«La calotta artica è un oceano ghiacciato che ha urgente bisogno di protezione e i leader mondiali devono comprendere il ruolo degli oceani nell’affrontare la crisi climatica», continua Meller. «Oceani sani sono cruciali per alcune delle popolazioni più emarginate del mondo, che subiscono l’impatto della distruzione degli ecosistemi marini e dei cambiamenti climatici. Dobbiamo cambiare subito il nostro modo di prenderci cura l’uno dell’altro e del nostro Pianeta. Dobbiamo proteggere almeno il 30 per cento dei nostri oceani entro il 2030 anche per far fronte alla crisi climatica», conclude.
Oceani sani contribuiscono a ridurre gli impatti della crisi climatica, tenendo il carbonio al di fuori dell’atmosfera in modo sicuro. Proteggendo almeno il 30 per cento degli oceani con una rete di santuari, gli ecosistemi marini possono diventare più resilienti e resistere meglio ai rapidi cambiamenti climatici. Gli scienziati hanno identificato l’Artico come una delle aree prioritarie che necessitano di protezione come parte di una rete globale di santuari oceanici, data la sua vitale importanza per la stabilità del clima.
La nave di Greenpeace Arctic Sunrise – con a bordo un equipaggio di scienziati e attivisti – è in questo momento nell’Artico per documentare il livello minimo del ghiaccio marino e studiare la vita marina della regione. La spedizione in corso coincide con il Summit delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, durante il quale la protezione dell’ambiente marino dovrebbe essere al centro dei colloqui sulla tutela della biodiversità.