Etica

Etica (31)

 

Come ben sappiamo, da marzo nel nostro Paese si è scatenata la tempesta perfetta.

Da una parte siamo stati il primo Paese, dopo la Cina, a sperimentare gli effetti della“pandemia”, dall’altro i nostri Governanti hanno ritenuto di adottare una serie di misure draconiane nel tentativo di contenere gli effetti del contagio le quali, oltre ad incidere sulla vita di tutti, hanno bloccato la maggior parte delle attività commerciali, professionali ed industriali del Paese.
Noi non vogliamo entrare, con questo contributo, nel merito dei provvedimenti adottati, tantomeno sull’opportunità e sull’efficacia degli stessi; sarebbero infatti considerazioni di carattere politico che non ci spettano, così come riteniamo che, anche a mente dell’art. 32 della Carta Costituzionale, le Autorità avessero il potere di intervenire. Altra questione è se hanno adottato, e se stanno adottando, i provvedimenti opportuni. Quello che però è certo, allo stato, è che, al di là del generale disagio contingente, e della limitazione della nostra libertà di cittadini, le conseguenze del blocco totale delle attività economiche avranno degli effetti disastrosi sull’economia dell’intero Paese, e letali per alcune categorie. A partire da molte attività professionali alla gran parte dei negozi e delle attività commerciali in generale, ai ristoranti, alle tavole calde, ai bar, alle discoteche, ai cinema, ai teatri; dalle fabbriche agli impianti sportivi, dalle palestre ai centri estetici, ai parrucchieri, fino agli artigiani, etc. etc.

E naturalmente saranno i più piccoli, o quelli di più recente apertura, e dunque meno solidi e strutturati, a pagare il prezzo più caro. Ed a nostro avviso, e come vedremo più approfonditamente nel prosieguo, se le Autorità avevano il potere di intervenire, e dunque il danno derivato dal lockdown imposto non può essere qualificato come giuridicamente ingiusto, e quindi i danneggiati non possono pretendere il risarcimento del danno patito e patiendo, è però anche vero che chi ha subito, come conseguenza diretta delle misure (legittime) adottate dall’Autorità, in nome dell’interesse collettivo, un danno, ha diritto ad essere, se non risarcito, almeno indennizzato.

 

L’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione Covid-19 ed il conseguente “blocco” della quasi totalità delle attività commerciali, industriali e professionali, ha posto numerosi interrogativi anche con riferimento ai contratti di locazione in corso, in particolare per quelli ad uso commerciale.


I provvedimenti di contenimento emanati dall’Autorità nelle ultime settimane hanno infatti, e come noto, imposto dei limiti sempre più stringenti all’operatività delle aziende e delle attività commerciali, che si sono tradotti quindi in un blocco totale, e/o parziale nella migliore delle ipotesi, delle stesse, con conseguenti gravi ripercussioni economiche che stanno determinando delle evidenti difficoltà, se non l’impossibilità, per i conduttori, di far fronte alle obbligazioni assunte in funzione dell’attività imprenditoriale; questo è uno dei motivi per cui da più parti gli imprenditori danneggiati hanno invocato la sospensione del pagamento degli affitti, lamentando la sussistenza di cause di forza maggiore ovvero l’impossibilità sopravvenuta, ovvero ancora l’eccessiva onerosità sopravvenuta in corso di esecuzione del rapporto contrattuale.

Premesso che, a nostro avviso, la sospensione tout court del pagamento dei canoni di locazione non può trovare applicazione posto che il Legislatore non ha ad oggi provveduto in tal senso e, anzi, con il D.L. n. 18/2020, c.d. decreto “Cura Italia”, si è limitato a prevedere “un credito d’imposta nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1”, dando quindi per presupposta la debenza del canone di locazione per l’intero importo dovuto ed alle scadenze pattuite, appare comunque opportuno svolgere alcune brevi considerazioni in merito alle pretese che possono essere formulate, più o meno legittimamente, dai conduttori di immobili commerciali.

 

 

