Un nuovo studio coordinato dalla Sapienza sull'orso bruno marsicano svela le caratteristiche che rendono possibile la coesistenza e le riflessioni per migliorare le azioni future

Le comunità locali dell'Appennino centrale coabitano da millenni con una preziosissima quanto unica popolazione di orso bruno marsicano.

Studi precedenti avevano già messo in luce come i residenti del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), la storica roccaforte di questa unica popolazione di orso, mostrino un atteggiamento molto positivo nei confronti del plantigrado e una tolleranza nei suoi confronti che non ha pari, né in Italia né altrove in Europa.

Una nuova ricerca condotta da Sapienza Università di Roma in collaborazione con l'Istituto spagnolo di studi sociali avanzati e con il Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (PNALM) e pubblicata sulla rivista scientifica Journal for Nature Conservation, ha analizzato gli elementi che rendono possibile la coesistenza funzionale di uomini e orsi per la realizzazione sostenibile delle necessità di entrambe le parti.


Due studi dell’Università di Pisa su carne e ortaggi conservati grazie a due tipi di chitosano, uno commerciale estratto da crostacei e poi addizionato di olio essenziale di pepe nero, l’altro, sperimentato per la prima volta, ricavato dagli insetti.


Del tutto naturale, edibile e biodegradabile, il chitosano è al centro di due studi dell’Università di Pisa pubblicati sulle riviste Foods e Scientific Reports che indagano le potenzialità di questo biopolimero per conservare gli alimenti freschi e ridurre lo spreco alimentare.

Nel caso dello studio su Foods, la sperimentazione ha riguardato dei piccoli hamburger di carne bovina che sono stati rivestiti con una soluzione di chitosano commerciale, ricavato da crostacei, alla quale sono stati aggiunti diversi oli essenziali. Dopo sette giorni di conservazione, è emerso che il chitosano arricchito con olio essenziale di pepe nero (Piper nigrum) è riuscito meglio degli altri a mantenere le caratteristiche organolettiche della carne e un aspetto brillante e fresco degli hamburger.


Pubblicato sulla rivista Nutrients uno studio coordinato da Maria Digiacomo, professoressa al Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa


Componente centrale della dieta mediterranea, l’olio extra vergine di oliva è considerato un alimento ad alte proprietà nutraceutiche, ricco di principi che hanno effetti benefici sulla salute. Una ricerca dell’Università di Pisa, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nutrients, dimostra che anche le foglie di olivo, considerate un prodotto di scarto derivante dal processo di produzione dell’olio d’oliva, possiedono proprietà nutraceutiche utili per la prevenzione di molte malattie croniche.


Pubblicato su «Science Advances» lo studio congiunto dei ricercatori delle università di Padova e Barcellona che rivela come i bambini siano in grado di iniziare a imparare la grammatica della lingua molto prima di quanto si pensasse finora.


Lo fanno prestando attenzione alla sonorità del linguaggio Il linguaggio umano ha un’incredibile forza espressiva. Ciò è dovuto alla nostra abilità di pronunciare frasi lunghe e complesse in cui le parole che sono correlate insieme possono essere talvolta molto distanti tra loro. Ad esempio comprendiamo benissimo che nella frase “Lei dorme bene”, “Lei” è il soggetto di “dorme”, ma è altrettanto vero che capiamo lo stesso legame nella frase “Lei, che non beve caffè, dorme bene” in cui le parole “Lei” e “dorme” sono separate da altre.
Gli adulti sono esperti con la lingua perciò non ci sorprende affatto che possano facilmente capire e produrre frasi come queste. Ma come funziona per i bambini molto piccoli, quelli che stanno appena imparando la lingua? Come fa il loro cervello a trovare le regolarità tra parole che sono separate da altre in una frase? Dato che ci sono infinite possibili parole che potrebbero star bene insieme, sembra un compito davvero arduo quello di tenere traccia di tutte le possibilità.

La conferma scientifica arriva da una ricerca condotta da Università di Pisa, Cnr e Infn e pubblicata in “Scientific Reports”.

Anche gli scribi antichi che esercitavano la loro arte sui papiri di Ercolano utilizzavano diversi tipi di griglie per delimitare lo specchio di scrittura. La prima conferma scientifica di questa consuetudine, di cui gli autori classici ci avevano tramandato notizia, si deve ai risultati del gruppo di lavoro del Progetto ERC Advanced Grant 885222-GreekSchools (https://greekschools.eu/), coordinato dal professor Graziano Ranocchia del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, e dedicato all’analisi con tecniche avanzate dei papiri carbonizzati di Ercolano, custoditi presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli. Lo studio che ha portato a questa importante scoperta è presentato sulla rivista “Scientific Reports”, pubblicata da “Nature portfolio”.

