Graftonica, una start-up/atelier che disegna vestiti per nanoparticelle

Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca 04 Mar 2015

Lo spin-off nato dell’Università di Milano-Bicocca svilupperà e produrrà additivi nanotecnologici nel settore della gomma e della plastica. Creerà “vestiti-anti UV” per proteggere i dipinti, evitare la contaminazione dei cibi da parte di sostanze esterne e il surriscaldamento dei dispositivi elettronici. Il tutto a basso impatto ambientale.

Milano, 4 marzo 2015 – Una nuova start-up nel settore dei polimeri, dedicata allo sviluppo, alla produzione e alla commercializzazione di additivi nanotecnologici da impiegare nei settori della plastica e della gomma. Si chiama Graftonica, la nuova spin-off dell’Università di Milano-Bicocca.

Graftonica è stata fondata da Alberto Bianchi, già assegnista di ricerca nel Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca, ora trentatreenne amministratore unico della start-up, Roberto Simonutti e Michele Mauri, rispettivamente professore associato di Chimica Industriale e assegnista di ricerca di Scienza dei Materiali nello stesso dipartimento. L’Università di Milano-Bicocca partecipa direttamente con il 5 per cento delle quote e come incubatore, dando l’accesso a strutture, locali e attrezzature.

Graftonica attualmente sta lavorando su un materiale per il restauro conservativo già brevettato, un “vestito anti UV” per dipinti in cui le nanoparticelle non modificano colore e luminosità dell’opera sottostante ma fermano i raggi dannosi, una delle principali cause di deterioramento del manto pittorico. Inoltre, sta sviluppando particelle per la sicurezza alimentare, in grado di migliorare la tenuta degli imballaggi, riducendo di conseguenza gli sprechi, l’uso del ciclo del freddo e l’utilizzo di conservanti negli alimenti. E ancora, nel campo dell’illuminotecnica e del design, la start-up ha realizzato soluzioni innovative con la dispersione di nanoparticelle nei polimeri come lastre o blocchi trasparenti con all’interno un materiale che assorbe raggi di luce fredda come quelli di un led e li trasforma in un’illuminazione calda e diffusa, oppure pellicole che ottimizzano l’assorbimento e l’efficienza di celle fotovoltaiche.

Una delle principali criticità nell’uso di nanoparticelle come additivi è la loro tendenza ad aggregarsi formando “grumi” simili a quelli che si formano durante la preparazione dei cibi.

Questi agglomerati possono comportare, ad esempio, dei punti opachi o colorati nei materiali che dovrebbero essere trasparenti, dei punti deboli che lasciano uscire sostanze o entrare contaminanti nei materiali per la conservazione dei cibi, delle interferenze o dei punti di accumulazione della carica che possono portare a surriscaldamento locale nei materiali utilizzati nei dispositivi elettronici, dei punti di frattura nei materiali con proprietà meccaniche per il settore automobilistico e aerospaziale.

Graftonica sviluppa processi chimici che consistono nel far crescere uno strato del polimero desiderato sulle particelle, in modo da coniugare le proprietà funzionali delle nanoparticelle con quelle strutturali della plastica e fare in modo che ogni singola particella abbia una “capsula” dello stesso materiale in cui verrà inserita che le impedisca di aggregarsi con altre. Con questi additivi, i polimeri acquistano proprietà (meccaniche, elettriche, magnetiche) tipiche di altre classi di materiali, diventando, così, competitivi anche in applicazioni attualmente riservate a ceramiche o metalli, con un’alta sostenibilità ambientale.

«Molte aziende del settore gomma e plastica - dice Alberto Bianchi - stanno cercando non solo di mantenere le posizioni nei settori tradizionali affrontando una concorrenza globale, ma anche di aprirsi a nuovi mercati, in un contesto economico dove è l’innovazione a permettere il salto di qualità. Il modello industriale di Graftonica punta su standard qualitativi elevati e soprattutto leadership a livello di innovazione: coniugando le proprietà funzionali delle nanoparticelle a quelle strutturali della plastica, creiamo un nuovo materiale fatto su misura e sviluppiamo un prodotto adatto alle esigenze di ogni singolo cliente, rispondendo in questo modo soprattutto alle esigenze di piccole o medie imprese».

Graftonica si occuperà anche di realizzare il primo scale up dei processi, di costruire prototipi derivanti dalle ricerche sui materiali, dell’assistenza tecnico-scientifica su metodologie e strumentazione avanzate e della loro applicazione anche in contesti di produzione e controllo qualità.

Per maggiori informazioni
Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca

Ultima modifica il Martedì, 27 Giugno 2017 15:59
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