Cinema

Cinema (11)

Sono due registi Italiani ma il loro linguaggio è quello del grande cinema americano contemporaneo. Azione, ritmo, adrenalina: il loro film Mine ha messo d’accordo critica e pubblico, dimostrando che noi italiani possiamo ancora dire la nostra in fatto di cinema di genere.
Il prossimo 17 Dicembre, ore 21,00 al Cineteatro Due Torri di Potenza, i filmmakers milanesi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro incontreranno il pubblico della Basilicata per raccontare la loro avventura produttiva, spiegando come si possa bussare alle porte dorate di Hollywood, con credibilità, ottenendo un risultato come quello del loro recente Mine. A Seguire prevista alle 21,30 la proiezione speciale della pellicola Mine.L’evento è ideato dal videomaker/blogger Dario Molinari (www.insertcoinblog.net) e dall’artista Silvio Giordano, ed è promosso dalla prima scuola del fumetto e dell’illustrazione della Basilicata REDHOUSE LAB con il supporto della Lucana Film Commission.  

Marfa girl di Larry Clark

Marc’Aurelio d’oro al Festival Internazionale del film di Roma 2012

A partire dal suo primo libro fotografico, Tulsa, datato 1971, nello scorcio di quarant’anni, Larry Clark si conferma coerente con se stesso. La rappresentazione della violenza, l’abbrutimento umano, le psicopatologie dei cosiddetti soggetti normali, l’attenzione verso gli adolescenti e una sessualità esplicita, sono i temi di Marfa girl, Marc’Aurelio d’oro alla settima kermesse cinematografica della capitale. Il tutto è vissuto a Marfa, cittadina sperduta del Texas, di fatto terra di confine tra Usa e Texas, un luogo abbandonato a se stesso e completamente privo d’identità. 

Primo Prospettive miglior documentario – Roma 2012

Nato da un reportage fotografico cominciato nel 2009, Pezzi, il documentario di Luca Ferrari, presentato al Festival del Film di Roma di quest’anno, nella sezione Prospettive Italia, si aggiudica il primo premio della sezione. In poco più di un’ora di documentario, si ha molto da riflettere.

Massimo, Stefano, Rosi, Bianca, Giuliana sono i padri, le madri, i figli di una città, Roma, che non li riconosce se non nell’accento sguaiato - quello dell’ignoranza - e che li relega ad una periferia – il laurentino 38 - la cui identità si sovrappone esattamente alle loro vite integrate solo tra loro, non con le altre, quelle della gente “normale”. La galera è in agguato, la droga onnipresente e spappolante. “Il passo dall’immagine fissa a quella filmata è stato naturale” - spiega il regista. Pezzi di vita ruvida, dolorosa, graffiata e graffiante, di giovani vite stroncate e senza via di scampo e di madri, che vivono solo nel ricordo di un giglio sporcato dal sangue della morte violenta. 

E la chiamano estate di Paolo Franchi - Festa del Film di Roma 2012

Miglior regia per Paolo Franchi - miglior interpretazione femminile per Isabella Ferrari

E la chiamano estate, ultima fatica del regista Paolo Franchi, in concorso alla settima Festa del Cinema di Roma, porta a casa, tra critiche e polemiche, ben due premi: “miglior regia” e “miglior interpretazione femminile”.

Non c’era davvero bisogno di scomodare il maestro Bruno Martino per costruire un pensiero, dietro una serie di inquadrature all’insegna della vacuità. La vedova del musicista, infatti, ha presentato un ricorso cautelare d’urgenza per bloccare la proiezione e la distribuzione del film, perché “lesivo del patrimonio culturale ed artistico del musicista”. Si è gridato contro una critica mai così unanime nella bocciatura di un film, apostrofando gli esperti come bigotti, per non aver capito un film d’autore e perché colpevoli di non dare supporto al cinema italiano. Si sono anche azzardate presuntuose similitudini con lo splendido lavoro di McQueen, Shame, presentato a Venezia, l’anno scorso.

The motel life – miglior sceneggiatura e premio pubblico BNL – 7imo Festival del Cinema di Roma

Premio per la migliore sceneggiatura e premio del pubblico BNL per il miglior film ad Alan e Gabriel Polsky, che da produttori di cinema indipendente – il loro debutto fu il finanziamento de Il cattivo tenente di Herzog – hanno presentato alla settima Festa del Film di Roma il loro esordio alla regia, il quale ha portato loro fortuna. The motel life è, ovviamente, un film indipendente sia nei mezzi che nell’anima, benché non dal soggetto particolarmente originale.

Gli ingredienti della trama sono quelli tipici di un certo cinema americano. I fratelli di sangue Frank-Emile Hirsch e Jerry Lee-Stephen Dorff non hanno una vita facile. Non l'hanno mai avuta. Soli, a 14 anni, orfani, con pochi dollari in tasca e un fucile antico come unico ‘valore’ ereditato, vivono nei sobborghi di Reno, nel Nevada. Hanno imparato a cavarsela da soli, affidandosi l'uno all'altro, proteggendosi a vicenda, guardandosi le spalle, tenendo fede, ad ogni costo, ad un giuramento fatto alla mamma prima di morire. I due protagonisti ci portano per mano nel loro inferno terreno, fatto di solitudine, rimorsi e progetti futuri che appaiono irrealizzabili.

