
Scienza generale (121)
Il Direttore Generale della FAO ricorda l’Ambasciatrice di Buona Volontà Rita Levi Montalcini
03 Gen 2013 Scritto da FAO
La grande scienziata e Premio Nobel è stata una “sostenitrice instancabile di un mondo libero dalla fame”
Roma, 31 dicembre 2012 - "La scomparsa della scienziata e Premio Nobel Rita levi Montalcini ci ha privato di una sostenitrice appassionata ed instancabile di un mondo libero dalla fame", ha dichiarato oggi il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva, commemorando la morte di Rita Levi Montalcini, Ambasciatrice di Buona Volontà della FAO dal 1999.
"La Professoressa Montalcini è stata riconosciuta internazionalmente come una delle menti più brillanti e feconde. Alla FAO abbiamo avuto il piacere e l'onore di conoscerla anche come un'amica saggia e generosa, impegnata in prima persona nella lotta per un mondo libero dalla fame", ha affermato Graziano da Silva.
"La FAO le sarà sempre riconoscente per aver contribuito personalmente a mantenere l'impegno di porre fine a fame, malnutrizione e povertà estrema all'ordine del giorno dell'agenda internazionale", ha poi aggiunto.
Rita Levi Montalcini, medico e neurobiologa, nel 1986 è stata insignita del Premio Nobel per la medicina e nominata senatrice a vita della Repubblica Italiana. In veste di Ambasciatrice di Buona Volontà della FAO ha scritto articoli ed editoriali sull'emergenza fame ed ha partecipato con regolarità a tutti gli eventi ad alto livello della FAO.
In uno dei suoi interventi più recenti la Montalcini si è rivolta in modo particolare ai giovani esortandoli ad impegnarsi maggiormente nell'eliminazione della fame da lei definita "una tragica realtà".
Foto: Presidenza della Repubblica
I testimoni dell'innovazione. Intervista con il prof. Roberto Panzarani
31 Gen 2004 Scritto da Guido DonatiFormare significa lavorare al fianco dei ricercatori
Il modello Italia ha finito il suo ciclo. L'allarme lanciato su "Affari e Finanza" di Repubblica da Gian Maria Gros Pietro presidente di Autostrade e docente di Economia Manageriale all'Università di Torino, rischia di non essere più una voce isolata. Ordini in calo, contrazione della domanda e del fatturato (i dati Istat relativi al mese di agosto parlano di un calo del 5,4% per il fatturato industriale e del 3,7% della produzione rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso), rallentamento della competitività sono tutti fattori negativi che non possono essere trascurati. La denuncia del manager, che è stato Presidente di ENI ed IRI si concentra soprattutto su un dato: in Italia si fa poca ricerca e molta innovazione di prodotto, questo fa si che : "siamo dove non c'è molto futuro, ma non siamo dove il futuro è importante, ovvero nella microelettronica, nell'Infomation Technology, nelle biotecnologie, nelle nanotecnologie e nuovi materiali che sono i fattori chiave della prossima rivoluzione industriale".
I risultati dei più recenti studi pongono al primo posto nella classifica dei desideri degli italiani “il lavoro”, che ha scavalcato nella graduatoria quello che per lungo tempo lo aveva preceduto: la casa, elemento che certo non stupisce se messo in relazione ai dati sulla disoccupazione giovanile nel nostro Paese.
In Italia un giovane su 3 non lavora. Questo dato diviene ancora più preoccupante se ad essere considerate sono specifiche categorie quali disoccupazione del meridione e femminile per cui il lavoro non è più un dovere, nè un diritto ma solo una chimera.
Motivo di preoccupazione non è solo l'assenza o comunque la forte carenza di domanda di lavoro, ma soprattutto lo svilimento e la negazione che questo diritto subisce.
“I diritti umani rappresentano le fondamenta di libertà, pace, sviluppo e giustizia”, con queste parole si è aperto il messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani celebrata il 10 dicembre 2010. Una giornata in cui il sessantaduesimo anniversario della firma della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e' stato ancora una volta occasione per creare un ponte virtuale tra il coraggio di coloro che alla fine del secondo conflitto mondiale hanno redatto il documento considerato la più alta manifestazione del "consensus omnium gentium", ed il coraggio di coloro che ogni giorno si battono in ogni angolo del pianeta per affermarne i principi ivi sanciti.
