Dal Dna antico la storia dei Caraibi prima dell’arrivo degli europei
Un team internazionale di genetisti, archeologi, antropologi e fisici, tra cui Alfredo Coppa del Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza, ha analizzato il Dna di 174 individui che vivevano più di 2000 anni fa in quelle che oggi sono le isole di Bahamas, Cuba, la Repubblica Dominicana, Haiti, Puerto Rico, Guadeloupe, Santa Lucia, Curaçao e Venezuela. Lo studio, pubblicato su Nature, ha messo in luce la storia delle popolazioni caraibiche prima dell’arrivo degli europei, rispondendo a domande rimaste irrisolte fino a questo momento.
La prima colonizzazione dei Caraibi risale all’inizio dell’epoca arcaica, circa 6000 anni fa; dopo circa 3/4000 anni è iniziata l’Età della ceramica e ancora altri 2000 anni dopo sono arrivati i primi navigatori europei. Molte sono le domande che riguardano le popolazioni originarie di queste terre, lavoratori della pietra prima e della ceramica dopo: se avessero o no la stessa discendenza; quanto numerose fossero al momento dell’arrivo dei colonizzatori europei e se gli abitanti moderni delle aree che oggi corrispondono alle isole di Bahamas, Cuba, la Repubblica Dominicana, Haiti, Puerto Rico, Guadeloupe, Santa Lucia, Curaçao e Venezuela abbiano un Dna riconducibile alle antiche popolazioni.
Valeteviatores, le epigrafi latine digitalizzate diventano un video-gioco storico
Il progetto, coordinato dall'Università di Navarra, si propone di acquisire le scansioni in 3D di una selezione di iscrizioni latine conservate in varie città romane, dal Portogallo a Roma, passando per la Francia e la Spagna, che saranno poi montate in un video-gioco storico
La Commissione europea, nell’ambito dalla Call EACEA/28/2019 del programma Creative Europe - Media (Bridging culture and audiovisual content through digital), ha cofinanziato, per un totale di 311.108,07 euro, il progetto Valete vos viatores: travelling through Latin inscriptions across the Roman Empire.
Il progetto, che prevede un anno e mezzo di lavoro, da gennaio 2021 a giugno 2022, è coordinato dall’Universtià di Navarra e si propone di acquisire le scansioni in 3D di una selezione di iscrizioni latine conservate in varie città romane, dal Portogallo a Roma, passando per la Francia e la Spagna, da inserire poi in un videogame (che sarà sviluppato da una società specializzata). Tema del gioco sarà un viaggio dai confini al centro dell’Impero Romano, con una speciale attenzione per la documentazione epigrafica, che del paesaggio antico costituiva una componente importante, spesso non adeguatamente valorizzata.
Nuove piante per mitigare il cambiamento climatico
Uno studio di prospettiva coordinato dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr, pubblicato su Global Change Biology, analizza come l’avvento di una nuova generazione di piante a basso contenuto di Clorofilla potrebbe essere un'arma in più nella lotta al cambiamento climatico, riducendo a parità di produzione l’assorbimento di radiazione solare.
Lo sviluppo delle società umane moderne è sempre stato accompagnato dall'introduzione di nuove piante coltivate. Praticamente tutti gli alimenti di origine vegetale che arrivano sulle nostre tavole provengono da varietà di piante che non esistevano nel passato. La "lunga marcia" per la creazione di nuove piante ha l'età dell'uomo moderno. È passata attraverso la selezione e domesticazione delle piante selvatiche, il miglioramento genetico attraverso incrocio e ibridazione, la mutagenesi (mutazioni genetiche indotte artificialmente in embrioni vegetali) e la transgenesi (trasferimento di geni da una specie all'altra). Oggi la tecnologia utilizzata è il cosiddetto "genome editing", ovvero la manipolazione diretta del codice genetico tesa a modificarne le proprietà. Ma se in passato si è puntato esclusivamente a migliorare le caratteristiche produttive e tecnologiche delle piante, oggi la frontiera si è allargata, includendo in primis la sostenibilità. É infatti urgente selezionare e creare nuove piante che possano contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico cercando di aumentare allo stesso tempo le potenzialità produttive delle varietà attualmente coltivate.
