Lo studio si è concentrato sull'acido ialuronico (HA), una molecola di zucchero che incrementa naturalmente nel flusso sanguigno in seguito all'ingestione di cibo. Sebbene l'HA sia noto per il suo coinvolgimento nella struttura dei tessuti e nei processi infiammatori, questa ricerca ne svela un'inattesa connessione con il metabolismo del glucosio. Il gruppo di ricerca ha osservato che l'HYAL1, che scinde l'HA nel fegato, contribuisce a inibire la gluconeogenesi, ovvero il processo attraverso il quale il fegato produce glucosio a partire da fonti non glucidiche. Normalmente, la gluconeogenesi viene frenata dopo i pasti per prevenire picchi glicemici, ma nel diabete rimane iperattiva.
Utilizzando topi geneticamente modificati, i ricercatori hanno notato che l'eliminazione del gene Hyal1 portava a una maggiore produzione di glucosio, in particolare in topi alimentati con una dieta ricca di grassi. Al contrario, l'aumento dei livelli di HYAL1 nel fegato migliorava la tolleranza al glucosio e riduceva la gluconeogenesi, persino in animali insulino-resistenti.
Scavando più a fondo, il team ha identificato il meccanismo d'azione: la degradazione dell'HA da parte dell'HYAL1 riorienta l'Uridina difosfato N-acetilglucosamina (UDP-GlcNAc) cellulare, diminuendo una modificazione chiave (O-GlcNAcilazione) sulle proteine mitocondriali fondamentali per il metabolismo energetico (Figura 1). Questo riduce la produzione di ATP, rendendo più difficile per il fegato sostenere la sintesi di glucosio. Fatto importante, questa regolazione rimane efficiente anche in condizioni di insulino-resistenza, rendendola un potenziale bersaglio terapeutico interessante.
Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per quantificare il contributo di questo meccanismo, lo studio offre una nuova prospettiva su come l'organismo affina la regolazione del metabolismo del glucosio al di là del classico sistema insulina-glucagone. Considerando che il diabete colpisce milioni di persone in tutto il mondo, questa ricerca evidenzia un tassello metabolico trascurato ma vitale, che potrebbe condurre a nuove strategie per la gestione del diabete, come il potenziamento dell'attività di HYAL1 o la modulazione dei livelli di HA dopo i pasti.