Così sono cambiati gli oceani negli ultimi 25 anni
Rappresentazione della classificazione geografica delle regioni oceaniche che mostrano dinamiche di cambiamento omogenee, ottenuta mediante l'algoritmo K-means.
Pubblicato su Science Advances lo studio condotto da Cnr-Ismar e Stazione Zoologica Anton Dohrn che adotta un approccio innovativo per comprendere come gli oceani, negli ultimi 25 anni, abbiano risposto ai cambiamenti climatici a livello globale e l’impatto di tali cambiamenti sugli organismi marini microscopici.
No fish, whales, or plankton: An ocean without life will absorb less carbon emissions and accelerate climate change
Have you ever thought about what would happen if all life in the ocean disappeared? A recent study explores this extreme scenario to understand how ocean biology shapes the past, present, and future climate.
The ocean plays a critical role in regulating Earth’s climate. It is a massive carbon store that absorbs about 25 percent of human-caused emissions and thus helps maintain a relatively low CO2 level in the atmosphere. But what would happen if all marine life – from the tiniest plankton to the largest whales – disappeared? A recent study delves into this extreme scenario to uncover the crucial role that ocean biology plays in mitigating climate change.
Farmaco per il Diabete come Possibile Trattamento per il Cancro alla Prostata
Un team internazionale di scienziati guidato dall'Università Medica di Vienna ha identificato delle similitudini nei meccanismi di diabete e cancro: come dimostrano i ricercatori, la proteina PPARγ, centrale nella regolazione dei processi metabolici, può influenzare anche la crescita delle cellule del cancro alla prostata. PPARγ è già nota per essere un bersaglio di alcuni farmaci utilizzati per trattare il diabete di tipo 2. I risultati dello studio, pubblicati sulla prestigiosa rivista Molecular Cancer, indicano che tali farmaci potrebbero rappresentare un approccio promettente anche per il trattamento del cancro alla prostata.
Dallo studio dei pollini un nuovo metodo per la cura dell’ambiente
Pubblicato su Science Advances lo studio condotto da Cnr-Ismar e Stazione Zoologica Anton Dohrn che adotta un approccio innovativo per comprendere come gli oceani, negli ultimi 25 anni, abbiano risposto ai cambiamenti climatici a livello globale e l’impatto di tali cambiamenti sugli organismi marini microscopici
Un team di ricerca che ha coinvolto l’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Ismar) e la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli (SZN) ha per la prima volta applicato un modello climatico a ricostruzioni 3D basate sulle osservazioni per comprendere lo stato di salute degli oceani negli ultimi 25 anni: l’obiettivo era quantificare e descrivere la dinamica dei cambiamenti avvenuti in tale arco temporale e il loro impatto su fitoplancton e altri organismi marini. I risultati sono pubblicati su Science Advances.
Lo studio ha adottato una metodologia empirica innovativa per identificare i comportamenti emergenti a lungo termine della dinamica oceanica e i loro effetti sugli organismi marini: in particolare, sono state prese in esame sei componenti fisiche fondamentali per descrivere la dinamica degli strati oceanici superficiali – temperatura, salinità, profondità dello strato mescolato superficiale, energia associata alle correnti orizzontali e verticali, energia immessa negli oceani dal vento-, e un indicatore quantitativo dell'abbondanza degli organismi fitoplanctonici, le microalghe che costituiscono la base della catena alimentare e contribuiscono al sequestro della CO2 atmosferica.