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Mercoledì, 15 Novembre 2023

Uno studio, coordinato dal Cnr-Isac e svolto in collaborazione con l’Università ‘Sapienza’ di Roma e le Università ‘Bicocca’ e ‘La Statale’ di Milano, dimostra che l’esposizione a nanoparticelle da traffico veicolare in ambiente urbano può generare risposte pro-infiammatorie nell’epitelio polmonare anche a basse concentrazioni di materiale particolato fine, le cosiddette polveri sottili. Lo studio è pubblicato su Scientific Reports.

L’esposizione a nanoparticelle di origine urbana, anche a bassi valori di materiale particolato fine (PM2.5), può generare risposte pro-ossidative ed infiammatorie, alla base dello sviluppo di malattie polmonari. È quanto emerge da uno studio, condotto e coordinato dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), in collaborazione con le Università ‘Bicocca’ e ‘La Statale’ di Milano, l’Università ‘Sapienza’ di Roma, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, pubblicato su Scientific Reports (Nature).

Pubblicato in Ambiente


Come avviene con altre dipendenze, come quella per il gioco d'azzardo o l'alcolismo, le persone workaholic non traggono maggior piacere durante l’attività lavorativa, ma hanno un tono emozionale negativo che permane per tutta la giornata. Una condizione che ha forti ripercussioni negative sulla salute, sul benessere psicologico e sulle relazioni con familiari e amici.

Il tono dell'umore delle persone workaholic – che soffrono cioè di dipendenza dal lavoro – è mediamente peggiore rispetto alle altre persone, anche quando stanno facendo ciò che più desiderano: lavorare. Un fenomeno che accosta la sindrome da dipendenza di lavoro (workaholism) ad altre dipendenze, come quella per il gioco d'azzardo o l'alcolismo. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Occupational Health Psychology e realizzato da Cristian Balducci, professore al Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell’Università di Bologna (Campus di Rimini), in collaborazione con il dottor Luca Menghini dell’Università di Trento e la professoressa Paola Spagnoli dell’Università della Campania "Luigi Vanvitelli".

Pubblicato in Medicina

Oggi, 15 novembre 2023, è stato inaugurato a Roma un importante evento internazionale: la prima Assemblea Plenaria della Piattaforma Multi-Stakeholder per la Resistenza Antimicrobica presso la sede della Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). Questo incontro di due giorni, che precede la Settimana Mondiale di Sensibilizzazione sulla Resistenza Antimicrobica del 2023, ha riunito oltre 150 Stakeholder provenienti da tutto il mondo, inclusi rappresentanti di governi, società civile, ricerca, università, settore privato, istituti finanziari, organizzazioni intergovernative e agenzie specializzate dell'ONU.


Il principale obiettivo di questa assemblea è affrontare collettivamente le sfide legate alla resistenza antimicrobica (RAM) e sviluppare strategie per preservare gli antimicrobici come medicinali essenziali per esseri umani, animali, piante ed ecosistemi. L'approccio One Health è al centro di questa iniziativa, che mira a coinvolgere tutte le componenti della salute umana, animale, vegetale e ambientale.
Questa è la prima volta che l'Assemblea Plenaria si riunisce dal lancio della Piattaforma per la Resistenza Antimicrobica nel 2022, un'iniziativa congiunta della FAO, del Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e dell'Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (WOAH), conosciute collettivamente come il Quadripartito.
Il meeting ha preso avvio con i discorsi di apertura dei leader delle quattro organizzazioni coinvolte, seguiti da panel su temi cruciali come la governance della Piattaforma e le proposte per i gruppi di azione. Il secondo giorno vedrà i partecipanti concentrarsi sulla preparazione per una fondamentale Riunione ad Alto Livello dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Resistenza Antimicrobica, prevista per il 2024, e definire una strategia comune all'interno della Piattaforma.
La RAM: Una Minaccia Globale alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile La resistenza antimicrobica rappresenta una minaccia crescente e complessa per la salute globale, lo sviluppo sostenibile, la sicurezza alimentare e la salute degli ecosistemi. Nel 2019, ben 5 milioni di decessi sono stati associati alla RAM batterica, di cui 1,3 milioni direttamente attribuibili a questo fenomeno. La resistenza antimicrobica compromette l'efficacia di antibiotici e altri agenti antimicrobici, rendendo le infezioni sempre più difficili da trattare e aumentando il rischio di diffusione di malattie gravi e persino mortali.
Le conseguenze si riflettono su scala globale: fino a 28 milioni di persone potrebbero cadere in povertà estrema se non vengono affrontate le sfide legate alla RAM. Inoltre, circa il 75% degli antibiotici non viene assorbito dagli animali, riversandosi nell'acqua e nel suolo, contaminando direttamente l'ambiente circostante.
Soluzioni e Azioni Identificate

Affrontare la resistenza antimicrobica richiede sforzi concertati e azioni immediate. La ricerca di
soluzioni è volta a:
• Rafforzare la prevenzione e il controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie e negli stabilimenti
zootecnici e del settore alimentare.
• Garantire l'accesso a risorse fondamentali: acqua pulita, servizi igienici, igiene e vaccinazioni sono
essenziali per ridurre la necessità di antimicrobici.
• Minimizzare l'inquinamento e gestire correttamente rifiuti e igiene: una corretta gestione
ambientale è cruciale per prevenire la diffusione di sostanze nocive.
• Assicurare l'accesso a cure sanitarie di qualità: una sanità di qualità per tutti è fondamentale per
prevenire l'uso improprio di antimicrobici.

• Consultazioni di esperti: nei processi di produzione animale, alimentare e agricola, è di cruciale
importanza affidarsi alla consulenza di esperti per ridurre l'uso eccessivo di antimicrobici.

Pubblicato in Eventi

 

Uno studio condotto dall’Università degli studi di Trieste e pubblicato sulla rivista Climate of the Past apre nuove prospettive sull’uso dei modelli climatici.

Il riscaldamento globale sulle Alpi procede a velocità quasi doppia rispetto alla media globale: un processo dalle conseguenze molto impattanti che trova un precedente in senso opposto nell’ultima glaciazione.

Lo studio condotto dall’Università degli studi di Trieste appena pubblicato sulla rivista internazionale “Climate of the Past” dal titolo “Atmosphere–cryosphere interactions during the last phase of the Last Glacial Maximum in the European Alps” ha stimato come tra 26mila e 21mila anni fa il clima delle Alpi abbia registrato valori di raffreddamento quasi doppi rispetto alla scala globale. L’equazione utilizzata per ricostruire il paleoclima – ossia, il clima di periodi geologici e storici precedenti lo sviluppo degli strumenti di misura delle componenti climatiche e del tempo atmosferico – in questa zona funziona anche in direzione opposta e offre utili indicazioni rispetto al futuro.

Pubblicato in Ambiente
Mercoledì, 15 Novembre 2023 10:06

New guidelines for peripartum depression



Pregnancy and the first year postpartum – referred to as the peripartum period – are a period of tremendous physiological, psychological, and social changes in a woman’s life. An estimated 1 in 5 women develop mental health problems during the peripartum period, with depression and anxiety being the most prevalent mental health problems. Only half of these women will ever receive a diagnosis and even less will be fortunate to receive treatment.

Over the last four years the Riseup-PPD COST Action have been working to advanced research, practice, and foster collaborative work within Europe and beyond to improve understanding and treatment of peripartum depression (PPD). Their latest and final Action output is the production of evidence-based clinical practice guidelines to address peripartum depression.

Pubblicato in Scienceonline

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