
Scienza generale (149)
I dati sulla violenza di genere in Italia
24 Nov 2023 Scritto da Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa
Attraverso lo studio IPSAD® (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs), l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche ha rilevato quanto siano diffuse nel nostro Paese esperienze legate ad episodi di violenza nella popolazione femminile tra i 18 e gli 84 anni. Sono oltre 12 milioni le donne che hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica: di queste, solo il 5% ha denunciato l’accaduto.
Una Svolta nella Ricerca sui Primati Chimerici: Potenzialità e Considerazioni Etiche
17 Nov 2023 Scritto da Guido Donati
La ricerca scientifica ha raggiunto un nuovo traguardo con la recente nascita di una scimmia chimera, caratterizzata da un'elevata percentuale di cellule staminali embrionali (ESC) omologhe. Questo risultato ha importanti implicazioni per la comprensione della pluripotenza delle cellule staminali nei primati e per lo sviluppo delle modifiche genetiche nei primati non umani.
La ricerca, riportata sulla rivista Cell. è stata condotta da un'equipe di scienziati: Jing Cao, Wenjuan Li, Jie Li, Qiang Sun, Miguel A. Esteban e Zhen Liu, grazie alla collaborazione di molti centri di ricerca cinesi: l'Institute of Neuroscience, CAS Center for Excellence in Brain Science and Intelligence Technology, CAS Key Laboratory of Primate Neurobiology, State Key Laboratory of Neuroscience, Chinese Academy of Sciences, di Shanghai, il Key Laboratory of Animal Genetics, Breeding and Reproduction of Shaanxi Province, College of Animal Science and Technology, Northwest A&F University, di Yangling, il Laboratory of Integrative Biology, Guangzhou Institutes of Biomedicine and Health, Chinese Academy of Sciences, di Guangzhou, BGI-Research, Hangzhou, Guangdong Provincial Key Laboratory of Stem Cells and Regenerative Medicine, CAS Key Laboratory of Regenerative Biology, Guangzhou Institutes of Biomedicine and Health, Chinese Academy of Sciences, Guangzhou, State Key Laboratory for Diagnosis and Treatment of Severe Zoonotic Infectious Diseases, Key Laboratory for Zoonosis Research of the Ministry of Education, Institute of Zoonosis, and College of Veterinary Medicine, Jilin University, Changchun.
Nuova vita per la varietà di grano italiano ‘Senatore Cappelli’ col sequenziamento di una variante di grano selvatico scoperto a Lecce
23 Ott 2023 Scritto da Università degli studi di Milano
L’Università Statale di Milano ha scoperto in Puglia una varietà di grano selvatico geneticamente simile a una tipologia utilizzata in Italia fino agli anni Sessanta, il ‘Senatore Cappelli’, abbandonata anni fa perché meno produttiva di altri ibridi commerciali. Grazie allo studio genetico di questo nuovo grano selvatico, viene gettata nuova luce su questa storica variante italiana che, negli ultimi anni, ha attirato l’interesse di coltivatori e produttori di farine. La pubblicazione su PLOS One.
Stessa sequenza genetica, ma diverse altezze e misure delle radici: una nuova varietà di grano duro, imparentata con la varietà ‘Senatore Cappelli’, è stata scoperta nel Sud Italia e potrebbe essere utilizzata per rilanciare ulteriormente l’interesse e la coltivazione di questo cultivar, ottenuta nel 1915 e utilizzata in Italia fino agli anni Sessanta, quando è stato sostituito da varietà più produttive.
La scoperta è stata realizzata da un gruppo di scienziati del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali coordinati da Fernando Tateo, già Ordinario di Scienze e Tecnologie Alimentari e Filippo Geuna, docente di Miglioramento Genetico e Arboricoltura che si è occupato del sequenziamento genetico della nuova varietà di grano. La ricerca è stata recentemente pubblicata su PLOS One e menzionata anche da Nature Italy.
