Interessante e significativa iniziativa quella compiuta dalla città di Nantes, che ha da poco inaugurato il monumento "Memoriale dell'abolizione della schiavitù". Posto sulla riva destra della Loira, nel pieno centro della graziosa cittadina francese, il monumento rappresenta un'ottima occasione per ricordare e commemorare le vittime di una delle più gravi violazioni dei diritti umani nella storia della nostra civiltà.

Non è per caso che la celebrazione avviene in questa ridente cittadina. Infatti dalla metà del secolo XVII alla metà del XIX, la Francia ha organizzato oltre 4220 spedizioni negriere.  Un milione trecentottantamila individui sono stati deportati dai territori centro-occidentali dell'Africa alle piantagioni del Sud America e dei Caraibi. Molte di quelle navi partirono proprio dal porto di Nantes.

Il Memoriale è stato realizzato in una struttura di oltre 7000 mq² sotterranei e sviluppa un percorso che si compone di ricostruzioni storico-geografiche che illustrano le modalità di questa disumana pratica. Prendere coscienza della portata numerica del fenomeno risulta impressionante.

 

 

Tornare verso un minimo di riconoscimento dei diritti dell'uomo è difficile.

Documenti scritti ricostruiscono l'iter della graduale affermazione di un diritto assoluto, come quello alla libertà, ed analizzano i percorsi giuridici che l'abolizione della schiavitù ha intrapreso prima che si affermasse in tutti i Paesi civili. Un lungo e complesso cammino che non è mancato di brusche battute d'arresto.

Infine, lungo lo spazio prospiciente la riva del fiume, vengono rievocati alcuni importanti contributi che grandi personalità del mondo dell'arte, della politica e del pensiero hanno dedicato alla causa dell'abolizione della schiavitù. Da Martin Luther King al presidente americano Lincoln fino a Bob Marley.

Sul pavimento di questo macabro cammino incisioni su targhe di vetro ricordano il nome e la data di partenza di ognuno dei mercantili salpati dalla città.

Coinvolgenti le ricostruzioni sonore trasmesse in filodiffusione all'interno dello spazio espositivo. Riproducono il rumore ed i suoni all'interno di una nave negriera in partenza dal porto di Nantes durante il XVIII secolo, quando essa divenne il centro di un "mercato" che coinvolgeva numerose altre città di Spagna, Portogallo, Inghilterra, Olanda e Belgio.

Un mercato di manodopera. Manodopera gratuita. Un mercato che si è svolto alla luce del sole senza che il mondo civile si mostrasse indignato di fronte a questo scempio. Senza che le le autorità religiose prendessero una posizione di rifiuto di questa pratica innaturale, immorale, degradante della dignità dell'uomo e contraria ad ogni principio di giustizia.

La "cultura" ha risposto con l'indifferenza al fenomeno della schiavitù e forse proprio l'indifferenza è stato il crimine più grande commesso nei confronti degli schiavi.

Ecco dunque che il Monumento Memoriale della abolizione della schiavitù di Nantes rappresenta molto: non solo uno mezzo per tenere vivo il ricordo ma un impegno per il futuro.

Per avvertire che la schiavitù non è un male ancora debellato in tutto il pianeta. Per denunciare che sono ancora molti i contesti in cui l'art. 4 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non è ancora universalmente applicato. Per sottolineare che in molti Paesi che risiedono nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite si perpetuano forme di "moderne schiavitù", soprattutto a danno delle categorie più deboli della società come donne e bambini

Il Memoriale è un efficace modo per combattere l'indifferenza che si annida nelle nostre coscienze.

 

Fabrizio Giangrande

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Ultima modifica il Mercoledì, 17 Ottobre 2012 15:48
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