Vincente il lavoro di equipe e l’efficacia del percorso terapeutico


Solare con occhi scurissimi, apparentemente timido ma in realtà affettuoso e cordiale con tutti. Questo è il piccolo Alejandro (nome di fantasia per tutelarne la privacy), ha solo 6 anni e viene dal Venezuela. Arriva a Napoli con la sua famiglia due anni fa, in cerca di una speranza. Nel suo Paese ha ricevuto una diagnosi di leucemia linfoblastica acuta, un tumore del sangue a progressione rapida. Il piccolo è subito affidato alle cure degli ematologi dell’Ospedale Santobono-Pausilipon che propongono, come strategia per sconfiggere la malattia leucemica
recidivante, un trapianto di cellule staminali. Ma a rendere difficile l’avvio del programma terapeutico è la presenza di un’infezione da virus dell’Epatite C, contratta dal piccolo durante le cure effettuate per debellare la leucemia. Questa infezione, infatti, rischia di compromettere severamente il fegato nell’immediato periodo pre- e post-trapianto di cellule staminali.

La docente di Patologia generale all'Università di Milano-Bicocca è l'unica italiana inserita dalla Bbc nell'elenco di coloro che stanno guidando il cambiamento

La professoressa Adriana Albini è tra le cento donne più influenti al mondo in questo 2020. La docente di Patologia generale all'Università di Milano-Bicocca e direttore del Laboratorio di Biologia Vascolare dell'IRCCS MultiMedica, nonché direttore scientifico della Fondazione MultiMedica onlus, è l'unica italiana inserita nell'elenco – stilato dalla Bbc – di coloro che stanno guidando il cambiamento in un anno sconvolto dalla pandemia. L'emittente britannica rimarca come la Albini sia la prima italiana eletta nel Board of Directors dell'American Association for Cancer Research, una delle più antiche e prestigiose associazioni oncologiche mondiali. Come presidente del Top Italian Women Scientists, il club delle scienziate italiane più citate in campo biomedico voluto della Fondazione Onda, è attiva nella promozione dell'impegno delle ricercatrici.

Sposata e madre di due figli, Adriana Albini è anche una campionessa di scherma Master: nel 2018 ha conquistato la medaglia di bronzo di spada ai Campionati del mondo per veterani 2018 e l'argento al Campionato Europeo del 2015.

 

La cataratta è una patologia oculare caratterizzata dall'opacizzazione del cristallino, essa è solitamente una condizione correlata all'invecchiamento, ma può insorgere a qualsiasi età a seguito all'utilizzo prolungato di cortisonici e in questo caso si parla di cataratta da cortisone.

I cortisonici appartengono al grande gruppo di composti chimici chiamati composti steroidei, o più semplicemente steroidi, presenti sia negli animali che nei vegetali, dove rivestono funzioni biologiche di fondamentale importanza. Il cortisonico più comune in natura è il cortisolo (o idrocortisone), da cui derivano il cortisone e il corticosterone. I cortisonici sono potenti agenti antinfiammatori e immunosoppressivi, sono i farmaci d'elezione per contrastare le infiammazioni gravi (ad es. nel caso dell'artrosi reumatoide) e per inibire le reazioni di rigetto nei pazienti che hanno subito un trapianto d'organo.
Inoltre, essi rappresentano dei veri e propri salvavita in diverse situazioni, come ad esempio nel caso dello shock anafilattico o dell'asma bronchiale.


