In concreto, cittadine e cittadini dei Paesi confinanti hanno il diritto di potersi esprimere su progetti (pubblici o privati) che si prevede poter avviare al di la della linea di demarcazione territoriale. Anche in caso si sentano da essi “minacciati”. Perché, appunto, l’inquinamento non conosce confini.
«È piuttosto ovvio che cittadine e cittadini italiani siano “parte interessata” in questa consultazione pubblica», dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. «Per questo Greenpeace Italia, con una lettera, ha chiesto con urgenza al Ministero dell’Ambiente di attivarsi con la controparte francese per garantire a cittadine e cittadini italiani il diritto di partecipare a una consultazione pubblica che sia “equivalente a quella garantita ai cittadini della Parte di origine”».
Un invito che è stato accolto dal governo, come annunciato nei giorni scorsi dal sottosegretario Roberto Morassut, e a cui ha fatto seguito oggi l’invio della nota diretta al governo francese. Ora l’organizzazione ambientalista si augura che cittadine e cittadini italiani colgano rapidamente questa opportunità per far sentire la propria voce sull’ipotesi di estensione della licenza dei vecchi reattori nucleari operanti da ormai quaranta anni vicino ai nostri confini.