La medicina tra scienza e dogma: un'analisi critica

Guido Donati* 27 Giu 2025



La medicina, nella sua essenza, è una disciplina basata sulla scienza, sull'evidenza e sulla ricerca costante [16]. Eppure, osservando da vicino le dinamiche che la governano, emerge una riflessione inquietante: la pratica medica, purtroppo, assume talvolta le sembianze di una religione, dove il protocollo diventa il nuovo rituale e la critica è spesso soppressa in favore dell'ortodossia.


Il medico: esecutore o pensatore critico?
Come giustamente osservato, la base della classe medica è stata storicamente ancorata alle direttive provenienti dall'alto. Basti pensare a quanto tempo hanno impiegato a capire che le mani andavano lavate prima degli interventi. Un esempio storico e drammatico di questa resistenza è la vicenda di Ignaz Semmelweis, un medico ungherese che a metà del XIX secolo, osservando le altissime mortalità per febbre puerperale nelle cliniche ostetriche, intuì la correlazione con la mancanza di igiene delle mani dei medici che passavano dalle autopsie alle visite alle partorienti. Nonostante la drastica riduzione dei decessi ottenuta introducendo l'obbligo di lavare le mani con una soluzione di calce clorata, le sue teorie furono largamente derise e rifiutate dalla comunità medica del tempo. Semmelweis fu osteggiato, perse la sua posizione e finì i suoi giorni in un manicomio, morendo per una setticemia contratta proprio a causa di una ferita infetta [13]. La sua storia è un monito potente su quanto sia difficile per la scienza accogliere verità scomode che sfidano le pratiche consolidate e il prestigio della professione.


Questa tendenza all'aderenza acritica al dogma si è manifestata in maniera drammatica anche in tempi recenti, come durante la gestione della pandemia di COVID-19. Le direttive iniziali, che scoraggiavano o impedivano le autopsie sui pazienti deceduti per il virus e imponevano la rapida cremazione delle salme, sono un chiaro esempio di come il "protocollo" possa soffocare la ricerca della conoscenza [17]. In un momento di incertezza globale, la decisione di non indagare direttamente sulle cause e sulle manifestazioni della malattia attraverso l'esame autoptico ha privato la comunità scientifica e medica di dati preziosi che avrebbero potuto accelerare la comprensione del virus e lo sviluppo di terapie più efficaci. Questo ha evidenziato una pericolosa subordinazione della curiosità scientifica e del metodo di indagine alla logica del "si fa così perché è stato detto".

Ancora più problematico è il fatto che questa acriticità si è manifestata nonostante l'esistenza di numerose pubblicazioni scientifiche [9, 18], rapporti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) [12] e piani pandemici nazionali (risalenti anche al 2006, poi aggiornati) [10], che prefiguravano il rischio di future pandemie (le epidemie, d'altronde, ci sono sempre state nella storia dell'umanità) e delineavano strategie precise su come affrontarle. Le raccomandazioni su sorveglianza, scorte di dispositivi di protezione e la necessità di una risposta flessibile erano state avanzate da anni. La mancata implementazione o l'ignoranza di queste previsioni, ben documentate e accessibili, suggerisce una grave colpa nell'applicazione del pensiero critico, preferendo la cieca adesione a direttive emergenziali piuttosto che l'attivazione di piani preesistenti e basati su evidenze. La sfida, in questi contesti, è anche quella di una comunicazione del rischio efficace, troppo spesso sottovalutata o gestita in modo inadeguata, contribuendo a un senso di incertezza e a risposte non ottimali [14].


I medici, in quanto esseri umani, sono vulnerabili all'influenza esterna e possono essere facilmente "strumentalizzati". Non si tratta di una cospirazione ordita nelle segrete stanze, ma piuttosto di un meccanismo più sottile, in cui le multinazionali farmaceutiche e le grandi istituzioni influenzano la ricerca, la formazione e la pratica clinica [6]. In questo scenario, il medico di base può assomigliare a un moderno "Don Abbondio" manzoniano: ligio al dovere, scrupoloso nell'applicazione dei protocolli, ma spesso privo di quella curiosità intellettuale che lo spingerebbe a domandarsi il "perché" dietro ogni indicazione.
La frase "Mi hanno detto che questa è la strada giusta!" risuona come un mantra, mascherando talvolta una combinazione di ignoranza, pigrizia intellettuale e, in alcuni casi, una forma di stupidità nell'incapacità di mettere in discussione il dogma.


