"Nella maggior parte dei casi - spiega Francesco Macchini, chirurgo pediatrico che insieme alla collega Anna Morandi ha operato i tre bimbi - queste malformazioni, se trattate correttamente, non hanno conseguenze significative sulla qualità di vita dei bambini. Nei primi anni sono previsti controlli ambulatoriali multidisciplinari che con la crescita diventano sempre più diradati. La funzionalità respiratoria è in genere sovrapponibile a quella di tutti gli altri bambini". In tutti e tre gli interventi è stato asportato il lobo polmonare malato con una tecnica mini-invasiva chiamata toracoscopia, che offre numerosi vantaggi: il piccolo recupera in modo molto più rapido, ci sono minori complicanze post-intervento, il dolore post-operatorio è significativamente minore, e si evitano grandi cicatrici. Alla Chirurgia Pediatrica del Policlinico di Milano, guidata da Ernesto Leva, questo tipo di intervento è la prima scelta già da 7 anni.
Di norma, l'intervento per correggere la malformazione polmonare congenita viene effettuato quando il piccolo ha circa 6 mesi di vita, ma per i 3 bimbi è arrivata Covid-19 a complicare tutto: "La pandemia - aggiunge Macchini - ci ha costretto a posticipare le operazioni, pur rimanendo entro i tempi ritenuti sicuri e ragionevoli dai maggiori esperti internazionali, cioè sotto l'anno di vita. I bambini sono stati monitorati strettamente durante la fase critica della Covid-19 per individuare e trattare precocemente eventuali complicanze, che nei nostri casi non si sono verificate. Qualche settimana fa, con la ripresa delle attività chirurgiche, i bimbi sono stati operati ad una media di 10 mesi di età. Il decorso operatorio è stato buono, e sono già stati tutti dimessi. Abbiamo in programma già altri 3 interventi di questo tipo, di cui due piccoli pazienti provenienti da fuori Regione".
L'intervento in toracoscopia "è una procedura tecnicamente molto complessa, possibile solo dopo un adeguato addestramento. Non molti centri di Chirurgia Pediatrica, nazionali e internazionali, sono in grado di offrirla. Negli ultimi anni - conclude Francesco Macchini - il nostro Ospedale è diventato riferimento nazionale per il trattamento di queste patologie. Operiamo 10-15 casi all'anno, numeri elevati per una patologia congenita rara, e pubblichiamo costantemente studi scientifici sull'argomento". Tutti questi risultati, sottolineano gli esperti della Chirurgia Pediatrica, sono stati possibili "anche grazie alla grande professionalità e disponibilità dei colleghi anestesisti, in particolare Luisa Napolitano, del personale del blocco operatorio coordinato dal caposala Carlo Scala e dal personale infermieristico coordinato dalla caposala Annarita La Torre. Senza la loro dedizione nel risolvere le immaginabili difficoltà legate alla 'ripartenza' post-Covid, non avremmo potuto raggiungere questi grandi risultati".