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Scoperta una possibile relazione tra le attività enzimatiche della molecola CD 38 e l'infezione da COVID-19
12 Apr 2021 Scritto da Università degli studi di Torino
In uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Physiological Reviews, ricercatori e studiosi del Dipartimento Scienze Mediche dell’Università di Torino e Fondazione Ricerca Molinette presentano una nuova prospettiva medica che parte dall’ipotesi che la molecola CD38 e le sue attività enzimatiche esercitino un ruolo nella infezione da Covid-19.
CD38 è una molecola la cui origine risale a circa 950 milioni di anni fa nella storia della vita. Nell’uomo è stata identificata nel contesto degli sforzi del Workshop sugli Antigeni di Differenziamento, alla fine degli anni ’70. Il Laboratorio di Immunogenetica dell’Università di Torino ha caratterizzato gene e struttura di CD38 e soprattutto ne ha anticipato le applicazioni in clinica (1). Inizialmente la molecola CD38 è stata considerata come un marcatore di popolazioni cellulari circolanti nel sangue e particolare attenzione è stata dedicata alla leucemia linfatica cronica, di cui è diventata un indicatore di stadiazione (2). Oggi la molecola è ampiamente impiegata in clinica come target di anticorpi monoclonali nella terapia del mieloma multiplo .
Distrofia di Duchenne: l’impatto delle alterazioni del timo
09 Apr 2021 Scritto da Università degli studi di Milano
Uno studio dei ricercatori dell’Università Statale di Milano e Policlinico di Milano, pubblicato su Nature Communications, prende in analisi il ruolo del sistema immunitario nella distrofia muscolare di Duchenne.
Pubblicato su Nature Communications uno studio dei ricercatori dell’Università Statale di Milano e del Policlinico di Milano, in cui viene dimostrata una vera e propria disregolazione immunitaria che partecipa ad aggravare la fragilità muscolare ed il progressivo danneggiamento dei muscoli distrofici.
L’alterazione presente nel sistema immunitario di un individuo con distrofia muscolare si riflette infatti nell’alterata maturazione dei globuli bianchi del sangue (linfociti) che finiscono per migrare nei muscoli rilasciando sostanze infiammatorie che attivano segnali di danno con riduzione della massa muscolare e conseguente formazioni di tessuto fibrotico cicatriziale. “Questa scoperta cambia la visione eziopatologica della distrofia muscolare di Duchenne ed offre la possibilità di indagare nuovi trattamenti farmacologici volti a controllare la non corretta attivazione del sistema immunitario dei soggetti con distrofia muscolare” commenta il coordinatore della ricerca Yvan Torrente, neurologo del “Centro Dino Ferrari” dell’Università Statale di Milano e del Policlinico di Milano.
Malattie mitocondriali e nuova farmacologia : la piocianina è efficace per recuperare l'attività motoria
09 Apr 2021 Scritto da Università di Padova
Pubblicato su «Nature Communications» con il titolo “Exploiting pyocyanin to treat mitochondrial disease due to respiratory complex III dysfunction” lo studio del team interdisciplinare dell’Università di Padova coordinato dalla Professoressa Ildiko Szabo in cui viene dimostrata l’efficacia della piocianina nel trattamento di alcune patologie mitocondriali. Lo studio è stato effettuato sia con cellule di pazienti che in modelli preclinici.
La ricerca, interamente finanziata dalla Fondazione Telethon, è frutto della collaborazione dei gruppi di ricerca dell’Ateneo patavino che ha come leader i Professori Ildiko Szabo, Rodolfo Costa e Cristiano De Pittà del Dipartimento di Biologia, Mario Zoratti del CNR e Carlo Viscomi del Dipartimento di Scienze Biomediche e Massimo Zeviani del Dipartimento di Neuroscienze e apre la strada ad una nuova farmacologia di alcune malattie mitocondriali.
