La scienza sa di non sapere - per questo funziona

Guerini 28 Feb 2017

 

Villa Maria Luisa

 

Postfazione di Pietro Greco

 

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La scienza e le sue applicazioni tecnologiche permeano la vita quotidiana, entrano nelle città e nelle case e invadono il dibattito pubblico. Pochi sono però preparati a comprenderne il modo di operare, perché la divulgazione privilegia la semplice illustrazione dei fatti, a discapito dei principi generali che danno senso ai fatti stessi.

La scienza si fonda sull’evidenza, ma è la decisione della comunità scientifica a stabilire se questa evidenza è sufficiente per fare accettare una nuova ipotesi e una nuova scoperta. Il consenso, codificato dalla revisione dei pari (peer review), conferisce alle conoscenze scientifiche un’autorità che trascende quella dei singoli scienziati.

Pur non avendo certezze assolute, la scienza è il mezzo più potente di cui l’uomo dispone per discernere tra fatti e fantasie, tra razionale e irrazionale. Familiarizzare tutti con i criteri di accreditamento dell’evidenza scientifica è un compito urgente: gli scienziati non possono semplicemente spiegare quello che conoscono, ma devono dire come lo conoscono, in modo che diventi chiaro che la fiducia nella scienza non è cieca ma è basata sulla valutazione critica delle prove. Se questa consapevolezza non è sufficientemente diffusa, il dialogo con il pubblico si trasforma in uno sterile scontro che alimenta polemiche devastanti, come quelle recenti sull’uso dei vaccini o sui rischi del riscaldamento globale.

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