Come le particelle influiscono sul clima
L’Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Cnr-Isac) di Bologna ha osservato in Nepal come la formazione di particelle da processi biologici nella troposfera, lo strato dell’atmosfera più vicino alla Terra, possa influenzare il cambiamento climatico locale. I risultati sono pubblicati su Nature Geoscience.
L’Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna ha condotto osservazioni in continuo per un decennio presso il Nepal Climate Observatory at Pyramid, a 5.079 m di quota, nei pressi del campo base per la salita sul Monte Everest, dove è possibile studiare la formazione del particolato lontano dalle sorgenti antropiche. I risultati - pubblicati sulla rivista Nature Geoscience – dimostrano che grandi quantità di particelle si formano nelle valli himalayane a partire da precursori gassosi di origine naturale e possono essere trasportate in quota grazie ai sistemi dei venti di valle, fino in alta atmosfera, e possono influenzare il clima agendo come nuclei di condensazione delle nuvole.
Greenpeace: Allarme plastica nel make-up – Il video spot di DLV BBDO diretto da Matteo Rovere e interpretato da Greta Scarano
Diretto dal regista Matteo Rovere (Veloce come il vento, Il primo Re, Romulus) con la casa di produzione Groenlandia e con protagonista l’attrice Greta Scarano (Suburra, La Linea Verticale, Il Nome della Rosa), il video spot di Greenpeace realizzato dall’agenzia creativa DLV BBDO ha lo scopo di denunciare e sensibilizzare il pubblico sul tema dell’inquinamento dei mari e del Pianeta, focalizzandosi sulla presenza di ingredienti in plastica nei più comuni prodotti di make-up come mascara, rossetti, lucidalabbra, fondotinta, ciprie e illuminanti. Insieme al video l’organizzazione ambientalista mette a disposizione di tutte le persone una guida su come riconoscere gli ingredienti in plastica più utilizzati.
Lunga vita al pomodoro!
Scoperto il gene responsabile del processo di invecchiamento della pianta di pomodoro e la chiave per silenziarlo e produrre piantine più longeve e produttive. Lo studio, realizzato dai ricercatori del Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano, pubblicato su Scientific Reports.
La maturazione e l’invecchiamento delle piante è un elemento di grande interesse per i coltivatori. Poter prolungare la vita della pianta e la capacità fotosintetica delle sue foglie aumenta la biomassa, la resa delle colture, la conservazione e l’accumulo di metaboliti. Quando una foglia ingiallisce inizia un processo chiamato senescenza in cui va incontro a diversi cambiamenti citologici e biochimici, come lo smantellamento degli organelli e la degradazione della clorofilla.
Il Paesaggio della Sardegna sotto attacco
Legambiente, Lipu, FAI, Italia Nostra e WWF Italia bocciano il Ddl Piano Casa
La Sardegna è stata la prima regione in Italia a dotarsi di un Piano Paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Ebbene, oggi, il paesaggio sardo, costiero e interno, è sotto attacco. Edificazioni a pioggia e incrementi volumetrici indiscriminati minacciano il territorio regionale e la natura della Sardegna che possiede il più ricco e vario patrimonio di biodiversità in Europa. A prevedere un’indiscriminata colata di cemento è il Ddl “Piano Casa”, proposto dalla Giunta Regionale e che dovrà essere approvato dal Consiglio Regionale entro il 31 dicembre.
