESPAD 2019, coordinata da Cnr-Ifc, lo studio è pubblicato su Addiction
ESPAD-European School Survey Project on Alcohol and other Drugs è la pi+ grande ricerca sui comportamenti d’uso di alcol, tabacco e sostanze illegali tra gli studenti dai 15 ai 16 anni in 35 paesi europei ed è coordinata dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr- Ifc). Con una metodologia standardizzata dal 1999, la survey consente di valutare le variazioni delle abitudini dei ragazzi e ha recentemente suscitato l’interesse del network Global Burden of Disease e della stessa Organizzazione mondiale della sanità.
Battere il tumore sul tempo con la biopsia liquida: nuovo studio su "Nature Medicine"
10 Ago 2022 Scritto da Ospedale Niguarda
Lo studio interventistico “CHRONOS” per il carcinoma del colon-retto appena pubblicato su “Nature Medicine” dimostra ancora una volta come la medicina di precisione possa migliorare la qualità di vita dei pazienti. Per la prima volta i ricercatori hanno utilizzato la biopsia liquida come strumento di misurazione per capire il momento giusto in cui somministrare una seconda terapia a bersaglio molecolare a un paziente oncologico affetto da metastasi al colon-retto. Lo studio è coordinato dall'Ospedale Niguarda di Milano e dall'Istituto di Candiolo IRCCS, con la collaborazione dell’IFOM di Milano, dell’Università degli Studi di Torino e dell’Università degli Studi di Milano
La biopsia liquida è un esame che, a partire da un semplice prelievo di sangue (oppure in alcuni casi saliva o urina) permette di ottenere maggiori informazioni sul tumore di cui una persona è affetta. Sostanzialmente “va a caccia” delle cellule tumorali che circolano nel flusso sanguigno o del DNA che esse rilasciano. L’analisi di queste tracce molecolari fornisce informazioni preziose sul tumore e sul suo andamento, rilevando, ad esempio, la presenza di specifiche alterazioni del DNA del tumore che possono renderlo sensibile o resistente ai diversi trattamenti oncologici.
Nel trial clinico CHRONOS, pubblicato il 1° agosto 2002 sulla prestigiosa rivista Nature Medicine (Sartore-Bianchi A. et al, Nat Med 2022) i ricercatori dell'Ospedale Niguarda di Milano e dell'Istituto di Candiolo IRCCS (in collaborazione con IFOM di Milano, Università degli Studi di Torino e Università degli Studi di Milano) hanno integrato la biopsia liquida direttamente nel processo di decisione della terapia.
Per i pazienti affetti da tumore al colon-retto metastatico le aspettative di sopravvivenza e di miglioramento della qualità della vita dipendono dalla possibilità di rallentare la progressione tumorale grazie ad interventi terapeutici mirati. “In circa il 50% di questi tumori – spiega Salvatore Siena, professore all’Università di Milano e Direttore del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell’Ospedale Niguarda di Milano - viene somministrata una terapia a bersaglio molecolare rivolta contro il recettore di crescita EGFR. Sebbene la terapia risulti efficace, il paziente può sviluppare nel tempo resistenza al farmaco e la malattia progredisce”.
In questi casi è possibile somministrare di nuovo questa stessa terapia nel corso del programma di cura, quella che i clinici chiamano “rechallenge”. La difficoltà, tuttavia, sta nel capire quando avviare un rechallenge.
I bambini ascoltano e "prevedono" cosa gli riserva il futuro
03 Ago 2022 Scritto da Università di Padova
Pubblicato su «Scientific Reports» lo studio coordinato dall’Università di Padova in cui si spiega la capacità che hanno i bambini di soli 4 mesi nell’anticipare un evento a seconda del suono sentito. Una voce è in grado di pre-attivare i circuiti neurali coinvolti nella percezione visiva dei volti circa un secondo prima di vederli comparire. È la prima dimostrazione scientifica che i bambini molto piccoli possono prepararsi all’incontro di stimoli socialmente rilevanti.