In tutta l’Africa occidentale e centrale sono comuni alcune pratiche tendenti a modificare il seno delle ragazze in vari modi e momenti della vita, realizzate dalle donne della famiglia (pag.23). Di queste, quella più antica sembra essere il “massaggio al seno”, usato tradizionalmente per correggerne dimensioni e forma. La pratica viene attivata o per indurre il flusso del latte materno nell’allattamento o per ridurne il flusso nello svezzamento. Si ipotizza che questa stessa potrebbe essere stata riproposta in epoca più recente dalle Cam.si anche per appiattire i seni in crescita delle ragazze (pg.23) (App.). Un’altra pratica distinta dalla precedente, ma spesso associata all’App., é la “spazzolatura del seno”; come pure la “fasciatura dei seni”, che spesso è utilizzata come modalità aggiuntiva anche per ottenerne l’appiattimento. Oltre a queste pratiche, in Camerun esiste anche la Mutilazione Genitale Femminile (Esther Ayuk, com. pers., Internat. Seminar FGM/C :from medicine to critical anthropology , Rome, 24-5 Nov. ,2017), rappresentata dall’escissione, praticata prevalentemente dalle popolazioni musulmane; essa può essere presente con l’App. (caso3),…avevo un’amica che aveva subito contemporaneamente escissione e App., inoltre sul volto presentava cicatrici etniche. Le pratiche, di cui sopra, sole od associate, sono rappresentate in modo esemplare da quella più conosciuta dell’”Appiattimento del seno”., che è stata oggetto di indagine in anni recenti solo in Camerun (Tabscott, 2012; Rampoldi, 2014 ). Oltre inuadra Oltre al Camerun, questa pratica si diffonde in un’ampia regione dell’Africa occidentale e centrale nei paesi della Guinea Bissau, Chad, Togo, Benin, Guinea Conacry, Costa d’Avorio, Kenya, Zimbawe (pag.15); in Italia la sua conoscenza è stata riferita anche da donne Nigeriane. Non esistono indagini per questi paesi, per cui le informazioni sono solo anedottiche. In Camerun, la prima ricerca risale al 2005, sostenuta dalla ONG locale RENATA (Reseau Nationale des Associations de Tantines), supportata dalla GIZ, società tedesca per la cooperazione internazionale. Il consistente studio quantitativo ( 5661 interviste, espletate in tutte le regioni del paese) è rimasto inedito. Ma se ne conoscono alcuni risultati: l’App. si esegue su bambine tra gli 8 e i 12 anni; l’esecutrice è la madre o donne della famiglia; circa ¼ di tutte le ragazze/donne in Camerun ha subito una qualche forma di stiramento del seno; esso, più comune nella fascia litorale (53% delle donne lo hanno subito), è presente in tutto il paese, ma si riduce al 7% nella regione del nord (pagg. 14-15). A seguire, una seconda indagine, supportata dal Centro Internazionale Feinstein (FIC), dall’Università Tufts, con il patrocinio delll’ONG per lo sviluppo Plan Camerun. Il lavoro sul campo è stato condotto nella regione nord occidentale del Paese e nella capitale Yaoundè.

Pierpaolo Battigalli

 

In una nota su Econometrica Battigalli, Cerreia-Vioglio, Maccheroni e Marinacci dimostrano che l'avversione all'incertezza, in una situazione di interazione strategica tra attori, ha l'effetto controintuitivo di rendere gli esiti più difficili da prevedere . In A Note on Comparative Ambiguity Aversion and Justifiability (in Econometrica, Vol 84, Issue 5, 1903-1916, DOI: 10.3982/ECTA14429), Pierpaolo Battigalli, Simone Cerreia-Vioglio, Fabio Maccheroni e Massimo Marinacci del Dipartimento di Scienze delle decisioni della Bocconi tornano ad analizzare gli effetti dell’avversione all’incertezza sui processi decisionali, come avevano già fatto di recente in un articolo sull’American Economic Review.

Un team di ricercatori di Istituto di informatica e telematica del Cnr, Mit, Cornell University e Uber ha utilizzato i big data per predirne l’effetto in 30 città: lo studio potrebbe fornire indicazioni per trasformare il futuro del trasporto a livello globale. Milano ha un potenziale di condivisione dei viaggi cinque volte maggiore di Roma. A livello globale, ai primi posti New York e Vienna.  La ricerca pubblicata su Nature Scientific Reports.

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche (Iit-Cnr), del Mit, della Cornell University e della società Uber ha utilizzato una quantità senza precedenti di dati sulla mobilità per predire le potenzialità del ride-sharing in 30 città globali. Attraverso l’analisi di oltre 200 milioni di viaggi di taxi effettuati a New York, Singapore, San Francisco e Vienna, i ricercatori hanno scoperto le leggi della mobilità condivisa che possono essere applicate a qualsiasi città. La ricerca, pubblicata nel numero di marzo 2017 della rivista Nature Scientific Reports, potrebbe fornire indicazioni per trasformare il futuro del trasporto a livello globale.

COMUNICATO STAMPA
L’empatia influisce sulle reazioni emotive scaturite da decisioni difficili, ma non determina tali decisioni
Una ricerca SISSA ridimensiona la componente emotiva nelle decisioni morali

 

L’empatia e la capacità di comprendere e rendere esplicite le emozioni che proviamo non influiscono sulle nostre decisioni morali. Questo è quanto suggerisce un nuovo studio pubblicato sulla rivista Social Neuroscience e guidato dalla neuroscienziata della SISSA Marilena Aiello. Le nostre scelte non dipendono dalla nostra empatia. Quello che cambia, invece, è il coinvolgimento emotivo, più marcato nelle persone più empatiche. Soprattutto se si sceglie di prendere delle decisioni scomode pur di massimizzare il benessere comune.