Il testo in questione prevede nello specifico l’edificazione a pioggia nelle zone rurali e naturali (anche di pregio), incrementi volumetrici, fino al 50 per cento per le strutture turistico ricettive, lungo la fascia costiera tutelata dal PPR e perfino nei 300 metri dal mare (su quest’ultimi al momento solo i recentissimi annunci a mezzo stampa del Presidente della Regione fanno sperare in un passo indietro), cessione dei crediti e persino riapertura delle lottizzazioni convenzionate in zone F (turistiche), l’utilizzo edilizio residenziale di seminterrati e pilotis, la permanenza in spiaggia di strutture per la balneazione durante tutto l'anno (anche se alterano la bellezza dei luoghi). L’applicazione di tali misure produrrebbe il progressivo degrado paesaggistico ambientale del territorio, l'incremento della pericolosità idrogeologica, la perdita di valore (anche turistico) del territorio costiero ed interno.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE A FIANCO DEL RADIOLOGO PER “SMASCHERARE” RAPIDAMENTE IL PAZIENTE COVID CON MALATTIA POLMONARE: PARTE LA SPERIMENTAZIONE AL SAN LUIGI
I ricercatori dell’Università di Torino e dell’Azienda Ospedaliera San Luigi Gonzaga di Orbassano adottano un “assistente artificiale” per anticipare la lettura delle radiografie del torace sospette per infezione polmonare da COVID-19, segnalandole al Radiologo in meno di un minuto dall’esecuzione.
L’impiego di un sistema di Intelligenza Artificiale (AI), messo a punto dalla startup AITEM S.r.l. (di proprietà della multinazionale PUNCH Torino) in collaborazione con Regola s.r.l., l’Università degli Studi di Torino e l’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano, è stato validato su circa 520 radiografie raccolte durante la prima ondata presso la Struttura Complessa a Direzione Universitaria di Radiodiagnostica diretta dal Prof. Andrea Veltri, ed ora si passerà ad un processo di sperimentazione “sul campo”. AIppo, questo il nome del sistema di AI interamente sviluppato a Torino, si è dimostrato capace di stimare la probabilità dell’infezione polmonare da parte del virus nei pazienti sottoposti a radiografia del torace, “confrontando” l’esame in corso con tutte le precedenti immagini e rilevando l’89% dei casi da COVID-19; i risultati dell’elaborazione di ogni radiografia sono calcolati dall’algoritmo in meno di un minuto. Il suo utilizzo può quindi aiutare i Medici Radiologi a esaminare più rapidamente le radiografie e diagnosticare prima i casi positivi.
“Flash”, nuova frontiera contro i tumori
Un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr in collaborazione con l’Istituto di fisiologia clinica e l’Azienda ospedaliera pisana ha dimostrato in laboratorio la possibilità di somministrare radiazioni ionizzanti in profondità e in tempi brevissimi, condizione necessaria per una futura terapia antitumorale. Lo studio è pubblicato su Scientific Reports Uno studio condotto dall’Istituto nazionale di ottica (Cnr-Ino) in collaborazione con l’Istituto di fisiologia clinica (Cnr-Ifc) del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa e con l’Unità operativa di fisica sanitaria dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana (Aoup), ha dimostrato in laboratorio la somministrazione, in profondità, di radiazione ad alto rateo di dose, utilizzando fasci di elettroni di alta energia prodotti con acceleratori di nuova concezione basati su laser intensi.
TUMORE DEL SENO: 20 MILIONI DI EURO NEL 2021 PER I TEST GENOMICI “EVITANO CHEMIOTERAPIE INUTILI E GARANTISCONO RISPARMI AL SISTEMA”
Il Presidente Francesco Cognetti: “L’accesso ai test su tutto il territorio è una battaglia di civiltà che abbiamo combattuto strenuamente e finalmente vinto. Inoltre i test sono un presidio contro la pandemia: per le pazienti sottoposte a chemioterapia, il rischio di infezione da Covid dovuto all’abbassamento delle difese immunitarie può essere elevato”
“Plaudiamo all’approvazione della norma che istituisce un Fondo di 20 milioni di euro per il 2021 per garantire l’accesso ai test genomici da parte delle donne con carcinoma mammario ormonoresponsivo in stadio precoce. Si tratta di una battaglia di civiltà, perché queste analisi molecolari consentono a una parte delle pazienti colpite da tumore del seno di evitare la chemioterapia, potendo essere trattate solo con la terapia ormonale dopo l’intervento chirurgico”.
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