 

Le principali proprietà

Gli oli essenziali, miscele molto complesse e profumate estratte dalle piante, sono sostanze ricchissime di proprietà per il benessere di mente e corpo.
Utilizzati dall'uomo da almeno 2000 anni, sono famosi per le infinite virtù. Per citarne qualcuna, gli oli essenziali agiscono attraverso le vie respiratorie rinforzando il sistema immunitario, hanno un alto potere antimicrobico, agiscono a livello del sistema nervoso influenzando in modo benefico le funzioni psichiche, le emozioni e l'umore. Hanno inoltre proprietà mucolitiche ed espettoranti, come l'eucalipto, il pino, l'incenso e il ginepro, antinfiammatorie, come la lavanda e la camomilla, digestive, come il finocchio, la menta e l'arancio amaro, rilassanti, come la melissa, la verbena, la lavanda e il sandalo. Insomma, le proprietà sono veramente moltissime.


Nel XVI secolo l’esigenza di difendersi e mantenere il predominio sui territori dell’Italia del Nord, spinse il Governo della Serenissima a trasformare l’imbarcazione in un mezzo di difesa agile, munito di due rostri per affondare le navi nemiche. Sono poche le fonti documentarie che rivelano questo processo di adattamento bellico, sottoposto per tutto il secolo ad un vero e proprio segreto di stato. A rivelarlo è uno studio del Cnr-Isac pubblicato sulla rivista ‘Méditerranée - Journal of Mediterranean geography’

La gondola non è sempre stata l’imbarcazione leggera e decorata, adatta alle passeggiate romantiche, come quella che siamo abituati ad osservare nei canali veneziani. Nel XVI secolo da semplice mezzo di trasporto fu adattata ad esigenze di difesa militare. A rivelarlo è uno studio di carattere storico a cura di Dario Camuffo dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche e pubblicato sulla rivista Méditerranée - Journal of Mediterranean geography.


Secondo un ordine caro all’Autore, si contano 19 pubblicazioni di Morfologia (6 dedicate ai denti, 5 al tegumento, 6 allo scheletro delle estremità, 2 all’organo copulatore), 81 di Etologia, Faunistica, Sistematica (1 su Ctenofori, 2 su Molluschi, 4 su Crostacei, 9 su Insetti, 37 su Uccelli, 3 su Mammiferi, 5 sulla Fauna della Libia, 4 sulla Fauna del Dodecaneso, 16 su altre regioni), 67 di Genetica, 10 di Biologia generale, 73 di Zoologia applicata (2 su questioni generali, 6 di ornitologia agraria, 16 sulla caccia, 5 di pesca e idrobiologia, 44 di avicoltura), 26 libri e trattati, 84 scritti vari,
didattica, bibliografia, protezione della natura, 15 commemorazioni; per un totale di 375 titoli.

Bibliografia


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Liberti M., 2007b Storia dei primi tentativi di legge unitaria sulla caccia. Parte II: dal progetto del 1896 ai provvedimenti per la tutela della selvaggina. InStoria. Rivista online di storia e
informazione, N. 24 (maggio 2007). Online: http://www.instoria.it/home/legge_caccia_II.htm


Liberti M., 2007c. Storia dei primi tentativi di legge unitaria sulla caccia. Parte III: dal caos dei calendari alla Legge n. 1420. InStoria. Rivista online di storia e informazione, N. 25 (giugno 2007). Online: http://www.instoria.it/home/legge_caccia_III.htm


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Simili R., 1995. Il caso di Luigi Galvani e delle sue rane. Astuzie, tranelli, incantesimi. In: Cento anni di radio. Le radici dell’invenzione (a cura di Anna Guagnini e Giuliano Pancaldi). Seat, Torino: 19-64.


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Woller H., 1997. I conti con il fascismo: l’epurazione in Italia, 1943-1948. Il Mulino, Bologna.

Fig. 1. Alessandro Ghigi nella piena maturità.
Fig. 2. Copertina del N. 1 del Bollettino di Zoologia (1930).
Fig. 3. La lettera circolare di A. Ghigi alle scuole rinvenuta nel N. 1 del Bollettino di Zoologia.
Fig. 4. Copertina de “La Caccia” di A. Ghigi e P. Cerati (1963) per i tipi della UTET.
Fig. 5. Copertina de “La Pesca” di A. Ghigi (1965) per i tipi della UTET.

