Per far fronte alle difficoltà legate al Covid-19 il Consorzio* ha adattato le strategie, ha acquisito conoscenze preziose durante questi tempi difficili e ha continuato la sua missione. Gli effetti della pandemia sul progetto BioRescue sono descritti in dettaglio in un documento scientifico pubblicato nel "Journal of Applied Animal Ethics Research". Nel mondo sono rimasti solo due esemplari di rinoceronte bianco del Nord, entrambe femmine. Per prevenire l'estinzione del rinoceronte bianco del Nord, un consorzio internazionale di scienziati e conservazionisti cerca di far progredire le tecnologie di riproduzione assistita e le tecniche associate alle cellule staminali per creare embrioni di rinoceronte bianco del Nord in vitro.
Nel prossimo futuro, gli embrioni saranno trasferiti in madri surrogate di rinoceronte bianco del Sud per creare una progenie di rinoceronte bianco del Nord. Questo programma innovativo è condotto da un team internazionale che lavora in un quadro a livello globale che comprende scienziati e conservazionisti provenienti da istituzioni in Germania, Kenya, Giappone, Repubblica Ceca, USA e Italia. Da marzo 2020 in poi, il lavoro del consorzio è stato gravemente colpito dalla pandemia di Covid-19 in diversi modi a livello locale, nazionale e internazionale.
A livello internazionale, l'ostacolo più evidente sono state le restrizioni di viaggio internazionali. "I partner del consorzio avevano precedentemente concordato di raccogliere gli ovociti degli ultimi due rinoceronti bianchi settentrionali ogni tre o quattro mesi. Questo è considerato un intervallo sicuro per preservare la salute e il benessere delle femmine massimizzando il numero di ovociti raccolti, e conseguentemente il numero dei potenziali embrioni e della futura prole" dice il capo del progetto BioRescue Thomas Hildebrandt del Leibniz-Institute for Zoo and Wildlife Research (Leibniz-IZW).
Trascorso l’intervallo previsto dall’ultimo prelievo, la raccolta degli ovociti era stata pianificata per marzo 2020 presso la Conservancy Ol Pejeta in Kenya, dove sono custodite le due femmine.
"A causa delle restrizioni dei viaggi internazionali, la procedura ha dovuto essere annullata e ha potuto essere condotta solo nell'agosto 2020, dopo la riapertura delle frontiere del Kenya" aggiunge la scienziata di Leibniz-IZW BioRescue Susanne Holtze, primo autore della pubblicazione insieme a Hildebrandt. "Questo non significa solo che è stata persa un'opportunità cruciale e che forse diversi preziosi embrioni non hanno potuto essere generati, ma ha anche influenzato la successiva procedura nell'agosto 2020", spiega Holtze. È probabile infatti che l'intervallo prolungato dall'ultimo prelievo 2 di ovociti, avvenuto nel dicembre 2019, abbia compromesso la qualità degli ovociti e sia stato il motivo per cui dai 10 ovociti prelevati in agosto non sia stato possibile generare nessun embrione. Il ritardo nell’impianto degli eventuali embrioni in Kenya diminuirà anche le possibilità per i futuri nati di rinoceronte bianco del Nord di crescere con individui della loro specie. Questo implica, in definitiva, che per il programma è stato perso quasi un anno - un grave ritardo nella corsa contro il tempo per prevenire l'estinzione del rinoceronte bianco del Nord.
Oltre ai ritardi nelle procedure all'Ol Pejeta Conservancy in Kenya, per le quali è stato necessario seguire rigidi regolamenti di viaggio e norme igieniche in loco, la pandemia ha posto diverse altre msfide al Consorzio, tra cui le mancate entrate per il Safari Park Dvůr Králové e l'Ol Pejetam Conservancy di Nairobi: "Abbiamo affrontato la situazione, senza precedenti, di non avere entrate dai biglietti d'ingresso e da altri servizi. Tuttavia, contro ogni previsione, siamo stati rapidamente in grado di sviluppare nuovi modi di avvicinare online i nostri potenziali visitatori e sostenitori e questo
ci ha permesso di mantenere il nostro sostegno al programma di salvaguardia del rinoceronte bianco del Nord allo stesso livello degli anni precedenti. La nostra massima priorità è proteggere le specie
dall'estinzione e COVID-19 ha confermato quanto sia importante il sostegno dei singoli donatori", dice Jan Stejskal, direttore della comunicazione e dei progetti internazionali del Safari Park.
