Influenza da virus suino e mostra su vecchie e nuove epidemie

Era da molti anni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità metteva in guardia gli Stati dal pericolo di una pandemia influenzale. E’ noto infatti che, periodicamente si verificano epidemie a carattere globale, di maggiore aggressività a causa dell’emergenza di nuovi ceppi virali, prodottisi per il riassortimento tra virus umani ed aviari specie in animali some i suini o per mutazioni profonde del virus influenzale umano stesso.

La presenza di focolai multipli in Messico e la segnalazione crescente di nuovi casi negli Stati Uniti d’America ed in 80 altri paesi lasciano intendere che la  diffusione dell’influenza da virus suino A/H1N1 sarà molto estesa. Considerando che ogni anno si registrano più di 800 milioni di arrivi alle frontiere internazionali, sarà molto difficile evitare che l’epidemia si propaghi velocemente in tutto il mondo. Come dimostrato recentemente dalla SARS, i viaggi internazionali rappresentano oggi,molto più che un tempo, un mezzo di rapida diffusione del contagio, soprattutto in caso di malattie trasmesse per via aerea, come l’influenza.

Va detto però che non abbiamo però fortunatamente ancora evidenze che ci dimostrino che le caratteristiche di tale influenza saranno gravi. Un altro elemento importante è che l’influenza arriverà in Europa durante la stagione primaverile, quando sarà molto più facile identificarla rispetto al periodo invernale quando è presente l’influenza stagionale.

L’identificazione dei nuovi casi assume un ruolo fondamentale per l’isolamento degli stessi, la cura con antivirali - che è efficace solo se avviene nelle prime 48 ore- e la profilassi dei contatti. Da questo punto di vista il potenziamento della rete di controlli negli aeroporti e la messa in stato di allerta dei medici, specie quelli di medicina generale assumono un ruolo di fondamentale importanza.

Fin dai tempi della Grande Peste Nera del 1347-1350 , i viaggi internazionali hanno rappresentato un mezzo di diffusione delle grandi epidemie. Pur in assenza di una conoscenza degli agenti eziologici delle malattie, gli Stati ricorsero nei secoli  a misure di prevenzione e controllo del contagio come la costruzione di lazzaretti per la misure di contumacia, la creazione di cordoni sanitari,  la sospensione di fiere e mercati, l’obbligo di patenti e fedi di sanità per i viaggiatori via mare e terra.

E’ molto importante che la storia delle malattie a carattere pandemico ( come peste, vaiolo, sifilide e colera) e delle misure prese per contenerne la diffusione insieme a tutto il corredo di credenze e paure ingenerate nella popolazione venga riportato alla conoscenza delle autorità sanitarie, dei medici e del pubblico per poter più facilmente rapportarsi con le epidemie attuali. La Mostra su Vecchie e Nuove Epidemie che verrà inaugurata alla Camera nel maggio 2009 e che verrà presentata presso la Mole Vanvitelliana di Ancona (ex lazzaretto) dal 1 ottobre al 30 novembre 2009 intende  raggiungere  proprio questo obiettivo.


Walter Pasini
Direttore Centro di Global Health

 

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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