 

Alessandro Ghigi - A cinquanta anni dalla scomparsa

Alessandro Ghigi morfologo e zoogeografo

Alessandro Ghigi genetista 

Alessandro Ghigi, ecologo: la scuola , la caccia e la difesa della natura

Alessandro Ghigi, le leggi razziali ed il fascismo 

 

Iscritto al Partito fascista dal 1924, Ghigi condurrà l’Università attraverso la difficile fase dell’espulsione dei professori ebrei, seguita alle leggi razziali del 1938. Nonostante le divergenze
con le autorità fasciste negli ultimi anni della gestione dell’Università di Bologna, in particolare con i G.U.F. locali, Ghigi appare piuttosto condiscendente nei confronti del provvedimento di revoca dei professori di religione ebraica dalle loro cattedre, come si deduce dai seguenti passi della sua Autobiografia: “L’avvenimento più increscioso di quel periodo fu la revoca dei professori ebraici dalle rispettive cattedre. Fu un provvedimento che in genere è stato attribuito al volere di Hitler [sic!] e che produsse un’impressione dolorosa nell’ambiente culturale italiano. A Bologna avevamo undici cattedre coperte da professori ebrei ed erano tutti uomini di valore, ligi al proprio dovere … (omissis).

Confesso di essermi sentito molto a disagio nel dovere comunicare ad amici e colleghi stimati quella notizia e lo feci con poche parole, esprimendo il dispiacere che provavo nel fare quella comunicazione e ringraziandoli dell’opera da loro prestata nell’interesse dell’Università e della cultura. Tutti quelli che risiedevano a Bologna vennero a congedarsi personalmente ed un abbraccio cordiale suggellò la nostra amicizia”. È opportuno ricordare le dimensioni dell’espulsione: “A seguito delle leggi razziali, nel giro di poche settimane, 96 professori universitari, 133 assistenti universitari, 279 presidi e professori di scuola media, oltre un centinaio di maestri elementari, oltre 200 liberi docenti, 200 studenti universitari, 1000 delle scuole secondarie e 4400 delle elementari vennero allontanati dagli atenei e dalle scuole pubbliche del regno. I provvedimenti adottati portarono inoltre alla radiazione di 114 autori di saggi e libri di testo” (D’Amico, 2010). Come cittadino di Bologna e come italiano, il Rettore Ghigi, in occasione delle solenni manifestazioni dedicate a Luigi Galvani nel bicentenario della nascita (ottobre 1937), pronuncia, alla presenza del Re e della Regina consorte, un pomposo discorso in latino nel quale non esita a collocare la figura del Galvani nel contesto patrio che lo collega all’altro grande bolognese Guglielmo Marconi. Un palpito di orgoglio chiude il discorso “Dall’Italia Galvaniana siamo giunti all’Italia Marconiana” (Ghigi, 1938). In precedenza (1933) il Nostro aveva ritenuto opportuno manifestare, in occasione del conferimento della laurea honoris causa a Guglielmo Marconi “Un palpito che nell’ora del saluto supremo a Marconi si tradusse in un anelito esemplare di fedeltà fascista: Ghigi, infatti, invocava, in quella famiglia, accanto a Galvani e a Marconi, la presenza di “un altro grande figliolo dell’Emilia”, Benito Mussolini, che proprio scienziato non era, ma eroe certamente sì!” (Simili, 1995).


Nel 1938 il nome dello zoologo bolognese compare tra gli scienziati ed intellettuali italiani sostenitori delle leggi razziali. Fatto ancor più significativo e decisivo, nel 1939 Ghigi pubblica per i tipi della Zanichelli il volume “Problemi biologici della razza e del meticciato” nel quale sostiene “la superiorità della nostra stirpe” accusando i meticci di essere “causa di regresso e disgregazione, una ferita nella evoluzione naturale”. Di tutto ciò Ghigi riferisce ben poco nella sua Autobiografia, dalla quale peraltro si deducono i buoni rapporti dello zoologo con Costanzo Ciano, padre del ben più noto Galeazzo, e addirittura con lo stesso Mussolini il quale, constatando personalmente i progressi fatti dall’Università di Bologna, elargisce copiose sovvenzioni e mostra di gradire moltissimo le visite dello scienziato. Questi, da parte sua, fornisce un’immagine piuttosto asettica del Duce nella Autobiografia.


