How the brain develops: a new way to shed light on cognition
Researchers introduce a new neurocomputational model of the human brain that could bridge the gap in understanding AI and the biological mechanisms underlying mental disorders.
A new study introduces a new neurocomputational model of the human brain that could shed light on how the brain develops complex cognitive abilities and advance neural artificial intelligence research. Published Sept. 19, the study was carried out by an international group of researchers from the Institut Pasteur and Sorbonne Université in Paris, the CHU Sainte-Justine, Mila – Quebec Artificial Intelligence Institute, and Université de Montréal.
A new study reveals the earliest evidence of opium use in the Land of Israel
A joint study by the Israel Antiquities Authority, Tel Aviv University and the Weizmann Institute of Science: reveals the world’s earliest evidence of opium use Opium residue was found in pottery vessels excavated at Tel Yehud, dating back to the 14th century BC.
According to the researchers, the Canaanites used the psychoactive drug as an offering for the dead. A new study by the Israel Antiquities Authority, Tel Aviv University and The Weizmann Instituteof Science has revealed the earliest known evidence of the use of the hallucinogenic drug opium, and psychoactive drugs in general, in the world. The opium residue was found in ceramic vessels discovered at Tel Yehud, in an excavation conducted by Eriola Jakoel on behalf of the Antiquities Authority. The vessels that contained the opium date back to the 14th century BC, and they were found in Canaanite graves, apparently having been used in local burial rituals. This exciting discovery confirms historical writings and archeological hypotheses according to which opium and its trade played a central role in the cultures of the Near East.
The research was conducted as part of Vanessa Linares’s doctoral thesis, under the guidance of Prof. Oded Lipschits and Prof. Yuval Gadot of Tel Aviv University’s Department of Archeology and Prof. Ronny Neumann of the Weizmann Institute, in collaboration with Eriola Jakoel and Dr. Ron Be’eri of the Israel Antiquities Authority, and The study was published in the journal Archaeometry.
In 2012, the Antiquities Authority conducted a salvage excavation at the Tel Yehud site, prior to the construction of residences there. A number of Canaanite graves from the Late Bronze Age were found in the excavation, and next to them burial offerings – vessels intended to accompany the dead into the afterlife. Among the pottery, a large group of vessels made in Cyprus and referred to in the study as “Base-Ring juglets,” stood out.
Il morbo di Alzheimer è diverso tra uomini e donne
Uno studio delle Università Statale di Milano, Insubria, Milano-Bicocca e Tor Vergata ha evidenziato che l’Alzheimer modifica l’interazione tra le proteine e la fisiologia delle cellule in modo differente tra uomini e donne. La pubblicazione su Cell Reports
Una donna che soffre del morbo di Alzheimer presenta un profilo metabolico differente da un uomo con la stessa patologia perché la malattia attiva o meno, a seconda del sesso, differenti meccanismi fisiopatologici.
Homo sapiens: un nuovo studio riconduce l’origine della specie a una popolazione isolata dell’Africa orientale di circa 200.000 anni fa
Un recente articolo, pubblicato sulla rivista Evolutionary Anthropology, a firma di docenti dalla Sapienza e dell’Università di Padova, si inserisce nell’attuale dibattito sull’origine evolutiva di Homo sapiens. La forma globulare di crani umani ritrovati in Etiopia, e comune a tutta l’umanità moderna, suggerisce che la specie sia nata da un piccolo gruppo isolato
Le ipotesi sull’origine di Homo sapiens sono sempre di grande interesse. L’ultimo significativo contributo al tema è fornito dall’articolo Pan‐Africanism vs. single‐origin of Homo sapiens: putting the debate in the light of evolutionary biology, pubblicato sulla rivista Evolutionary Anthropology, a firma di Giorgio Manzi, paleoantropologo del Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza, e di due docenti dell’università di Padova, la filosofa della scienza Andra Meneganzin e lo storico e filosofo della biologia Telmo Pievani.
Radiazioni ionizzanti: quando a basse dosi proteggono il DNA
Un nuovo studio, coordinato dal Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin della Sapienza, ha dimostrato che le basse dosi di radiazioni possono proteggere i cromosomi da stress genotossici. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Communications Biology
Sebbene non ci siano dubbi sul fatto che alte dosi di radiazioni ionizzanti come i raggi X e i raggi gamma possono avere gravi conseguenze biologiche, non sono ancora chiari i rischi delle basse dosi sulla salute umana.
Comprendere gli effetti associati alle basse dosi di radiazioni riveste un’importanza rilevante dal punto di vista sociale, proprio per le continue esposizioni a cui siamo giornalmente sottoposti, durante il lavoro o gli screening medici, ma anche per i frequenti viaggi aerei. Determinare con certezza questi rischi, in primo luogo sugli organismi modello, è quindi uno dei compiti centrali dell’epidemiologia e della biologia delle radiazioni.
200 nuovi pesci: il Mediterraneo è il mare più invaso al mondo
Una ricerca pubblicata dalla rivista ‘Global Change Biology’ e coordinata dall’Istituto per le risorse biologiche e biotecnologie marine del Cnr di Ancona ricostruisce la storia delle invasioni biologiche nel mare nostrum, che negli ultimi 130 anni ha subito l’arrivo di circa duecento nuove specie ittiche grazie al cambiamento climatico
Con centinaia di specie esotiche, il Mar Mediterraneo viene oggi riconosciuto come la regione marina più invasa al mondo. Una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Global Change Biology e coordinata dall’Istituto per le risorse biologiche e biotecnologie marine (Cnr-Irbim) di Ancona, ricostruisce questa storia per le specie ittiche introdotte a partire dal 1896.