Quando percepiamo suoni o individuiamo immagini l’attività del cervello non è tutta utilizzata per elaborare le caratteristiche fisiche e i significati che ne scaturiscono. Al contrario solo una piccola parte della nostra attività cerebrale (dall’1 al 5 % circa) si “mobilita” in risposta ad eventi esterni, nel restante 95% il cervello è continuamente coinvolto nel formulare predizioni probabilistiche sugli eventi che si potrebbero verificare nell’ambiente. Queste ipotesi vengono poi sistematicamente, e spesso inconsapevolmente, confrontate con la realtà in maniera da arrivare a una corretta interpretazione di ciò che si è sentito o veduto. Ma da che età siamo in grado di predire ciò che accadrà nell’ambiente a seconda di ciò che percepiamo?
COVID-19: il ruolo protettivo del microbiota intestinale nei bambini
01 Ago 2022 Scritto da Ospedale pediatrico Bambino Gesù
Uno studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù caratterizza per la prima volta il profilo microbico che sembra tutelare i più piccoli dalle forme gravi della malattia. I risultati della ricerca pubblicati su “Frontiers in Cellular and Infection Microbiology”.
Caratterizzato per la prima volta il profilo del microbiota intestinale dei bambini affetti da COVID-19 che, grazie a particolari proprietà antinfiammatorie, sembra proteggerli dalle forme gravi della malattia. L’identikit arriva dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che hanno condotto uno studio – il primo a livello internazionale – dedicato al rapporto tra il microbiota e l’infezione da SARS-CoV-2 in età pediatrica. La ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Cellular and Infection Microbiology, suggerisce possibili interventi terapeutici sul microbiota per contribuire al controllo della malattia.
Sensore portatile rileva il virus del morbillo nella saliva
27 Lug 2022 Scritto da Istituto nanoscienze Cnr (Cnr-Nano)Piccolo come una moneta il dispositivo riesce a individuare il virus nella saliva umana. Il risultato potrebbe essere traslato ad altri patogeni, come il SARS-CoV-2, ed è promettente per realizzare un test diagnostico portatile e rapido. Messo a punto da ricercatori di Cnr-Nano in collaborazione con ARCHA, e con la partecipazione dell’Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, e INTA, lo studio è pubblicato su Advanced Functional Materials
Un biosensore portatile, veloce e di alta sensibilità in grado di rilevare il virus del morbillo nella saliva umana. È quanto sviluppato da una collaborazione fra l’Istituto nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Nano) ed ARCHA srl, con il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’'Università di Pisa, la Scuola Normale Superiore e INTA srl. Il dispositivo, che utilizza una tecnologia innovativa basata su onde acustiche di superficie, si presta a essere usato per test diagnosi precoci e in situazioni di emergenza, per il morbillo e per altri tipi di virus. La ricerca è pubblicata sulla rivista Advanced Functional Materials.
Verso la comprensione dei meccanismi legati alla gravità del COVID-19. Il ruolo degli anticorpi anti-interferoni
27 Lug 2022 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Due nuovi studi della Sapienza hanno scoperto che le infezioni severe causate dal nuovo Coronavirus sono associate all’elevata produzione di anticorpi in grado di neutralizzare alcuni modulatori del sistema immunitario. I risultati dei lavori sono stati pubblicati sulle riviste European Journal of Immunology e Clinical Immunology
È fondamentale riuscire a comprendere perché alcuni individui sviluppino una forma di malattia da Covid-19 molto più grave rispetto ad altri.
L’individuazione dei meccanismi che sono alla base dell’esito infausto dell’infezione, potrà infatti essere di ausilio per una migliore gestione clinica terapeutica dei pazienti.
Sul banco degli imputati nello sviluppo delle forme più gravi di Covid-19 sembrerebbe esserci l’elevata produzione di anticorpi in grado di neutralizzare alcuni modulatori del sistema immunitario, gli interferoni di tipo I (IFN- I), compromettendone l’attività biologica/antivirale.
