Redazione

Redazione


 

Abstract: Programmare un'intelligenza artificiale (AI) in modo pericoloso comporta rischi significativi che potrebbero avere conseguenze di vasta portata per gli individui e la società. Questi rischi si suddividono principalmente in tre categorie: conseguenze inintenzionali, uso malevolo e perdita di controllo.

Conseguenze inintenzionali

Anche con le migliori intenzioni, un'AI mal progettata o insufficientemente testata può portare a risultati imprevisti e dannosi. Questo può accadere a causa di:

Obiettivi o funzioni di ricompensa difettosi: Se l'obiettivo di un'AI è troppo ristretto o non considera le variabili complesse del mondo reale, l'AI potrebbe raggiungere il suo scopo in un modo dannoso. Ad esempio, un'AI progettata per massimizzare la produzione di graffette potrebbe convertire tutta la materia disponibile in graffette, indipendentemente dall'impatto sulla vita umana.

Bias nei dati: I sistemi AI apprendono dai dati che sono stati loro forniti. Se questi dati sono distorti (ad esempio, riflettendo pregiudizi sociali), l'AI perpetuerà e persino amplificherà tali distorsioni, portando a risultati discriminatori in settori come l'assunzione, la concessione di prestiti o la giustizia penale. Per approfondimenti su questo tema, si veda O'Neil (2016) [4] ed Eubanks (2018) [6].

Comportamenti emergenti: Man mano che i sistemi AI diventano più complessi, specialmente con l'apprendimento automatico e il deep learning, possono sviluppare comportamenti non esplicitamente programmati o anticipati dai loro creatori. Questi comportamenti emergenti potrebbero essere imprevedibili e potenzialmente pericolosi.

Vulnerabilità di sicurezza: Un'AI mal programmata può avere difetti di sicurezza che la rendono suscettibile agli hacking. Un'AI compromessa che controlla infrastrutture critiche (come reti elettriche o trasporti) potrebbe portare a interruzioni diffuse o disastri.


Il bioreattore sviluppato da Sapienza permette di ricreare in laboratorio tumori con vascolatura funzionale e le interazioni con il sistema immunitario. Pubblicata sulla rivista “Biomaterials”, la ricerca integra differenti discipline scientifiche, aprendo la strada a terapie personalizzate
I modelli più tradizionali per la comprensione delle dinamiche tumorali, come le colture bidimensionali su piastra, spesso non riescono a rappresentare in modo accurato l’insorgere della malattia e la complessità del microambiente umano. Il rischio è che le terapie sviluppate da questi modelli, una volta applicate all’uomo, riproducano risultati inattesi e siano meno efficaci.

Uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista “Biomaterials” e condotto dal Dipartimento di Scienze e Biotecnologie Medico-Chirurgiche della Sapienza, ha sviluppato un nuovo strumento in grado di ricreare in laboratorio tumori vascolarizzati complessi, fondamentali per comprendere l’insorgenza e la progressione di tumori correlati al sistema vascolare, ai parametri biomeccanici e alle risposte del sistema immunitario.


Si è conclusa la campagna primaverile della Missione Archeologica della Sapienza nel sito di Tell Zurghul, in Iraq. Gli scavi hanno identificato 10 fasi architettoniche, la più antica delle quali risalente al 5.400 a.C.
Si è appena conclusa la campagna primaverile della Missione Archeologica Italiana della Sapienza Università di Roma diretta da Davide Nadali a Nigin, situata nella regione di Lagash, in Mesopotamia sudorientale.

Gli sforzi si sono concentrati sulla collina minore del sito di Tell Zurghul, antica Nigin, dove dal 2015 la missione è impegnata nello scavo di una sequenza di edifici pubblici, possibilmente “templi”, molto simili ai famosi templi preistorici di Eridu, assegnati alla fase Ubaid 4 e databili fra il 4900 e il 4700 a.C. circa.


Le aree protette, a partire dalle Oasi WWF, sono custodi di un immenso patrimonio di biodiversità, ma rappresentano anche immensi serbatoi di carbonio, che viene stoccato in particolare nella biomassa legnosa, ma anche in quella erbacea e nei suoli.

Per questo, nell’ambito della Primavera delle Oasi, che dal 21 aprile e fino al 5 giugno – Giornata Mondiale dell’Ambiente – offrirà centinaia di esperienze da godere grazie ad un’immersione totale nelle sue 100 aree protette, il WWF Italia tiene a ricordare come il Patrimonio delle foreste rischi di andare letteralmente in fumo nel caso in cui sia oggetto di incendi boschivi, in Italia tristemente quasi sempre di origine antropica, e resi sempre più facili dal cambiamento climatico, a causa di temperature medie più elevate e di periodi più prolungati di siccità.