“Lo studio dimostra come il fenomeno abbia avuto un’importante accelerazione a partire dagli anni ’90 e come le invasioni più recenti siano capaci delle più rapide e spettacolari espansioni geografiche”, spiega Ernesto Azzurro del Cnr-Irbim e coordinatore della ricerca. “Da oltre un secolo, ricercatori e ricercatrici di tutti i paesi mediterranei hanno documentato nella letteratura scientifica questo fenomeno, identificando oltre 200 nuove specie ittiche e segnalando le loro catture e la loro progressiva espansione. Grazie alla revisione di centinaia di questi articoli e alla georeferenziazione di migliaia di osservazioni, abbiamo potuto ricostruire la progressiva invasione nel Mediterraneo”. Tale processo ha cambiato per sempre la storia del nostro mare.
Disturbo dell’orientamento: chi colpisce e come prevenirlo
Un nuovo studio del Dipartimento di Psicologia della Sapienza rivela che sono più gli uomini che le donne a soffrire di disorientamento topografico evolutivo, un disturbo specifico dello sviluppo che colpisce la capacità di orientarsi. I risultati della ricerca, condotta su un campione di giovani italiani e pubblicata sulla rivista Plos One, aprono la strada a possibili strategie di prevenzione
Nell'ultimo decennio sono stati riscontrati diversi casi di individui affetti da disorientamento topografico evolutivo (DTD), un disturbo dello sviluppo neuropsicologico che colpisce la capacità di orientarsi.
Le persone che soffrono di questo disturbo hanno un livello intellettivo generale nella norma, non mostrano altri deficit cognitivi o disordini neurologici o psichiatrici e, solitamente, non presentano patologie o alterazioni cerebrali, ma solo difficoltà nelle capacità navigazionali, che vanno dai deficit di memoria topografica all’incapacità di riconoscere elementi dell’ambiente come punti di riferimento. Tutti i casi sono accomunati dall’incapacità di avere una rappresentazione mentale dell'ambiente per orientarsi nello spazio in modo adeguato.
Zanzare che trasmettono virus: tracciarle è importante. Con l’app Mosquito Alert, i cittadini aiutano i ricercatori
Monitorare le zanzare e i patogeni che possono trasmettere, come il virus West Nile, è importante per la salute pubblica e per la sanità animale. Un aiuto arriva anche da Mosquito Alert, l’app con cui i cittadini aiutano i ricercatori a tracciare le specie di zanzara presenti sul territorio
L’Italia è sempre al centro della ricerca scientifica sulle zanzare, che mai come ora vanno studiate con attenzione anche nel nostro paese. Con le loro fastidiose punture, infatti, le zanzare possono anche trasmettere malattie a uomo e animali. Questo succede prevalentemente in regioni tropicali dove oltre 700.000 morti all’anno sono attribuite a malattie trasmesse da zanzare. Si stima che circa metà della popolazione mondiale viva in aree dove è possibile contrarre un’infezione dalla puntura di una zanzara.
"Golf for Parkinson"
Nell’ambito del Golf for Parkinson, il “viaggio sportivo” organizzato dalla Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus per accendere i riflettori sulla malattia di Parkinson ospitato da 5 Golf Club esclusivi, distribuiti tra Nord – Centro e Sud Italia, sabato 10 settembre si è tenuta un’importante tappa presso il Sicilia’s Picciolo Etna Golf di Castiglione di Sicilia (CT). Con il patrocinio della Federazione Italiana Golf, dopo il successo delle prime due tappe, presso il Marco Simone Golf & Country Club a Guidonia e il Golf Club Courmayeur et Grandes Jorasses a Courmayer (61°Camoscio D’oro – Trofeo Marone Cinzano), partite lo scorso 9 luglio, si è giunti alla terza tappa siciliana che precederà gli appuntamenti del 5-6 novembre presso Castello Tolcinasco Golf Club e del 25-26-27 novembre presso San Domenico Golf (Savelletri di Fasano).
Usi e costumi dalla preistoria: marsupi portabebè e gioielli di famiglia
Gli ultimi scavi archeologici presso il sito preistorico ligure di Arma Veirana, condotti da un team internazionale di cui fanno parte ricercatori della Sapienza, forniscono prove riguardo l’utilizzo del marsupio per neonati già 10.000 anni fa
I marsupi portabebè esistevano già nell’antichità. A confermarlo gli ultimi scavi archeologici condotti presso il sito preistorico di Arma Veirana in Liguria, guidati da Claudine Gravel-Miguel (Arizona State University - ASU) in collaborazione con Emanuela Cristiani e Andrea Zupancich del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo Facciali della Sapienza (DANTE - Diet and Ancient Technology laboratory).
Le ricerche, confluite in un recente articolo pubblicato sul Journal of Archaeological Method and Theory, forniscono prove riguardo l’uso di marsupi per neonati risalenti a circa 10.000 anni fa.