Il motore di ricerca ViruSurf svela come cambia il genoma del virus responsabile della pandemia

Dall’inizio del 2020, i laboratori di tutto il mondo sequenziano materiale genetico che deriva dai tamponi positivi di persone affette da COVID-19 e depositano poi le sequenze virali in tre principali banche dati: GenBank, COG-UK e GISAID. Per muoversi
agilmente in questa enorme mole di dati e “surfare” alla ricerca di connessioni utili alla comprensione del virus, il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano guidato dal Prof. Stefano Ceri ha realizzato
ViruSurf (http://gmql.eu/virusurf), un motore di ricerca che si avvale di un database centralizzato collocato al Politecnico. Il database viene aggiornato periodicamente e ad oggi contiene 200,516 sequenze di SARSCoV-2, il virus responsabile della pandemia, e 33,256 sequenze di altre specie, anch’esse associate ad epidemie di interesse per l’uomo, tra cui SARS, MERS, Ebola e Dengue.
Ogni sequenza è descritta secondo quattro prospettive: le caratteristiche del virus e dell’organismo ospite, la tecnologia utilizzata, il progetto di sequenziamento, le mutazioni dei nucleotidi e degli amino acidi che si trovano in diversi geni. Il vantaggio di ViruSurf è di includere un algoritmo che calcola le mutazioni virali in maniera omogenea, ovvero indipendente dalla loro provenienza, gestito su cloud per ridurre i tempi di esecuzione. Il database è ottimizzato per offrire risposte istantanee agli utilizzatori del motore di ricerca.


Appena pubblicato lo studio del Politecnico di Milano sul New Journal of Chemistry.

Fermare la replicazione di SARS-CoV-2 è possibile grazie ad un composto denominato EBSELEN: un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano ha reso noto sul prestigioso New Journal of Chemistry aspetti rilevanti al meccanismo di blocco della replicazione. Nella propagazione di un virus due momenti importanti sono la sua capacità di entrare nelle cellule dell’ospite, cioè di infettarlo, e quindi di replicarsi nelle cellule infettate. Per quando riguarda SARS-CoV-2, la proteina Mpro gioca un ruolo importante nella replicazione e trascrizione del virus. Mpro costituisce quindi un bersaglio particolarmente promettente per bloccare il virus stesso perché un composto che inibisca Mpro, blocca il virus. In questo studio i ricercatori chiariscono il meccanismo di blocco di Mpro da parte di EBSELEN che si è rivelato l’inibitore più potente di Mpro in uno studio che ha esaminato circa 10.000 composti selezionati.

 

Numero giornaliero di individui infetti osservati in Veneto e Puglia durante l’epidemia di Covid-19.

Uno studio multidisciplinare, condotto a maggio 2020, analizza le concentrazioni in atmosfera di SARS-CoV-2 a Venezia e Lecce, evidenziandone le implicazioni per la trasmissione airborne. La ricerca, pubblicata su Environment International, è stata condotta da Cnr-Isac, Università Ca' Foscari Venezia, Cnr-Isp e Istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata

La rapida diffusione del Covid-19, e il suo generare focolai di differente intensità in diverse regioni dello stesso Paese, hanno sollevato importanti interrogativi sui meccanismi di trasmissione del virus e sul ruolo della trasmissione in aria (detta airborne) attraverso le goccioline respiratorie. Mentre la trasmissione del SARS-CoV-2 per contatto (diretta o indiretta tramite superfici di contatto) è ampiamente accettata, la trasmissione airborne è invece ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica.


Grazie ad uno studio multidisciplinare, condotto dall’Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Lecce, dall’Università Ca’ Foscari Venezia, dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) di Venezia e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (Izspb), sono state analizzate le concentrazioni e le distribuzioni dimensionali delle particelle virali nell’aria esterna raccolte simultaneamente, durante la pandemia, in Veneto e Puglia nel mese di maggio 2020, tra la fine del lockdown e la ripresa delle attività.


Novembre è il mese dedicato alla prevenzione urologica ma in Italia solo il 10/20% degli uomini si sottopone ad una visita di prevenzione, secondo i dati presentati dalla Società Italiana di Urologia (SIU). Prostatite, tumore della prostata e infertilità sono alcune delle patologie nemiche degli uomini che, associate a stili di vita poco sani, come alcool e fumo, possono incidere in modo importante sulla qualità di vita. La prevenzione è lo strumento più utile alla diagnosi precoce ma quando è utile iniziare a sottoporsi a visite urologiche? Ogni quanto?