 

Ma la disuguaglianza di genere mette un freno allo sviluppo sostenibile.

Raggiungere la parità di genere e dare maggiori strumenti alle donne non è solo la cosa giusta da fare, ma è un ingrediente fondamentale nella lotta contro la povertà estrema, la fame e la malnutrizione, ha affermato oggi il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva, intervenendo ad un evento ad alto livello co-organizzato dalla FAO, dalla Commissione europea e dalla Presidenza slovacca del Consiglio dell'Unione Europea, in collaborazione con il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), con il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e con UN Women.

Abstract

Gravità e drammaticità di un atto, per taluni aspetti simbolico, in una Napoli che non trova pace. Cultura, Musei e diffusione delle conoscenze scientifiche contro la barbarie che ha distrutto lo scorso quattro marzo la Città della Scienza di Napoli, il Complesso sorto negli anni Novanta del Novecento nell’ex Area industriale dell’ITALSIDER di Bagnoli (Na).

Il rogo, che ha cancellato soprattutto l’Area museale del Complesso (lato mare) di 12 mila metri quadrati di superficie della Città della Scienza di Napoli, può essere classificato come un vero atto di barbarie culturale che offende tutti. L’incendio – quasi certamente di origine dolosa, considerata la dinamica dello sviluppo delle fiamme in più parti del Complesso stesso – ha ridotto in cenere non solo un Organismo culturale per la diffusione delle conoscenze, ma soprattutto un simbolo etico della Napoli scientifica e culturale. Un Organismo, fiore all’occhiello della Napoli di ingegno, la Napoli colta e produttiva che aveva inteso negli anni Novanta la sua Città della Scienza come un esempio di riscatto sociale, un messaggio al Paese.

 

La grande scienziata e Premio Nobel è stata una “sostenitrice instancabile di un mondo libero dalla fame”

Roma, 31 dicembre 2012 - "La scomparsa della scienziata e Premio Nobel Rita levi Montalcini ci ha privato di una sostenitrice appassionata ed instancabile di un mondo libero dalla fame", ha dichiarato oggi il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva, commemorando la morte di Rita Levi Montalcini, Ambasciatrice di Buona Volontà della FAO dal 1999.

"La Professoressa Montalcini è stata riconosciuta internazionalmente come una delle menti più brillanti e feconde.  Alla FAO abbiamo avuto il piacere e l'onore di conoscerla anche come un'amica saggia e generosa, impegnata in prima persona nella lotta per un mondo libero dalla fame", ha affermato Graziano da Silva.

"La FAO le sarà sempre riconoscente per aver contribuito personalmente a mantenere l'impegno di porre fine a fame, malnutrizione e povertà estrema all'ordine del giorno dell'agenda internazionale", ha poi aggiunto.

Rita Levi Montalcini, medico e neurobiologa, nel 1986 è stata insignita del Premio Nobel per la medicina e nominata senatrice a vita della Repubblica Italiana.  In veste di Ambasciatrice di Buona Volontà della FAO ha scritto articoli ed editoriali sull'emergenza fame ed ha partecipato con regolarità a tutti gli eventi ad alto livello della FAO.

In uno dei suoi interventi più recenti la Montalcini si è rivolta in modo particolare ai giovani esortandoli ad impegnarsi maggiormente nell'eliminazione della fame da lei definita "una tragica realtà".

Foto: Presidenza della Repubblica

 

Formare significa lavorare al fianco dei ricercatori

Il modello Italia ha finito il suo ciclo. L'allarme lanciato su "Affari e Finanza" di Repubblica da Gian Maria Gros Pietro presidente di Autostrade e docente di Economia Manageriale all'Università di Torino, rischia di non essere più una voce isolata. Ordini in calo, contrazione della domanda e del fatturato (i dati Istat relativi al mese di agosto parlano di un calo del 5,4% per il fatturato industriale e del 3,7% della produzione rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso), rallentamento della competitività sono tutti fattori negativi che non possono essere trascurati. La denuncia del manager, che è stato Presidente di ENI ed IRI si concentra soprattutto su un dato: in Italia si fa poca ricerca e molta innovazione di prodotto, questo fa si che : "siamo dove non c'è molto futuro, ma non siamo dove il futuro è importante, ovvero nella microelettronica, nell'Infomation Technology, nelle biotecnologie, nelle nanotecnologie e nuovi materiali che sono i fattori chiave della prossima rivoluzione industriale".

 

 

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