Il rischio della cospirazione totale
Tuttavia, il pericolo non risiede solo nell'eccessiva aderenza al protocollo. La critica alla medicina, pur necessaria e salutare, rischia a sua volta di cadere in una trappola speculare: quella della cospirazione totale. Molti di coloro che si schierano contro il sistema medico dominante tendono a creare una nuova "religione" opposta, dove esistono solo due realtà inconciliabili: la propria (sempre giusta) e quella del "nemico" (sempre sbagliata). Questa dinamica è spesso alimentata anche dalla disinformazione virale, che può diffondersi rapidamente e compromettere la fiducia nelle fonti scientifiche e istituzionali [14]. Anche dibattiti recenti, come quelli sull'origine del SARS-CoV-2 e sulle sequenze brevettate, evidenziano la necessità di un approccio metodico e privo di preconcetti per analizzare le evidenze scientifiche [5]. Questo approccio binario, pur comprensibile come reazione a un sistema percepito come oppressivo, è altrettanto dannoso quanto l'eccessiva adesione al dogma. Anziché promuovere un dialogo costruttivo e una ricerca della verità basata sull'evidenza, si finisce per rafforzare le polarizzazioni, minando la fiducia nella scienza e nella capacità di discernimento individuale.

La necessità di un pensiero critico equilibrato
Come possiamo uscire da questo circolo vizioso? La chiave sta nel promuovere un pensiero critico equilibrato. Questo significa:
• Educare i medici (e i pazienti) al dubbio metodico: Incoraggiare la messa in discussione dei protocolli, la ricerca di evidenze alternative e un aggiornamento continuo che vada oltre le presentazioni sponsorizzate [16].
• Trasparenza nelle relazioni tra industria e medicina: Rendere pubblici i legami finanziari e di interesse per permettere una valutazione oggettiva delle raccomandazioni [6].
• Promuovere la ricerca indipendente: Sostenere studi che non siano influenzati da interessi commerciali [8].
• Formare i cittadini al discernimento: Insegnare a distinguere tra informazione verificata e disinformazione, a non cadere nelle semplificazioni e a valutare criticamente ogni affermazione, sia essa proveniente dal "sistema" o dalla "contro-informazione" [11, 14].
La medicina è un pilastro fondamentale del nostro benessere. Per garantirne l'integrità e l'efficacia, è essenziale che essa rimanga ancorata ai principi scientifici, libera da dogmi, rituali e strumentalizzazioni, e che promuova un ambiente in cui il pensiero critico sia non solo accettato, ma incoraggiato a tutti i livelli. Solo così potremo assicurare che la salute sia veramente al centro di ogni decisione, e non un mero campo di battaglia tra "verità" imposte e "contro-verità" ideologiche.


*Board member SRSN (Roman Society of Natural Science)

 

Bibliografia
1. CS ODM. Magi: "Paghiamo i tagli del passato, ora investire nella sanita'" 04 Nov 2020 Scienzaonline

2. CS OMCeO. 'Dottore ma e' vero che?', online sito medici contro 'bufale' 19 Feb 2018 Scienzaonline

3. CS OMCeO. Magi: "Test ingresso a Medicina sia a numero programmato. Contenuti dovrebbero essere psicoattitudinali e di cultura generale" 08 Set 2022 Scienzaonline 

4. Donati, Guido. La coincidenza dei 19 Nucleotidi: Un'Analisi Critica della Sequenza Brevettata da Moderna e le Sue Implicazioni nel Dibattito sull'Origine del SARS-CoV-2. 13 Giugno 2025, Scienzaonline 

5. Donati, Guido. "The 19-nucleotide coincidence: a critical analysis of Moderna's patented sequence and its implications in the SARS-CoV-2 origin debate." 13 Giugno 2025, Scienceonline. 

6. Gotzsche, Peter C. Deadly Medicines and Organised Crime: How Big Pharma Has Corrupted Healthcare. Radcliffe Publishing, 2013.

7. Illich, Ivan. Nemesi medica. L'espropriazione della salute. Bollati Boringhieri, 1976. 


8. Ioannidis, John P.A. Articoli vari sull'affidabilità della ricerca scientifica e sulla riproducibilità dei risultati


9. McKibbin, Warwick J., and Alexandra Sidorenko. "Pandemic risk: how large are the expected losses?" The Lowy Institute for International Policy, 2009. 


10. Ministero della Salute (Italia). Piani Nazionali di Preparazione e Risposta ad una Pandemia Influenzale.

11. Novella, Steven. The Skeptic's Guide to the Universe: How to Know What's Really Real in a World Full of Fake. Grand Central Publishing, 2018.

12. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Piani di preparazione e risposta alle pandemie influenzali.

13. Pioneering Hand Hygiene: Ignaz Semmelweis and the Fight Against Puerperal Fever. PMC, National Library of Medicine.

14. Roozenbeek, J., & van der Linden, S. (2024). The Psychology of Misinformation. Cambridge University Press.

15. Sahin, U., et al. (2022). "Individualized mRNA vaccination in resected pancreatic cancer." Nature, 607(7920), 834-840.


16. Sackett, David L., et al. Evidence-Based Medicine: How to Practice and Teach EBM. Churchill Livingstone, 2000.


17. Società Italiana di Anatomia Patologica e Citodiagnostica (SIAPEC-IAP). Documenti e prese di posizione sulla gestione delle salme e delle
autopsie durante l'epidemia di COVID-19 in Italia. Per i documenti ufficiali e le linee guida, consultare il sito SIAPEC-IAP

18. Wolfe, Nathan. "Preventing the next pandemic." Scientific American, vol. 300, no. 4, 2009, pp. 

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