Leucemia linfoblastica acuta T: individuate le cellule potenzialmente responsabili delle recidive della malattia
20 Lug 2022 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Un nuovo studio, coordinato dal Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza e pubblicato sulla rivista Frontiers in Immunology, rivela uno dei possibili meccanismi coinvolti nella ricaduta di un tipo di leucemia linfoblastica dopo la chemioterapia. I risultati del lavoro aprono la strada allo sviluppo di terapie nuove e alternative
La leucemia linfoblastica acuta (LLA) di tipo T – una leucemia molto aggressiva e a rapida evoluzione che colpisce i linfociti T – viene trattata con la chemioterapia, che solitamente risulta efficace. Tuttavia, il 10% dei pazienti in età pediatrica e il 60% dei pazienti adulti vanno incontro a una progressione del tumore anche dopo la chemio.
Un nuovo studio, coordinato da Isabella Screpanti e Antonio Francesco Campese del Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza, ha individuato uno dei meccanismi coinvolti nella maggior parte dei casi di LLA di tipo T.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Frontiers in Immunology, è nata dalla collaborazione dei dipartimenti di Medicina molecolare e Medicina sperimentale della Sapienza con l’Istituto italiano di tecnologia ed è stata possibile anche grazie al contributo di Fondazione Airc.
I ricercatori hanno lavorato con topi da laboratorio geneticamente modificati per avere alterazioni della via di Notch – una via di segnalazione biochimica che regola i processi di proliferazione e differenziamento di diversi tipi di cellule, tra cui i linfociti T – che sono responsabili dello sviluppo di alcune forme di LLA-T.
Come sopravvivere bene all’invecchiamento: pubblicati su Nature i risultati di uno studio che aprono nuove prospettive per vivere in forma la terza età.
Un'interessante scoperta sui meccanismi dell'invecchiamento è stata recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista «Nature» da un gruppo di ricercatori coordinato dal Prof. Stefano Piccolo, del Dipartimento di Medicina Molecolare dell'Università di Padova e dell’IFOM (Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare).
L'invecchiamento è un fenomeno naturale che si accompagna a un progressivo declino di varie funzioni dell'organismo. Per esempio, diminuisce la capacità di rinnovo cellulare, si accumulano danni a molteplici organi e decadono i processi cerebrali. Il tutto porta a una generale condizione di fragilità e a un aumentato rischio di insorgenza di malattie, tra cui il diabete e il cancro.
Ma quale è la causa di tutto questo? Perché invecchiamo?
Comunicazione cervello-ambiente. Il ruolo dei microrganismi intestinali
04 Lug 2022 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Un nuovo studio, coordinato dal Dipartimento di Fisiologia e farmacologia Vittorio Erspamer della Sapienza, ha individuato alcuni ceppi batterici che mediano gli effetti benefici di un ambiente arricchito sulla plasticità del sistema nervoso centrale
Negli ultimi anni è stato dimostrato che un ambiente arricchito dal punto di vista motorio, sensoriale e sociale può avere un effetto benefico sul sistema nervoso centrale, poiché ne favorisce la plasticità cerebrale e la funzione cognitiva.
Tuttavia, non era ancora stato indagato il possibile ruolo dei microrganismi intestinali nel mediare questi effetti benefici.
Tumore al pancreas, scienziati di UniTo identificano un nuovo marcatore per indirizzare meglio le terapie
23 Giu 2022 Scritto da Università degli studi di Torino
Lo studio pre-clinico pubblicato dalla prestigiosa rivista internazionale Gut dimostra come PI3K-C2γ giochi un ruolo chiave nello sviluppo di uno dei tumori attualmente più aggressivi.
Un nuovo studio preclinico, svolto al Centro di Biotecnologie Molecolari “Guido Tarone” dell’Università di Torino, ha reso possibile la scoperta di una nuova terapia focalizzata per un sottogruppo di pazienti affetti da neoplasia maligna del pancreas. Il gruppo di ricerca guidato dalla Prof.ssa Miriam Martini e dal Prof. Emilio Hirsch ha dimostrato che la proteina PI3K-C2γ gioca un ruolo chiave nello sviluppo del tumore al pancreas. L'indagine scientifica ha permesso di far luce sui meccanismi di sviluppo di questo tumore e potrebbe consentire, in futuro, di massimizzare l’efficacia delle attuali opzioni terapeutiche di uno dei tumori attualmente più aggressivi.