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La reazione metabolica nei primi giorni di dieta rivela se dimagriremo e quanto
20 Lug 2020 Scritto da Università di Pisa
La scoperta dell’Università di Pisa e del National Institutes of Health statunitense pubblicata sulla rivista scientifica Metabolism Clinical and Experimental
“Sono a dieta, perché non perdo peso?” è un dilemma a cui la maggior parte di noi non trova una risposta conclusiva. Per dare una spiegazione a questo problema comune nelle persone che iniziano una dieta, c’è un nuovo studio dell’Università di Pisa e del National Institutes of Health statunitense pubblicato sulla rivista scientifica “Metabolism Clinical and Experimental”.
In base ai risultati di questo ricerca è infatti la risposta metabolica all’inizio della dieta a determinare la perdita di peso a lungo termine. Dal punto di vista quantitativo, se il metabolismo si riduce di 100 kcal al giorno questo si traduce in media in 2 kg di peso non perso dopo sei settimane di dieta.
“Ognuno di noi possiede uno specifico profilo metabolico – spiega Paolo Piaggi, bioingegnere dell’Ateneo pisano e autore senior dello studio – alcuni soggetti hanno un metabolismo più “risparmiatore” rispetto ad altri, ossia riducono maggiormente il loro consumo energetico giornaliero quando diminuiscono il loro introito calorico come, ad esempio, durante una dieta ipocalorica. Questi soggetti tendono quindi a perdere meno peso nel tempo dato che il loro organismo riduce molto il suo consumo energetico, pertanto la dieta ipocalorica in questi soggetti perde la sua efficacia in termini di calo di peso corporeo nel corso del tempo”.
Covid-19 è la causa diretta e unica di morte in quasi 1/3 (28,2%) dei decessi analizzati dall'ISTAT-ISS tra i pazienti positivi al virus.
16 Lug 2020 Scritto da Redazione
Il presente rapporto, prodotto congiuntamente dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), presenta un’analisi approfondita delle malattie presenti sulle schede di morte di soggetti diagnosticati microbiologicamente tramite tampone rino/orofaringeo positivo al SARS-CoV-2. Se le precedenti diffusioni1 avevano l’obiettivo di descrivere l’impatto della pandemia sui livelli di mortalità totale nei primi mesi del 2020, qui vengono approfonditi gli aspetti epidemiologici legati alla presenza di malattie o gruppi di malattie che hanno contributo al decesso al fine di comprendere in quanti casi COVID-19 sia stato effettivamente la causa principale, direttamente responsabile del decesso e quale sia stato il ruolo di altre malattie.
Sia la zanzara tigre (Aedes albopictus) che la zanzara comune (Culex pipiens) non sono in grado di trasmettere il virus SARS-CoV-2. Lo dimostrano i dati preliminari di uno studio condotto da un team di entomologi e virologi dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, proprio per valutare, attraverso prove di infezione sperimentale, la competenza vettoriale delle due specie di zanzare. La ricerca ha mostrato che il virus, una volta penetrato all’interno della zanzara mediante un pasto di sangue infetto, non è in grado di replicarsi e quindi di essere successivamente inoculato dalla zanzara attraverso una puntura.
Una risposta contro il Covid-19: la glicoproteina lattoferrina, una componente dell’immunità innata
15 Lug 2020 Scritto da Comunicato stampa Università Tor VergataUna risposta contro il Covid-19: la glicoproteina lattoferrina, una componente dell’immunità innata - pubblicato uno studio da un team di Clinici di Tor Vergata e della Sapienza, sulla rivista Journal of Molecular Sciences
La recente pandemia da SarsCov2 ha riunito gli sforzi della comunità scientifica per identificare i target virali, perfezionando terapie mirate al controllo della malattia, che ha causato più di cinquecentomila decessi nel mondo.
Tra le considerazioni e gli approfondimenti scientifici un dato è emerso durante la fase cruciale della pandemia, ossia che i bambini pur essendo contagiati dal virus, hanno avuto sintomi decisamente più lievi degli adulti, e solo in rarissimi casi l’infezione si è aggravata. Ancora molto c’è da capire su questo aspetto, ma tra le motivazioni si pone l’attenzione sul ruolo dell’immunità innata e umorale dei piccoli pazienti, con funzioni probabilmente più restrittive ed efficaci nei confronti del Covid-19 rispetto agli adulti. A ben vedere infatti il sistema di difesa dei bambini risponde rapidamente alle infezioni con l’immunità naturale aspecifica e con la produzione di anticorpi. Una proteina dell’immunità naturale, la lattoferrina presente già nel latte materno, protegge dalle infezioni come una rete a maglie strette, impedendo ai patogeni (virus, batteri, funghi) il passaggio nelle cellule della mucosa respiratoria e intestinale.