Per quanto in Germania nel 1943 deluda il Gauleiter di Norimberga, il quale “si aspettava da me una tirata contro gli Ebrei” (Autobiografia), il comportamento del Ghigi nel complesso è relativamente tiepido nei confronti dei crimini fascisti, dei quali apparentemente è sempre poco informato. Vero è che, una volta cessato dalla carica di Rettore dopo la caduta del regime, rifiuta di riassumerla con l’avvento della Repubblica di Salò declinando anche la nomina a pro-Rettore dell’Ateneo per l’anno accademico 1943-1944. Il Governo Militare alleato emana un decreto che riguarda la sospensione dei funzionari e impiegati che durante il fascismo hanno partecipato attivamente alla vita politica o che sono stati favoriti dal regime nel caso di nomine e avanzamenti o che hanno comunque collaborato con il governo fascista repubblicano. Tra aprile e maggio 1945 Ghigi trascorre alcune settimane in prigione; viene successivamente dichiarato decaduto dalla carica di Senatore dall’Alta Corte di Giustizia oltre ad essere radiato dall’Accademia Nazionale dei Lincei. La riabilitazione e la reintegrazione nell’ufficio di Professore Ordinario di Zoologia risalgono al 1947, dopo complesse controversie legali dettagliatamente esposte nella sua Autobiografia (a cura di M. Spagnesi, 1995), nel clima teso dell’amnistia Togliatti (il cosiddetto “colpo di spugna”) e di quella che gli storici dell’età contemporanea chiamano giustizia di transizione (Woller, 1997; Flamigni, 2019). Parte di questa controversia emerge nelle carte del fascicolo dedicato a Ghigi e conservato nell’Archivio storico del Senato del Regno, dove sono raccolte anche la corrispondenza e le memorie difensive relative al processo presso l’Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il fascismo (2) . Tuttavia, né le memorie difensive né l’autobiografia sono fonti adeguatamente distaccate e oggettive per valutare serenamente le contraddizioni ideologiche di uno studioso che, se pure si impegnò con grande lungimiranza per la tutela ambientale, faunistica e paesaggistica in Italia, appoggiò pubblicamente il razzismo scientifico.

(1) I fascicoli del “Bollettino di Zoologia” compresi tra il N.1 dell’anno I del febbraio 1930 ed il N. 5-6 dell’anno XII del settembre-dicembre 1941 sono stati rinvenuti dall’autore più anziano (PC) nei locali annessi al laboratorio di Scienze Naturali del Liceo Scientifico di Stato “Cavour” di Roma; fanno attualmente parte della dotazione della
biblioteca della Società Romana di Scienze Naturali, istituzione alla quale sono stati donati dal suddetto liceo nel giugno 2019 (figure 2, 3).
(2) ARCHIVIO STORICO DEL SENATO, Archivi del Senato del Regno, Ufficio di segreteria, Atti relativi alla nomina dei senatori, Fascicoli dei senatori, fasc. 1108 Ghigi Alessandro. Un progetto di digitalizzazione delle collezioni rende possibile la fruizione del fascicolo al seguente link: https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/ufficio-
segreteria/IT-SEN-095-004088/ghigi-alessandro

 

Alessandro Ghigi - A cinquanta anni dalla scomparsa

Alessandro Ghigi morfologo e zoogeografo

Alessandro Ghigi genetista 

Alessandro Ghigi, ecologo: la scuola , la caccia e la difesa della natura

- Opere di Alessandro Ghigi

Alessandro Ghigi partecipa nel 1900 alla fondazione della Società Emiliana Pro Montibus et Silvis, già costituita in Roma nel 1898 accettando di far parte del Consiglio Direttivo; nel settembre dello stesso anno svolge, in occasione del primo congresso provinciale, una relazione sul tema a lui più congeniale, la protezione degli uccelli in rapporto alla selvicoltura; ne assume quindi la presidenza che mantiene sino al 1913 riassumendola nuovamente nel 1952, quando la Pro Montibus et Silvis con una modifica statutaria, estende le proprie competenze a tutte le questioni riguardanti la protezione e la conservazione della natura.

Sulla scuola. La lungimiranza del Ghigi docente (e poi Rettore) emerge dalla sua Autobiografia dalla quale riteniamo utile stralciare il seguente passo: “Io sono d’avviso che l’università non debba essere una specie di rocca inaccessibile alla realtà della vita nazionale; essa deve indubbiamente avere solide torri centrali, riservate alla ricerca del vero per il vero, alla scienza pura scevra dall’assillo dell’immediata applicazione, ma dagli spalti della fortezza, docenti e ricercatori, debbono udire soprattutto la voce del paese e mettersi in condizione di corrispondere alle sue esigenze”. Con rara perspicacia Ghigi constata che nessuna legge restrittiva o punitiva può sortire effetto positivo ai fini della protezione della natura; la quale deve essere invece coltivata quasi come una religione sin dalla più tenera età.

 

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