I cavalli si riconoscono allo specchio, la conferma da un nuovo studio dell’Università di Pisa
09 Apr 2021 Scritto da Università di Pi
La ricerca pubblicata sulla rivista Animal Cognition ha replicato un precedente esperimento con un maggior numero di animali e una metodologia più rigorosa
I cavalli si riconoscono allo specchio, non ci sono dubbi secondo gli etologi e i veterinari dell’Università di Pisa. La conferma è arrivata grazie ad un nuovo lavoro pubblicato sulla rivista Animal Cognition e condotto presso il Centro Addestramento Etologico (San Marcello Pistoiese, Pistoia). Lo studio ha replicato un precedente esperimento ampliando il numero di animali coinvolti e applicando una metodologia ancora più rigorosa per ottenere risultati standardizzati e incontrovertibili.
Imparare dai meteoriti per migliorare le protesi ossee
08 Apr 2021 Scritto da Istituto di cristallografia (Cnr-Ic), Sapienza Università di Roma, Università Roma Tre, ISIS Neutron and Muon Source (Didcot, U.K.)Uno studio dell’Istituto di cristallografia del Cnr in collaborazione con le università Sapienza e Roma Tre e con l’ISIS Neutron and Muon Source (UK), ha permesso di ottenere la prima caratterizzazione completa della whitlockite, un minerale presente anche nei meteoriti. I risultati contribuiranno ad ottenere materiali più performanti per utilizzo biomedicale. Lo studio è pubblicato su Crystals.
Una ricerca condotta dall’Istituto di cristallografia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ic) con le università Sapienza e Roma Tre e con l’ISIS Neutron and Muon Source (UK) ha analizzato per la prima volta dettagliatamente la struttura del minerale whitlockite, un raro fosfato di calcio naturale presente in rocce granitiche terrestri e nei meteoriti condriti. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Crystals.
Perché è importante conoscere in modo dettagliato la struttura di questo minerale? “La whitlockite è la controparte naturale del biomateriale sintetico tricalcio fosfato (Tcp), utilizzato in ortopedia e in odontoiatria sotto forma di cementi, filler e rivestimenti”, spiega Francesco Capitelli, ricercatore del Cnr-Ic e autore della ricerca.
NUOVO PROTOCOLLO SPERIMENTALE PER CAPIRE I MECCANISMI DELLE TROMBOSI
07 Apr 2021 Scritto da Università di Padova
È il primo passo per creare nuovi inibitori di proteasi con applicazioni farmacologiche.
Pubblicato sulla rivista «Nature Communication» con il titolo “Mapping specificity, cleavage entropy, allosteric changes and substrates of blood proteases in a high-throughput screen” lo studio per l’identificazione veloce di proteine ed enzimi coinvolti nel processo di coagulazione ematica. La ricerca ha tra gli autori il Prof. Vincenzo De Filippis e la Dott.ssa Laura Acquasaliente del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova e il Dott. Federico Uliana, già laureando in Scienze Chimiche nel laboratorio del Prof. De Filippis ed ora ricercatore all’ETH di Zurigo.
Lo studio è il primo passo per la progettazione e sintesi di nuovi inibitori di proteasi con potenziali applicazioni farmacologiche in numerose delle patologie, tra le quali la trombosi. In un futuro prossimo basterà un’analisi del sangue o un prelievo di saliva per avere, attraverso un unico test, il profilo delle proteasi e sapere se tutte lavorano correttamente o se una o più hanno un’attività anomala che può causare la malattia. Lo studio è frutto della collaborazione tra il laboratorio di Quantitative Proteomics del Prof. Ruedi Aebersold (ETH, Zurigo, Svizzera) e il laboratorio di Chimica delle Proteine e di Ematologia Molecolare del Prof. Vincenzo De Filippis (Università di Padova).
