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Bambino Gesù: apre vicino al mare il centro di cure palliative pediatriche
23 Mar 2022 Scritto da Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Inaugurato oggi a Passoscuro, nel comune di Fiumicino. È il primo nella Regione Lazio e il più grande in Italia per posti a disposizione. Accolti in questa prima fase alcuni pazienti ucraini fuggiti dalla guerra. Con 20 moduli abitativi già attivati e altri 10 in preparazione apre a Passoscuro, nel comune di Fiumicino, il più grande Centro di Cure Palliative Pediatriche in Italia, realizzato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
È la prima struttura di questo tipo nella Regione Lazio, dove si stima che siano circa 1000 i bambini con malattie gravi ad alta complessità assistenziale, che necessitano di cure palliative.
Un edificio di 5 piani immerso nel verde e a pochi passi dal mare, ristrutturato grazie al contributo di piccoli e grandi donatori, tra i quali la Fondazione Angelini, Andreotti & Brusone Philanthropy Fund, la Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, la duchessa Maria Luisa Magistrati Gaetani D'Aragona. «Si realizza un altro importante passo nell’assistenza ai bambini più fragili» ha affermato la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc. «Il Centro vuole essere uno spazio di accoglienza, simile a una grande casa, nel qualeaccompagnare i piccoli pazienti o aiutare i loro familiari ad assisterli nel modo migliore. Perché è sempre possibile curare, come dice Papa Francesco, anche quando non è possibile guarire». In questi giorni sono stati accolti nel Centro alcuni dei pazienti ucraini fuggiti dalla guerra con le loro famiglie. Si tratta di 5 bambini con patologie molto gravi tra gli oltre 60 pazienti già presi in carico dall’ospedale.
Efficacia del supporto respiratorio extracorporeo nelle terapie intensive: il confronto tra pazienti Covid e quelli affetti da influenza A H1N1
21 Mar 2022 Scritto da Università degli studi di Torino
Sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Critical Care i risultati di uno studio multicentrico nazionale, che ha confrontato la sopravvivenza dei pazienti trattati con supporto respiratorio extracorporeo (ECMO) per insufficienza respiratoria causata da polmonite COVID-19 con quella osservata in un precedente gruppo di pazienti sottoposto ad analogo supporto a causa di Influenza A H1N1.
Lo studio, che è stato coordinato dal professor Vito Fanelli, afferente al gruppo di ricerca della Terapia Intensiva universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretta dal professor Luca Brazzi, ha visto la partecipazione di sette terapie intensive italiane ed ha portato all’arruolamento di oltre 300 pazienti caratterizzati da una compromissione della funzione respiratoria tanto grave da rendere necessario il ricorso alla tecnica ECMO per garantire livelli di ossigenazione necessari alla sopravvivenza. Questo perché purtroppo le attuali terapie non sono sufficienti in alcuni pazienti a supportare la funzione respiratoria, a causa del grave danno polmonare indotto dai virus.
Uno studio condotto dall’Istituto nazionale genetica molecolare (Ingm) in collaborazione con l’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm) ha rilevato che le vescicole extracellulari (esosomi) dei pazienti con forme leggere di Covid permettono un migliore funzionamento del sistema immunitario rispetto a quelle presenti in pazienti con casi più severi. La ricerca è pubblicata su Frontiers In Immunology
È stato dimostrato che le vescicole extracellulari (esosomi) contribuiscono alla diffusione delle infezioni virali ma ancora poco si conosce sul loro ruolo nella patologia da Covid-19. In un recente studio svolto dai ricercatori Elisa Pesce, Nicola Manfrini e Chiara Cordiglieri dell’Istituto nazionale genetica molecolare (Ingm) di Milano sotto la guida scientifica di Renata Grifantini, in collaborazione con Spartaco Santi dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm) di Bologna e pubblicato su Frontiers In Immunology, sono stati mostrati dati comparativi sugli esosomi recuperati dal plasma di pazienti con forma moderata o severa di Covid -19.