Ce ne parla il Dott. Marco Musy, specialista in Urologia presso il Poliambulatorio Specialistico San Raffaele Termini, dove è presente l’ambulatorio urologico al quale è possibile rivolgersi per eseguire controlli periodici.

Perché è importante sottoporsi a controlli urologi periodici?

“La prevenzione è l'unico strumento che possiamo adoperare per una diagnosi precoce di malattia. In ambito urologico questo principio vale per la diagnosi di patologie dell'apparato urinario maschile e femminile, e in ambito andrologico, delle patologie dell'apparato genitale maschile”.


Un lavoro coordinato dal Dipartimento di Medicina sperimentale e pubblicato sulla rivista EBioMedicine del gruppo The Lancet, identifica in un autoanticorpo un possibile indicatore di resistenza ai trattamenti immunoterapici nei pazienti con carcinoma polmonare
L’ultima frontiera della lotta al cancro è rappresentata da terapie che armano il sistema immunitario del paziente in modo che sia in grado di riconoscere e annientare le cellule tumorali. Cosa accade se il sistema immunitario ha un difetto? In questo caso è molto probabile che si inneschi un meccanismo di resistenza all’immunoterapia usata contro il tumore compromettendo gravemente l’efficacia della cura.

La presenza di autoanticorpi può essere una spia di allarme di un sistema immunitario disfunzionale e l’identificazione di biomarcatori di questo sistema può essere una guida per la scelta della corretta terapia per il paziente.

 

Ma emergono preoccupazioni per l’uso ad alto rischio di cannabis e per i nuovi comportamenti a rischio di dipendenza. Sono i nuovi risultati dello studio europeo Espad (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs) coordinato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr. Più diffusi, tra gli adolescenti italiani, rispetto ai coetanei europei, gioco d’azzardo e cannabis

 Il fumo e il consumo di alcolici tra gli studenti europei di 15-16 anni mostrano segni di declino, ma emergono preoccupazioni per l’uso potenzialmente rischioso della cannabis e per le sfide poste dai nuovi comportamenti a rischio di sviluppare dipendenza. È quanto emerge dal nuovo Report dell’European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (Espad) pubblicato oggi. Lo studio, coordinato dal gruppo di ricerca italiano dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) e pubblicato in collaborazione con l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda), si basa sull’ultima rilevazione condotta nel 2019 in 35 Paesi europei, tra cui 25 Stati membri dell’Ue (1).



Ricerca italiana pubblicata su “Transplantation”: persone con determinate varianti genetiche avrebbero il doppio delle possibilità di ammalarsi

 Da uno studio realizzato dalla Rete trapianti del Servizio sanitario nazionale emerge una possibile correlazione tra la presenza di alcuni antigeni HLA (il sistema genetico responsabile della regolazione del sistema immunitario nell'uomo e della risposta di rigetto) e una maggiore predisposizione sia all’infezione da SARS-CoV-2 che a una sua evoluzione clinica negativa.

 La ricerca, realizzata grazie all’impegno del Centro nazionale trapianti e di tutti i coordinamenti regionali, è stata appena pubblicata su “Transplantation”,una delle più autorevoli riviste scientifiche di trapiantologia al mondo. Lo studio ha acquisito i dati sui pazienti positivi al coronavirus presenti al 22 marzo 2020 nel registro di sorveglianza epidemiologica del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, e li ha incrociati con i dati del Sistema informativo trapianti sul profilo genetico di ben 56.304 persone: i quasi 48mila pazienti con un trapianto d’organo funzionante realizzato in Italia dal 2002 a oggi e le oltre 8mila persone in lista d’attesa per un organo. Il match ha permesso di isolare, all’interno dell’intera popolazione italiana dei trapiantati e dei pazienti da trapiantare, 256 casi Covid-positivi e di analizzare nel dettaglio il possibile ruolo giocato nell’infezione da alcune caratteristiche del sistema immunitario come gli antigeni HLA e il gruppo sanguigno, informazioni abitualmente mappate nell’attività clinica trapiantologica.

 

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