Colpire i microRna potrebbe smascherare la vulnerabilità nascosta delle cellule staminali del cancro al seno
07 Apr 2021 Scritto da Policlinico di Milano
Sulla rivista internazionale Journal of Cell Biology pubblicati i risultati di un nuovo studio firmato dai ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dell’Università Statale di Milano. I dati aprono nuove prospettive per la cura del tumore mammario. La ricerca è stata sostenuta dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
È firmato da ricercatori esclusivamente italiani il recente studio pubblicato nel Journal of Cell Biology (JCB), prestigiosa rivista internazionale edita dalla Rockfeller University Press. Nello studio sono stati identificati i microRNA necessari a mantenere le cellule staminali tumorali, che contribuiscono alla crescita dei tumori al seno e alla ricomparsa del tumore dopo il trattamento. I dati rivelano che è sufficiente bloccare questi microRNA per rendere le cellule staminali più vulnerabili ad alcuni farmaci. Se i risultati ottenuti saranno confermati in studi clinici, le chemioterapie potrebbero in futuro risultare ancora più efficaci, migliorando la prognosi delle pazienti con forme aggressive di cancro al seno.
Covid: una massa muscolare ridotta aumenta rischio di complicanze
07 Apr 2021 Scritto da Policlinico di Milano
Un’indagine multicentrica coordinata dall’IRCCS Galeazzi e dall’IRCCS Policlinico San Donato rivela come una massa muscolare ridotta possa favorire complicanze nei pazienti ricoverati per Covid-19.
È stato pubblicato sulla rivista scientifica Radiology uno studio coordinato dall’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e dall’IRCCS Policlinico San Donato di Milano insieme all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara, all’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, alla Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero di Brescia, all’Istituto Europeo di Oncologia e all’Ospedale di Cento – in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Palermo e l’Università degli Studi del Piemonte Orientale – che ha dimostrato come la sarcopenia, ovvero una ridotta massa muscolare, rappresenti un fattore prognostico negativo nei pazienti ospedalizzati per Covid. L’obiettivo dello studio era stabilire quanto la ridotta massa muscolare fosse predittiva di decorso clinico sfavorevole nei pazienti Covid ricoverati nei reparti ordinari o in terapia intensiva, nel corso della prima ondata pandemica.
Le emozioni dietro la maschera: in che modo la pandemia cambia la capacità di leggere il volto
07 Apr 2021 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Lo studio, che ha coinvolto 122 soggetti in un esperimento online durante la primavera del 2020, ha evidenziato una maggiore difficoltà nel riconoscere le emozioni sui volti coperti dalle mascherine tradizionali rispetto a quelle dotate di una finestra di plastica trasparente che lascia intravedere la bocca. Il grado di affidabilità percepito resta però invariato. I risultati della ricerca, che ha visto la partecipazione del Dipartimento di Psicologia, sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports
Un tempo una rarità, nell'ultimo anno le mascherine sanitarie di ogni foggia e fattezza sono ormai arredo comune del nostro quotidiano. Fondamentali per contenere la pandemia di Covid-19, le mascherine comportano però alcuni effetti collaterali nella comunicazione non verbale, come documentato da un numero crescente di ricerche.
"Di norma, siamo piuttosto bravi ad associare un'emozione a una determinata espressione del volto. Ma quando questo è mascherato, facciamo molta più fatica” - commenta Marco Marini, dottorando del Dipartimento di Psicologia e primo autore di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Scientific Reports, in collaborazione con l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione e l’Istituto Di Neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche e l’Università di Torino.
Covid-19, Magi: "Decisivo gestire eventuali emergenze post vaccino, farmacisti non possono farlo da soli"
07 Apr 2021 Scritto da Omceo
"Bene che i farmacisti stiano facendo corsi di formazione per imparare a vaccinare, ma ritengo sempre indispensabile, per i pazienti, che sia sempre garantita la presenza di un medico in caso di una qualche reazione avversa. Il farmacista non e' in grado professionalmente di poter gestire una situazione di questo tipo". Lo dice il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.
"Il farmacista puo' vaccinare senza alcun problema- spiega Magi- ma deve esserci anche un medico disponibile, pronto ad intervenire nel caso si verifichi una situazione particolare o di emergenza, somministrando magari farmaci salvavita".
Magi resta dunque "sempre della stessa idea, d'altronde sono molti i farmacisti che la pensano come noi: anche loro vorrebbero avere la tranquillita' di avere un medico in caso di una qualche reazione avversa", conclude.