Le larve di mosca soldato nera possono contribuire allo sviluppo di strategie ecocompatibili per il riciclo delle plastiche
23 Ott 2023 Scritto da Università degli studi di Milano
Uno studio coordinato dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi dell’Insubria, ha studiato il microbioma intestinale della mosca soldato nera allevata su plastiche derivate dal petrolio, il polietilene a bassa densità e polistirene, di difficile degradazione e riciclo, identificando geni di batteri che risiedono nell’intestino delle larve che codificano enzimi potenzialmente in grado di degradare le plastiche stesse. La pubblicazione su Microbiome.
Le larve di mosca soldato nera (Hermetia illucens) possono essere un valido strumento per lo sviluppo di strategie di bioconversione delle plastiche grazie a geni di batteri che risiedono nel loro intestino: ecco la scoperta di un gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi dell’Insubria, pubblicata recentemente su Microbiome.
Mercoledì 11 ottobre, sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B, è stato pubblicato un nuovo articolo sulla comunicazione vocale nei pinguini. L’articolo è frutto di una collaborazione tra due dipartimenti dell’Università di Torino (DBIOS e Scienze Veterinarie), l'Università Jean-Monnet (Francia), l’Università UWC (Sudafrica) e la Fondazione SANCCOB.
Utilizzando una combinazione di tecniche di diagnostica per immagini, modellistica computazionale e registrazioni in vivo, un gruppo di ricercatori guidato dal Prof. UniTo Livio Favaro e dalla Dott.ssa Anna Zanoli ha scoperto che i pinguini africani utilizzano le risonanze dei condotti vocali per codificare nei segnali acustici le informazioni che permettono loro di riconoscersi individualmente. Un meccanismo evolutivamente analogo a quello che utilizzano i mammiferi e l'uomo stesso, per riconoscersi dal timbro della voce.
Tra i pinguini, il pinguino africano (Spheniscus demersus) è una specie modello ideale per studiare come le risonanze del tratto vocale codificano informazioni biologicamente rilevanti. Infatti, questa specie è monogama, fortemente territoriale e, a causa delle pressioni selettive e allo stile di vita coloniale, è stato riscontrato che i richiami di contatto e i canti riproduttivi (ecstatic display songs) variano significativamente tra gli individui, permettendo loro di riconoscersi tra “vicini di nido” e membri di una coppia.
Le vocalizzazioni dei pinguini sono prodotte da uno specifico organo chiamato “siringe”, al cui interno, delle membrane vengono messe in vibrazione al passaggio dell’aria, generando un segnale periodico caratterizzato dalla frequenza fondamentale (corrispondente alla velocità di vibrazione delle membrane) e dalle relative componenti armoniche. Tale segnale passa poi nella trachea e nella bocca, dove viene modificato in base alle frequenze di risonanza (dette formanti) di queste cavità anatomiche.
Gli autori dello studio hanno registrato numerosi pinguini africani nell'aprile 2019 presso la Southern African Foundation for the Conservation of Coastal Birds (SANCCOB) di Città del Capo, in Sudafrica. Contestualmente, hanno studiato l'apparato vocale di altri individui adulti trovati morti lungo le coste della provincia sudafricana di Western Cape. In particolare, iniettando della gomma siliconica catalizzata, è stato ottenuto un calco preciso dell'intero apparato fonatorio. I calchi sono stati successivamente trasportati al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Torino, dove sono stati sottoposti a Tomografia Assiale Computerizzata (TAC). Infine, presso il DBIOS e utilizzando il centro di calcolo interdipartimentale c3s UniTo, sono stati costruiti modelli computazionali a partire dai risultati della TAC e dalle registrazioni degli animali in vivo.
Un nuovo studio pubblicato oggi su Nature Sustainability da ricercatori dell'Università di Oxford, dell'Università Ca' Foscari Venezia, della Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), di RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, porta l'attenzione su una nuova e rilevante dimensione della povertà che sta chiaramente emergendo in un mondo in via di riscaldamento: la cooling poverty.