Tale patologia, classificata come malattia rara, è ancora poco studiata: un team dell’Istituto di neuroscienze del Cnr aggiunge un importante tassello alla comprensione della sua base biologica, aprendo alla possibilità di terapie specifiche. I risultati sono pubblicati su Molecular Psychiatry
Una ricerca coordinata dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Vedano al Lambro (Monza Brianza), condotta in collaborazione con ricercatori e ricercatrici dell’Università di Ulm (Germania) e della Vanderbilt University di Nashville (USA) ha approfondito lo studio della Sindrome di Phelan-McDermid (PMS), rara condizione genetica per la quale ad oggi non esistono cure, che rientra tra i disturbi del neurosviluppo: è caratterizzata, infatti, da disabilità intellettiva, tratti autistici e sintomi neuropsichiatrici.


Lo studio è basato sulla tesi di Chiara Coviello, laureata in Fisica all’Unipi


Uno studio basato sulla tesi di Chiara Coviello, laureata in Fisica all’Università di Pisa nel 2023 e adesso al King’s College di Londra per un dottorato di ricerca, è stato recentemente pubblicato dalla rivista AVS Quantum Science. Al centro dello studio – intitolato “Gravitational waves and Black Hole perturbations in acoustic analogues” – ci sono i buchi neri che, con il loro fascino oscuro, sono tra gli oggetti più affascinanti del cosmo e sono incredibilmente difficili da analizzare.


Uno studio internazionale, coordinato dalla Sapienza, ha dimostrato sperimentalmente l‘esistenza del ghiaccio VII plastico, la cui presenza è ipotizzata all’interno di alcune lune del sistema solare. La scoperta, pubblicata su “Nature”, apre nuove opportunità di ricerca per la comprensione dell’evoluzione strutturale dei pianeti ghiacciati
Una fase cristallina dell’acqua che si forma a pressioni superiori a 50000 atmosfere e 300 °C: il ghiaccio VII plastico che si differenzia dalle altre forme di ghiaccio per la sua natura ibrida tra un solido e un liquido. Le molecole dell’acqua in questa fase sono disposte in un reticolo cubico denso, ma, a differenza delle altre forme di ghiaccio, sono libere di ruotare attorno alle loro posizioni d’equilibrio in modo simile a un liquido. Questo comportamento dinamico conferisce alla fase una natura plastica, la cui esistenza è stata ipotizzata da simulazioni di dinamica molecolare ma mai osservata sperimentalmente.



Un team dell’Istituto nanoscienze del Cnr, in collaborazione con le Università di Pisa, del Wisconsin-Madison e la Scuola Normale Superiore, ha ideato dispositivi piezoelettrici flessibili, biodegradabili e ad alte prestazioni, basati su nanocristalli di cellulosa e metalli degradabili, che offrono nuove soluzioni per il monitoraggio cardiaco, la somministrazione di farmaci e la medicina rigenerativa. Lo studio è pubblicato sulla rivista Science Advances.

Un gruppo di ricercatori e ricercatrici dell’Istituto nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Nano) ha sviluppato una tecnologia innovativa che combina nanomateriali di origine naturale e strati di metalli degradabili per realizzare dispositivi avanzati destinati al settore biomedicale. Lo studio, svolto con le Università di Pisa, del Wisconsin-Madison (Stati Uniti) e con la Scuola Normale Superiore, è pubblicato sulla rivista Science Advances.


Un team di scienziati coordinati dall’Università Statale di Milano ha osservato “in vivo”, grazie a tecniche di imaging avanzate, la migrazione delle cellule tumorali nei tessuti viventi, rivelando il meccanismo con cui si spostano all’interno del corpo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science (PNAS) sarà cruciale per identificare nuove strategie di intervento sulle metastasi.
Il 90% delle morti da tumore sono dovute alle metastasi, cioè ai tumori secondari che si formano a distanza dal tumore iniziale e sono causati dalla migrazione delle cellule malate. Ecco perché comprendere i meccanismi di questa migrazione è fondamentale per cercare di identificare nuove strategie di intervento sulle metastasi. Ad oggi sappiamo che queste cellule possono muoversi individualmente o in gruppo, ma la maggior parte degli studi fatti finora sono stati svolti in vitro.


Crescita dello smalto dentale più lenta e nessuna differenza tra i due sessi: un nuovo studio, frutto della collaborazione tra la Sapienza, l’Università di Bologna e l’Università di Modena e Reggio Emilia, rivela importanti informazioni sullo sviluppo dei bambini medievali italiani. I risultati pubblicati sulla rivista PLOS ONE
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Plos One e condotto in collaborazione tra Sapienza Università di Roma, l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio Emilia, ha rivelato una differenza significativa nei tempi di sviluppo dentale tra i bambini medievali italiani e i bambini europei moderni.

 

Scienzaonline con sottotitolo Sciencenew  - Periodico
Autorizzazioni del Tribunale di Roma – diffusioni:
telematica quotidiana 229/2006 del 08/06/2006
mensile per mezzo stampa 293/2003 del 07/07/2003
Scienceonline, Autorizzazione del Tribunale di Roma 228/2006 del 29/05/06
Pubblicato a Roma – Via A. De Viti de Marco, 50 – Direttore Responsabile Guido Donati

Photo Gallery