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29 Aprile 2025

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Giovedì, 24 Ottobre 2024



Una ricerca coordinata dall’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr ha dimostrato che biscotti arricchiti con vinaccia di uva rossa sono in grado di fornire un contenuto maggiore di polifenoli e fibre, elementi noti per i loro effetti benefici sulla salute. I risultati ottenuti suggeriscono un ruolo potenziale dell’utilizzo di questi prodotti nella prevenzione di malattie come obesità e diabete

Come aumentare la quantità di polifenoli e fibre nella dieta, elementi noti per i loro effetti benefici? Una possibile risposta viene da uno studio dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Avellino (Cnr-Isa), pubblicato sulla rivista Foods e realizzato in collaborazione con l’Istituto per la Bioeconomia del Cnr di Bologna, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e con l’Università degli Studi di Salerno. La ricerca ha riguardato lo sviluppo e la caratterizzazione dal punto di vista chimico-fisico e sensoriale di biscotti arricchiti con vinaccia di uva rossa con potenziali effetti benefici sulla salute cardio-metabolica.

Pubblicato in Medicina



Researchers from LMU, TU Berlin, and Charité have developed a new AI tool that uses imaging data to also detect less frequent diseases of the gastrointestinal tract.

Already used in many areas of medicine, AI has tremendous potential when it comes to helping doctors diagnose diseases with the help of imaging data. However, AI models have to be trained with large numbers of examples, which are generally available in sufficient quantities only for common diseases. “It’s as if a family doctor only had to diagnose coughs, runny noses, and sore throats,” says Professor Frederick Klauschen, Director of the Institute of Pathology at LMU. “The actual challenge is to also detect the less common diseases, which current AI models often overlook or misclassify.”

Together with the group of Professor Klaus-Robert Müller from TU Berlin/BIFOLD and colleagues from the Charité – Universitätsmedizin Berlin, Klauschen has developed a novel approach that overcomes this limitation: As the scientists report in the journal New England Journal of Medicine AI (NEJM AI), their new model only needs training data from common findings to also reliably detect the less frequent diseases. This could significantly improve the diagnostic accuracy and ease the workloads of pathologists in future.

Pubblicato in Scienceonline

 

Ostriche forate neolitiche riferibili alla fine del VI millennio a.C. (Foto di Gigliola Antonazzi)

 

On Wednesday, 23 October, at Palazzo Economo, the headquarters of the Superintendency of Archaeology, Fine Arts and Landscape for Friuli Venezia Giulia, the press was presented with the results of the research conducted by Ca' Foscari University of Venice, carried out under an excavation concession for the Ministry of Culture - Soprintendenza Archeologia fine arts and landscape for Friuli Venezia Giulia, in collaboration with the Institute of Archaeology of the Research Centre of the Slovene Academy of Sciences and Arts/ Znanstvenoraziskovalni centre Slovenske akademije znanosti in umetnosti, the Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics and the University of Siena.

Pubblicato in Scienceonline


Rocce di 120 milioni di anni rivelano il riscaldamento climatico come responsabile della perdita di ossigeno negli oceani: lo studio internazionale svolto dall’Università Statale di Milano e dall’ateneo canadese di Victoria pubblicato su Nature.
Le previsioni climatiche per i prossimi secoli suggeriscono che si andrà incontro ad un significativo e progressivo riscaldamento associato all'aumento delle emissioni di CO2 antropogeniche. Uno degli effetti, già attualmente visibile, del riscaldamento in un contesto di clima ad effetto serra è la deossigenazione diffusa degli oceani. Questo fenomeno potrebbe essere destinato ad intensificarsi in assenza di soluzioni per mitigare i cambiamenti climatici. Il dato non chiaro è quello relativo al valore soglia oltre il quale andremmo ad oltrepassare un “punto di non ritorno”.

Pubblicato in Archeologia


Un team interdisciplinare di scienziati di cui fa parte l’Università degli Studi di Milano ha scoperto che l’interazione tra proteine e RNA nel ribosoma primordiale, un fossile molecolare ancora presente nella struttura cellulare attuale, ha prevenuto la degradazione dell’RNA stesso, permettendo l’emergere delle attuali e specifiche relazioni RNA-proteine, essenziali per l’integrità strutturale ribosomiale e quindi per la vita. La pubblicazione su Nucleic Acids Research.
La vita, come la conosciamo oggi, si basa sulla connessione tra gli acidi nucleici, che immagazzinano informazioni, le proteine, che svolgono innumerevoli compiti, e i lipidi che formano le membrane circostanti. Queste interazioni tra precursori molecolari iniziarono a verificarsi più di 4 miliardi di anni fa, prima che emergessero le prime forme di vita.

Pubblicato in Antropologia

 

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