GLI ITALIANI TORNANO A FARE SPORT L’ORTOPEDICO BENAZZO: ECCO IL DECALOGO PER ALLENARSI IN SICUREZZA
15 Lug 2020 Scritto da Comunicato MedinewsDopo il periodo di interruzione, dovuto al Covid-19, la ripresa dell’attività fisica espone a maggior rischio di infortuni. Le regole per non compromettere muscoli e articolazioni, stilate da uno dei massimi specialisti in traumatologia e consulente di atleti professionisti.
Brescia, 15 luglio 2020 – Dopo mesi di lock-down, l’attività fisica all’aperto è ripresa a pieno ritmo. Ma la cautela è d’obbligo; il rischio di andare incontro ad infortuni è infatti proprio dietro l’angolo, poiché “dopo un periodo di interruzione sia chi pratica sport con regolarità da anni, che chi ha cominciato da poco, perde l’elasticità muscolare tendinea, la forza e subisce una riduzione della propriocezione articolare”. A spiegarlo è il Prof. Francesco Benazzo, ortopedico di fama internazionale, dal mese di marzo nell’equipe della Poliambulanza di Brescia, noto per la sua specializzazione in ambito sportivo, Consulente della Federazione italiana di Atletica leggera e delle squadre di vari club calcistici, dal 2014 Fondatore e Presidente del Co.R.S.A (Consorzio Universitario Pavese, per la Riabilitazione Sportiva degli Atleti). Il Professore invita alla gradualità nella ripresa dell’attività fisica e stila un decalogo delle regole che è bene seguire a tutela della propria salute.
Cancro al colon-retto: la scoperta che facilita l’inibizione del gene “incurabile”
15 Lug 2020 Scritto da Università di TorinoPubblicato sulla rivista “Cancer Discovery” lo studio che suggerisce come aggredire clinicamente i tumori con la mutazione G12C del gene KRAS utilizzando farmaci contro il Recettore del Fattore di Crescita Epidermico
È stato pubblicato, sulla rivista scientifica Cancer Discovery, lo studio dal titolo “EGFR blockade reverts resistance to KRASG12C inhibition in colorectal cancer”, condotto da un team internazionale di esperti guidato da Alberto Bardelli, direttore del Laboratorio di Oncologia Molecolare all’IRCCS Candiolo e docente del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino e coordinato da Sandra Misale, dottorata dell’Università di Torino, e attualmente ricercatrice associata al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. Il team ha esaminato su modelli cellulari gli effetti di AMG510, un farmaco sperimentale contro il cancro che agisce da inibitore del gene KRAS G12C.
Osservare l’aggregazione delle proteine in vivo: un nuovo sistema sintetico fa luce sui meccanismi “segreti” delle cellule
14 Lug 2020 Scritto da La Sapienza Università di Roma
Un team di ricerca internazionale con un forte contributo della Sapienza ha sviluppato un sistema sintetico che permette di studiare in vivo il meccanismo di aggregazione delle proteine nelle cellule. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Chemical Biology, apre nuove strade alla comprensione di un meccanismo che, se non funziona correttamente, può causare l’insorgenza di gravi patologie
Le cellule sono alla base della vita di qualunque organismo vivente. Il loro corretto funzionamento si basa su una precisa organizzazione interna dello spazio, tramite la quale le proteine e gli acidi nucleici sono in grado di svolgere efficacemente il proprio compito.
Fino a pochi anni fa si credeva che l’organizzazione interna delle cellule fosse dovuta unicamente alla presenza di alcuni organelli separati dal resto del citoplasma da membrane. Recentemente è stato invece scoperto che esiste un certo numero di organelli, detti condensati biomolecolari, che sono sprovvisti di membrana e svolgono un ruolo importante nell’omeostasi cellulare, poiché sono in grado di adattare la propria struttura e funzione a variazioni dell’ambiente interno ed esterno alla cellula stessa. Inoltre, i meccanismi alla base della formazione di questi organelli, composti principalmente da proteine e acidi nucleici, sembrano essere coinvolti anche nella patogenesi di malattie come l’Alzheimer, la SLA e la demenza frontotemporale, tutte patologie causate da un’aggregazione anomala di proteine.