COVID-19: il microscopio elettronico apre nuovi interrogativi sulla fisiopatologia della malattia
17 Mar 2022 Scritto da Redazione
Il microscopio elettronico a trasmissione (TEM) ha permesso di valutare i danni gravi provocati dal virus Sars-CoV-2 nei polmoni, con dettagli visibili solo con tale strumentazione e con nessun altro dispositivo microscopico. Il TEM è in grado di visualizzare la struttura fine all’interno delle singole cellule, chiamata ultrastruttura, e ha permesso di capire meglio le gravi complicanze dovute a Covid19.
I risultati dello studio sulla ultrastruttura delle lesioni polmonari sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista di patologia Virchows Archiv. La ricerca è stata svolta dal team del Laboratorio di Imaging e Microscopia elettronica cellulare dell’Università di Genova (Prof.ssa Katia Cortese e collaboratori), situato presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale – DIMES, in collaborazione con il Laboratorio nazionale di Microscopia elettronica avanzata per lo studio dei patogeni infettivi dell’Istituto Robert Koch di Berlino diretto dal Dott. Michael Laue, con il prezioso contributo delle equipe di Pneumologia Interventistica (Dott.ssa Emanuela Barisione e collaboratori), Terapia Intensiva (Prof. Paolo Pelosi e collaboratori) e Anatomia Patologica (Prof. Roberto Fiocca e collaboratori) del Policlinico Universitario San Martino di Genova.
Ricerca medica, nuovi risultati in Epatologia con l’intelligenza artificiale
16 Mar 2022 Scritto da Università degli studi di Milano BicoccaL’intelligenza artificiale al servizio della ricerca medica in Epatologia. Una ricerca condotta dal Centro delle Malattie Autoimmuni del Fegato dell’Università di Milano-Bicocca presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, e dal team di Data Science di Rulex a Genova, ha permesso di individuare quattro nuovi sottotipi di Colangite Biliare Primitiva (CBP) basandosi sui dati clinici di più di 12mila soggetti provenienti da tutto il mondo. Il nuovo algoritmo si unisce agli esistenti score prognostici e consente di migliorare la valutazione prognostica dei pazienti già al momento della diagnosi.
«Per noi pazienti questo studio è molto importante considerato il grande numero di pazienti italiani inclusi e le potenzialità di innovazione portate dall’intelligenza artificiale – commenta Davide Salvioni, presidente di AMAF Onlus, l’associazione italiana di pazienti dedicata alle malattie autoimmuni del fegato –. Una migliore conoscenza di queste patologie avrà sicuramente delle ricadute positive sulla capacità dei medici di gestirle in modo più efficace».
La pelle del camaleonte come modello per lo sviluppo di un dispositivo in grado di misurare i livelli di glucosio nelle urine
16 Mar 2022 Scritto da Università di Roma La SapienzaIl biosensore, progettato da ricercatori della Sapienza, del Cnr e di altri enti internazionali ispirandosi alla naturale organizzazione nanostrutturata della pelle del rettile, potrà avere anche altri campi di applicazione, come il monitoraggio di marker tumorali o il riconoscimento specifico di anticorpi come quelli anti-SARS-CoV-2
Il monitoraggio costante e continuo della glicemia è una pratica fondamentale per la corretta sorveglianza e gestione della terapia del diabete. L’autocontrollo della glicemia avviene principalmente mediante l’utilizzo di piccoli apparecchi elettronici (glucometri) che analizzano in breve tempo i valori glicemici su piccoli quantitativi di sangue. Considerando il costante aumento delle persone diabetiche e iperglicemiche, lo sviluppo di sistemi innovativi che possano essere rapidi, compatti, flessibili, indossabili, e capaci di lavorare senza l’analisi di piccoli quantitativi di sangue, è in costante sviluppo.
In questo contesto, si inserisce lo studio pubblicato sulla rivista NPG Asia Materials - Nature da ricercatori del Dipartimento di Scienze e biotecnologie medico-chirurgiche della Sapienza, in collaborazione con il CNR e altri enti internazionali.