Le gutteur-il cecchino di Michele Placido – FC al Festival del Cinema di Roma 2012

A sette anni dal fortunato Romanzo criminale, Michele Placido si cimenta con lo stesso soggetto per realizzare un polar transalpino. Fuori Concorso al Festival di Roma 2012, il regista pugliese, con Le gutteur, si conferma capace nell’uso sapiente del linguaggio del genere gangster. L’esercizio di stile dell’autore è innegabile, come la capacità di padroneggiare i codici del genere in questione.

Se Vallanzasca e Romanzo criminale erano "romanzi" molto connotati in senso melodrammatico, dal chiaro tributo stilistico pagato a Scorsese – che a sua volta si rifà ideologicamente al Nostro melodramma, come Coppola, del resto - Il cecchino sposa in tutto la tradizione francese. Mentre i due lavori precedenti risentivano di una memoria puramente italiana, che attinge all’opera lirica e alla commedia dell'arte, il film in oggetto, invece, presenta una cifra stilistica ben calata nel polar francese; si libera, dunque, di ogni componente romantica, senza concedere indulgenze neppure al privato dei personaggi. 

A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III di Roman Coppola

Festival internazionale del Film di Roma 2012

Cresciuto in un ambiente estremamente creativo, dove il cinema è il pane quotidiano, essenziale come il respiro per poter vivere, Roman Coppola ha presentato, in concorso, alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, un progetto originale e visionario assolutamente irresistibile.

L’autore compie un viaggio registico, che conduce lo spettatore dentro e fuori la mente confusionaria e patinata - come fosse un cartellone pubblicitario - di un protagonista sperduto, carismatico e impacciato, distrutto e divertente.

Charles Swan III-Charlie Sheen ha tutto. E' un designer eccentrico e di grande successo. Fama, denaro e fascino diabolico gli hanno donato una vita apparentemente perfetta. Ma quando il suo vero amore, la bella Ivana, interrompe improvvisamente la loro relazione, Charles viene lasciato col cuore spezzato.

Bullet to the head di Walter Hill – FC al Festival Internazionale del Film di Roma 2012
Con Bullet to the head, ventiduesimo film per Walter Hill, il regista statunitense maestro degli action buddy movie – uno su tutti la saga di Arma letale – rinverdisce le nostalgie di genere, sempre più latitanti negli ultimi anni, grazie anche alla complicità del suo decennio di assenza dalle scene.
Nella New Orleans post Katrina nasce un’insolita coppia: un volto segnato dal passato, Jimmy Bobo-Sly e uno pulito, in attesa di futuro, Taylor Kwon-Sung Kang.

Un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo. Questa opera di Michelangelo Pistoletto, vincitrice del premio Koinè 2011, è stata premiata durante la cerimonia di apertura della XVII edizione del MedFilm Festival, rassegna cinematografica  del Mediterraneo, che ha aperto i propri battenti il 19 novembre a Roma.

La manifestazione, che vanta l’adesione del nostro Presidente della Repubblica, è patrocinata da numerosissime istituzioni italiane ed internazionali tra le quali la Presidenza del Parlamento europeo, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il Ministero per le Pari Opportunità, le Ambasciate di Roma e gli Istituti di Cultura di molti Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

Ricco il programma di questa edizione del MedFilm Festival.

Una settimana intensa per gli amanti del cinema e non solo. Oltre alla sezione curata da Vanessa Tonnini, dedicata ai lungometraggi in competizione per l’assegnazione del Premio “Amore e Psiche”, è presente, nell’ambito del Concorso Open Eyes a cura di Gianfranco Pannone, una rassegna di documentari.

 

Il documentario Diana Vreeland: The Eyes Has to Travel dei registi Frederic Tcheng e Jorgen Perlmutt, Fuori Concorso alla kermesse cinematografica veneziana 2011, pur entrando nel campo effimero della moda, tocca un personaggio trans-epocale: il colosso Diana Vreeland, inventrice del fashion editing. A vent’anni dalla sua morte, il mito della Vreeland è ancora pulsante, per il tributo tuttora vivo che la sua visionarietà diede ai fashion magazine. Profondamente innamorata dell’originalità e della diversità, scorgeva nelle persone qualità sconosciute ad esse stesse, le estraeva come si fa con i diamanti e le faceva risplendere, inventando per ognuna il suo proprio taglio a brillante. Diana dominò per mezzo secolo, a cominciare dai diktat proposti dalle riviste che diresse - Harper’s Bazaar e Vogue - fino a rivoluzionare il Constume Institute, allorché divenne consulente del Metropolitan Museum of Art di New York.

 

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