Studio Sars-Cov-2: cosa è successo in Lombardia e quali vantaggi porterà alla ricerca in futuro?
13 Lug 2020 Scritto da Ospedale Niguarda Milano
Il virus ha attaccato la Lombardia con un “assalto multiplo e concentrico”. Sono almeno 2 i ceppi circolanti (lineages) da metà gennaio: a rivelarlo uno studio promosso da Fondazione Cariplo e realizzato dai ricercatori dell’Ospedale Niguarda di Milano e del Policlinico San Matteo di Pavia. L’analisi fornisce importanti indicazioni per chi dovrà lavorare sul vaccino e sulle cure in futuro; anche per questo motivo, i dati sono stati messi a disposizione della comunità scientifica internazionale.
Sono stati presentati questa mattina i risultati dello studio promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo condotto dai ricercatori della ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano e della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.
Si tratta dello studio più ampio condotto sino ad oggi sul sequenziamento del virus SARS-CoV-2 in una stessa area geografica, che fotografa quanto è accaduto dall’inizio dell’anno attraverso un approccio scientifico “evidence-based”. Sono state analizzate le sequenze genomiche virali da circa 350 pazienti, provenienti da aree diverse della Lombardia.
Pubblicato studio sull'emicrania: nel 94% dei casi la terapia chirurgica è la soluzione
13 Lug 2020 Scritto da Università di GenovaQuando il "mal di testa" è invalidante
L’emicrania e le cefalee muscolo-tensive sono due patologie estremamente comuni ed altamente invalidanti, la cui presenza influisce molto negativamente sulla qualità di vita dei pazienti affetti. Il dolore può essere continuo o pulsante, localizzato o generalizzato a tutta la testa, con eventuali irradiazioni al collo, alle spalle e (raramente) alle braccia, con presenza di nausea o vomito, fastidio alla luce, suoni, odori e al movimento.
I pazienti colpiti sono costretti ad assumere notevoli quantità di medicinali con, spesso, fenomeni di sovraccumulo ed effetti collaterali sgradevoli.
Recenti teorie relative all’insorgenza dell’emicrania e delle cefalee muscolo-tensive hanno confermato come queste, in molti casi, siano strettamente correlate all’irritazione di alcuni nervi superficiali, localizzati a livello della fronte o dello scalpo, compressi da piccoli vasi o muscoli circostanti, e che questi “punti scatenanti” (trigger points) possano essere eliminati mediante un intervento chirurgico mininvasivo.
Vespe, api, tafani e meduse: che fare in caso di puntura o morso?
10 Lug 2020 Scritto da Valentina Meschia , Policlinico di Milano
Con l’arrivo dell’estate può capitare di essere punti da una vespa o da un’ape, di essere morsi da un tafano o da una vipera, di imbattersi nei tentacoli di una medusa o di mettere un piede su una tracina. Cosa fare per un soccorso corretto e immediato?
Ne parliamo con Valerio Pravettoni, medico allergologo del Centro di riferimento per la prevenzione e la diagnosi dell’allergia al veleno di imenotteri del Policlinico di Milano.
√ Puntura di vespe, calabroni, api e bombi
- Cosa sapere?
La reazione alla puntura degli imenotteri, cioè vespe, calabroni, api e bombi, è molto soggettiva poiché dipende dalla risposta immunitaria della singola persona. Quando ci pungono questi insetti iniettano con il loro pungiglione una certa quantità di veleno* che il nostro organismo riconosce come estranea e cerca, per così dire, di combatterla per eliminarla.
In base alla sensibilità individuale i sintomi possono essere diversi: si va da normali manifestazioni locali (reazione cutanea) al coinvolgimento di tutto l’organismo (reazione sistemica). Questo spiega il motivo per cui in alcune persone la puntura di una vespa provoca solo un po’ di dolore e un leggero fastidio nella sede di puntura che passa nel giro di poche ore; mentre in altre, la stessa puntura può causare reazioni più gravi che in alcuni casi possono portare anche a morte.