Contrastare la sterilità dei terreni con piante tolleranti alle alte concentrazioni saline
13 Set 2023 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Una nuova ricerca coordinata da Raffaele Dello Ioio della Sapienza Università di Roma ha individuato il meccanismo molecolare che inibisce lo sviluppo delle radici quando una pianta si trova in un terreno con elevate presenza di sale. Lo studio, pubblicato su Communications Biology, può portare allo sviluppo di piante in grado di sopravvivere e avere alta resa agricola anche se esposte a questo minerale.
Come effetto del riscaldamento globale, le condizioni climatiche di molte aree nel mondo stanno radicalmente cambiando aumentando le zone soggette ad inaridimento del suolo o ad alluvioni. Tali cambiamenti causano un aumento della concentrazione salina nel suolo, rendendo molte aree coltivabili quasi completamente sterili. Infatti, l’aumento di sale nel suolo inibisce la crescita delle piante causando una notevole riduzione nella resa agricola.
Joy Mugisha ha contribuito a fondare una banca del seme nel suo villaggio più di dieci anni fa.
Una delle oltre venti in Uganda, la banca dei semi della comunità di Kiziba funge da modello per la conservazione della diversità delle colture a livello di comunità, migliorando la qualità e l'accessibilità dei semi preferiti dagli agricoltori locali. Quindi dire che Joy sa molto sui semi, in particolare quali varietà possono fiorire dentro e intorno alla sua fattoria nel sud-ovest dell'Uganda, sarebbe un eufemismo. E vuole portare le sue conoscenze a un livello superiore e condividerle con il maggior numero possibile di altri agricoltori. Ma non può farcela da sola.
In realtà, nessuno può. I sistemi di semi sono troppo complessi. Sono costituiti da tutti gli attori, le attività e le istituzioni coinvolte nella fornitura, gestione, sostituzione e distribuzione del seme di una coltura in una determinata area. È complicato come sembra, e anche importante: i sistemi di semina sono fondamentali per garantire che la giusta diversità delle colture raggiunga i campi degli agricoltori
I cebi dai cornetti, come gli esseri umani, rimpiangono le decisioni sbagliate e sono in grado, grazie all’esperienza acquisita, di modificare il loro processo decisionale. Lo evidenzia uno studio Cnr-Istc e Università Newcastle, pubblicato su ‘Animal Behaviour’.
I cebi dai cornetti (Sapajus spp.), primati nativi del Sudamerica, possono provare emozioni di delusione e rimpianto, tipiche della specie umana. È il risultato di uno studio, frutto di una collaborazione tra l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) di Roma e la Scuola di Psicologia della Newcastle University (Regno Unito), ora pubblicato sulla rivista Animal Behaviour.
Le scimmie gelada come specie modello per lo studio della risoluzione dei conflitti
02 Lug 2023 Scritto da Università di Pisa
Il progetto dell’Università di Pisa unico italiano fra i 24 finanziati dalla Leakey Foundation.
La nostra specie è capace degli atti più violenti mai registrati in natura. Tuttavia, siamo anche in grado di risolvere i nostri conflitti e di ripristinare relazioni pacifiche, e questo ci permette di vivere in società complesse. Per esplorare le radici evolutive di tale capacità, un team italo-etiope guidato dalla professoressa Elisabetta Palagi dell’Università di Pisa studierà le scimmie gelada come specie modello per la risoluzione dei conflitti, un argomento mai esplorato prima. Il progetto intitolato “Science for reconciliation: What an Ethiopian monkey tells us about peace-making” è l’unico italiano i 24 finanziati dalla Leakey Foundation, istituzione nata nel 1968 con l’obiettivo di aumentare conoscenza e comprensione delle origini umane, dell'evoluzione, del comportamento e della sopravvivenza.