E “la raccolta di fondi è stata necessaria per mantenere i programmi di conservazione della fauna selvatica e per pagare gli stipendi", dice l'amministratore delegato di Ol Pejeta, Richard Vigne, "e tuttavia, la salvaguardia degli animali e le cure veterinarie professionali sono state mantenute in ogni momento in collaborazione con il Kenya Wildlife Service". Per le strutture di ricerca dei partner del consorzio in Italia, Germania e Giappone sono stati messi in atto diversi livelli di restrizioni sul lavoro di laboratorio: personale limitato, difficoltà nel trasporto dei campioni e delle attrezzature e smart working: “L’attività del nostro laboratorio è proseguita come tutti i servizi veterinari per garantire la riproduzione degli animali anche durante il lockdown. Sono stati garantiti i servizi essenziali con personale a ranghi ridotti per garantire il distanziamento e lavorando più ore.
Nonostante, inoltre, il disservizio dei corrieri espressi che ha comportato notevoli ritardi nelle consegne degli ovociti e la necessità di passare a un trasporto diretto con tutte le problematiche legate allo spostamento delle persone, abbiamo garantito la ricezione e lavorazione degli ovociti anche di rinoceronte bianco del sud prelevati in Europa per produrre gli embrioni che servono per mettere a punto la tecnica del trasferimento dell’embrione" ha sottolineato Cesare Galli, Direttore del Laboratorio Avantea. “Anche i laboratori e gli uffici dell'Università di Padova sono stati chiusi e l'insegnamento e la ricerca online sono stati implementati. Il team incaricato del monitoraggio etico del programma BioRescue ha continuato a lavorare da casa e ha dovuto adattare le strategie per portare avanti la valutazione etica di tutte le procedure. Nonostante tutte le difficoltà, la valutazione etica è stata sempre eseguita e le procedure BioRescue hanno ininterrottamente mantenuto alti standard di qualità e di rispetto della sicurezza e del benessere sia dei ricercatori che degli animali coinvolti", dice Barbara de Mori dell'Università di Padova.
Oltre agli effetti negativi della pandemia, comunque, ce ne sono stati anche alcuni positivi. La chiusura delle frontiere internazionali, ad esempio, ha aperto nuove opportunità per le procedure di riproduzione assistita in Germania, che sono state importanti per far progredire e perfezionare metodi e tecniche. Se un partner designato per l'accoppiamento di una femmina di rinoceronte bianco del Sud in uno zoo tedesco non poteva essere trasferito, la riproduzione assistita ha rappresentato un’utile alternativa al normale accoppiamento naturale. In secondo luogo, le norme di distanziamento sociale
hanno contribuito a stabilire una nuova cultura di incontri online tra i partner del consorzio su base più regolare, che si è rivelata utile e continuerà in futuro.
Infine, c'è una rinnovata consapevolezza che la distruzione degli habitat e la perdita di biodiversità sono fattori chiave per le malattie zoonotiche emergenti. "BioRescue non serve solo a salvare il rinoceronte bianco del Nord. A lungo termine rappresenta anche un passo necessario per ristabilire l’habitat che è stato distrutto in Africa centrale e, pertanto, per prevenire pandemie globali in futuro", dice Thomas Hildebrandt. "È ironico e amaro, che la nostra missione sia stata gravemente colpita proprio da ciò che in definitiva era più improbabile: una pandemia".
Maggiori informazioni su BioRescue e sulle opzioni per sostenere il progetto si possono trovare su www.biorescue.org.