Sette note per migliorare la capacità motoria delle persone colpite da ictus
Eseguire la scala musicale utilizzando una tastiera può aiutare la riabilitazione motoria nelle persone colpite da ictus. È il risultato di uno studio dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Istituto Auxologico italiano IRCCS pubblicato sulla rivista Journal of Neuropsychology.
Milano, 7 luglio 2015 – La musica può servire per aiutare le persone colpite da ictus a riacquistare le capacità motorie. Lo dimostra uno studio dell’Università di Milano-Bicocca, condotto in collaborazione con l’Istituto Auxologico Italiano-IRCCS, pubblicato su Journal of Neuropsychology (Improving left spatial neglect through music-scale playing DOI:10.1111/jnp.12078)
La dislessia si manifesta anche sul movimento
Il disturbo non riguarda solo le difficoltà di lettura ma anche la motricità. Lo rivela una ricerca dell’Università di Milano-Bicocca, condotta in collaborazione con l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, pubblicata sulla rivista Human Movement Science.
Lo studio ha misurato il ritmo di scrittura di 77 bambini di cui 38 con dislessia.
Milano, 6 luglio 2015 – I disturbi tipici della dislessia non riguardano soltanto la lettura ma anche la motricità, cioè l’esecuzione di movimenti ritmici e coordinati. È il risultato al quale sono arrivati i ricercatori del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca che sono partiti da un esperimento di misurazione del ritmo di scrittura su 77 bambini.
La ricerca (“Dyslexic children fail to comply with the rhythmic constraints of handwriting”; doi:10.1016/j.humov.2015.04.012, i cui autori sono Elena Pagliarini, Maria Teresa Guasti, Carlo Toneatto, Natale Stucchi del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca e Elisa Granocchio, Federica Riva, Daniela Sarti, Bruna Molteni dell’Istituto Neurologico Carlo Besta) pubblicata sulla rivista Human Movement Science ha mostrato che nei bambini affetti da dislessia evolutiva la durata relativa di scrittura di ciascuna singola lettera che compone una parola non è costante ma varia in funzione della dimensione e velocità della parola scritta.
Lo studio è stato condotto dal gruppo di ricerca coordinato da Maria Teresa Guasti, ordinario di Glottologia e Linguistica, e Natale Stucchi, ordinario di Psicologia Generale, entrambi dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con il Servizio per i disturbi del linguaggio e dell’apprendimento dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano.
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