Aria sterilizzata per abbattere il rischio di trasmissione del virus SARS-Cov-2: realizzato il primo prototipo
14 Mar 2022 Scritto da Università di Pisa
Conclusa prima fase del progetto AirSterizUv dell’Università di Pisa e del CNR finanziata dal MIUR
Aria sterilizzata per scuole, ospedali e edifici pubblici così da abbattere il rischio di trasmissione del virus SARS-Cov-2: grazie al progetto AirSterizUv è stato realizzato un prototipo per sterilizzare l’aria degli impianti di condizionamento mediante raggi ultravioletti e ozono prodotti a microonde. La prima fase del progetto appena giunta a conclusione è stato finanziata Ministero dell'Università e della Ricerca e condotta dall’Università di Pisa e dal CNR di Pisa.
“Lo sviluppo di una tecnologia di sterilizzazione di sistemi di condizionamento d'aria degli edifici è un punto strategico per affrontare nuove fasi della pandemia o altre minacce future per la salute”, spiega la professoressa Celia Duce dell’Ateneo pisano.
Identificati i difetti molecolari di due patologie neurologiche
11 Mar 2022 Scritto da Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati-Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igb)
Uno studio condotto dall’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati-Traverso” del Cnr ha identificato le funzioni alterate causate da mutazioni nel gene ARX nella lissencefalia e nell’encefalopatia epilettica. La ricerca, realizzata con il supporto di Fondazione Telethon, è stata pubblicata su Human Molecular Genetics
Uno studio diretto da Maria Giuseppina Miano dell’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati-Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igb), identifica le funzioni danneggiate in due gravi patologie neurologiche quali la lissencefalia e l’encefalopatia epilettica dello sviluppo, causate da mutazioni differenti del gene ARX il cui ruolo è fondamentale per il corretto sviluppo cerebrale. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Human Molecular Genetics ed eseguito in collaborazione con il Dipartimento di medicina molecolare e biotecnologie mediche dell’Università di Napoli “Federico II (Unina), il centro di ricerca e di diagnostica molecolare Ceinge-Biotecnologie Avanzate di Napoli e l’Istituto di bioscienze e biorisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibbr), e con il sostegno di Fondazione Telethon.
Grazie a un approccio integrato che coniuga studi di proteomica con analisi in vivo, il gruppo di ricerca ha stabilito cosa avviene in presenza di una mutazione che abolisce o modifica le funzioni della proteina ARX.
Una cellula riprogrammata apre la strada al recupero motorio per chi ha lesioni spinali
09 Mar 2022 Scritto da Università degli studi di Milano
Parte la sperimentazione sui pazienti di Hemera, spin-off dell’Università di Verona e della Statale di Milano che ha l’obiettivo di riprogrammare le cellule e creare una terapia utile a riparare le lesioni spinali. Partita la campagna di fundraising per finanziare la ricerca, che ha già raccolto oltre un milione di euro.
Una cellula riprogrammata con istruzioni precise: favorire la rigenerazione del tessuto nervoso, per creare una terapia utile a riparare le lesioni spinali. Un progetto di medicina rigenerativa e alta ricerca tutto italiano, che coinvolge due atenei e un Centro di Ricerca clinica e scientifica d’avanguardia. Questi gli obiettivi di Hemera, spin-off delle Università degli Studi di Verona e della Statale di Milano, in collaborazione con ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Clinico Humanitas.
Team di ricercatori scopre meccanismo di proliferazione cellule tumorali: l’enzima UBIAD1 e il Coenzima Q10 nutrono il melanoma.
Il melanoma cutaneo costituisce il 5% dei tumori ed è uno dei tumori della pelle col più alto tasso di mortalità. Team di ricercatori coordinato dal prof. Massimo Santoro del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) scopre meccanismo di proliferazione e sopravvivenza delle cellule di melanoma derivante da una aumentata espressione di UBIAD1, un enzima che serve alla sintesi del coenzima Q10. Lo studio UBIAD1 and CoQ10 protect melanoma cells from lipid peroxidation-mediated cell death pubblicato sulla rivista scientifica «Redox Biology» “rovescia” il ruolo del Coenzima Q10, un antiossidante fino ad oggi considerato principalmente per i suoi effetti positivi contro l’invecchiamento cellulare.