Politici, giornalisti, appartenenti alle organizzazioni non governative o singoli individui che costituiscono una società civile transnazionale che quotidianamente si confronta con violazioni, abusi, pregiudizi ed indifferenza. Il livello di tutela dei diritti umani e' differente nelle diverse aree del globo. Il Continente europeo rappresenta un modello per le organizzazioni internazionali a carattere regionale impegnate nella tutela dei diritti in generale.
Bioetica, salute, health promotion: le implicazioni derivanti da diverse possibili interpretazioni dei fenomeni biologici e delle risposte della scienza medica
1 _ Cos'é la Bioetica
C'é chi identifica la nascita della Bioetica con l'ormai famosa opera di Potter Bioethics: Bridge to the Future, del 1970.
Indubbiamente il lavoro di Potter é una pietra miliare nello sviluppo della disciplina ma in realtà già nel '69 un filosofo ed uno psichiatra statunitensi, Daniel Callahan e Willard Gaylin, avevano fondato l'Institute of Society, Ethics and the Life Sciences, successivamente più noto come Hastings Center, cenacolo di filosofi e scienziati che si riunivano in una angusta stanzetta messa a disposizione dalla madre di Callahan a Hastings on Hudson (NY), a discutere di aspetti etici sociali e legali delle scienze medico-sanitarie.
Quasi contemporaneamente, alla Georgetown University di Washington, dal lavoro dell'ostetrico olandese Andre Hellegers e del teologo protestante Paul Ramsey sortì un'opera in due volumi, The Patient as Person e Fabricated Man, che possono essere considerate come le prime vere e proprie pubblicazioni al mondo in materia di Bioetica.
Ma é nell'opera di Potter che appare per la prima volta l'espressione "Bioetica".
Risanare i conti? Occorre competenza e senso dell’etica pubblica
30 Lug 2008 Scritto da Massimiliano CannataIstruzione, Ricerca e Innovazione nell’Università
30 Lug 2008 Scritto da Giuseppe Novelli & Renato LauroNon passa giorno che l’Università Italiana non venga “aggredita” dai
media e descritta come sede dove molti “fannulloni” passano il tempo e si
divertono a fare esami per trascorrere il tempo. A questo si aggiunge la
completa indifferenza della classe politica nei riguardi dell’Università e la
pesante congiuntura economica che riduce fortemente i finanziamenti a carico
delle Università con il rischio di far chiudere molti laboratori di ricerca di livello
internazionale.
Ambiente e salute: aspetti etici in epidemiologia ambientale
22 Apr 2009 Scritto da Roberto Bucci, G. ZeffiroAbbiamo già avuto occasione di tratteggiare gli elementi generali del rapporto tra etica e ambiente. Si tratta di un legame profondo, che richiede grande attenzione da parte degli operatori di sanità pubblica. Così come, infatti, è ormai comune consapevolezza che la difesa della salute passa attraverso la tutela dell’ambiente, appare altrettanto evidente che ambedue le sfere non possono sfuggire ad una rigorosa disamina degli innumerevoli e fondamentali problemi etici connessi. Ma non basta. Esistono aspetti specifici di questo legame che meritano ulteriori approfondimenti. Uno di questi è rappresentato dall’ etica in epidemiologia ambientale un settore che, lungi dall’essere considerato come un ambito troppo specifico, sta ormai assumendo la dignità di una vera e propria branca a sè della bioetica. Ma perchè? E quali sono gli aspetti in gioco nella riflessione etica sui temi dell’epidemiologia ambientale?
embrionali recentemente deciso da Barack Obama, i richiami all'etica, in particolare religiosa, o meglio cattolica, si sono fatti sempre più pressanti, coinvolgendo in Italia, ma non solo, il mondo politico e istituzionale. E così, argomenti scientifici vengono posti come problemi etici, con i loro pro e contro e con non poche contraddizioni.