Trying to quit smoking? New research suggests higher levels of nicotine may help
In the first study to tailor nicotine dosing based on smokers’ choices while trying to quit, the results suggest that most smokers who use stop-smoking medications can easily tolerate doses that are four times higher than those normally recommended. Study author Dunja Przulj from Queen Mary University of London said: “Smokers determine their nicotine intake while they smoke, but when they try to quit, their nicotine levels are dictated by the recommended dosing of the treatment. These levels may be far too low for some people, increasing the likelihood that they go back to smoking.
“Medicinal nicotine products may be under-dosing smokers and could explain why we’ve seen limited success in treatments, such as patches and gum, helping smokers to quit. A change in their application is now needed. “Our findings should provide reassurance to smokers that it is okay to use whatever nicotine doses they find helpful.” When nicotine replacement treatment was first evaluated in the 1970s, low doses were used because of concerns about toxicity and addictiveness. Evidence then emerged that nicotine on its own, outside of tobacco products, has limited addictive potential, and that higher doses are safe and well tolerated. Despite this, stop-smoking medications have maintained lower nicotine levels in their products.
"Il destino del cuore si gioca gia' nel pancione"
Pensare alla salute del quando si e' gia' adulti puo' essere troppo tardi. Perche' i giochi si fanno prima della nascita, o quantomeno da bambini e adolescenti: essere sedentari prima dei 18 anni si associa a un maggior rischio di malattie cardiovascolari da adulti ma anche nascere da mamme che non hanno prestato attenzione a dieta, movimento e salute durante la gravidanza puo' compromettere il benessere cardiaco futuro.
Cosi' i cardiologi puntano alla prevenzione iper-primaria, dal concepimento ai 18 anni, e in occasione del 79esimo Congresso Nazionale della Societa' Italiana di Cardiologia (SIC), a Roma dal 14 al 17 dicembre, sottolineano che l'esercizio fisico e' il metodo migliore per proteggere il cuore fin da bambini, aderendo alle raccomandazioni delle recenti linee guida statunitensi sull'attivita' fisica secondo cui la "dose" di movimento e' di almeno 3 ore al giorno fra 3 e 5 anni e di almeno 60 minuti quotidiani dai 6 ai 17 anni. Purtroppo, stando alle stime appena il 3% dei bambini e ragazzini raggiunge l'obiettivo, con possibili ripercussioni negative nel lungo termine.
"L'attivita' fisica - spiega Giuseppe Mercuro, Presidente SIC professore ordinario di cardiologia all'Univ. di Cagliari - ha un ruolo importante e in molti casi addirittura superiore alla terapia farmacologica nella prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari, che in larga parte sono provocate proprio dalla sedentarieta': il 9% delle morti premature e' attribuibile all'inattivita' fisica, un "peso" simile a quello del fumo L'esercizio fisico ha un effetto fortemente benefico sul cuore e sulla salute in generale, praticato in modo regolare riduce fino al 30% la mortalita'; tuttavia l'Italia e' un Paese di pigri e anche i giovanissimi non si discostano dalla media, anzi.
Gli studi scientifici indicano che solo il 30% dei bambini e adolescenti raggiunge nell'arco della settimana una media di 60 minuti di attivita' fisica giornaliera, grazie ai giorni in cui si pratica sport per piu' di un'ora consecutiva; tuttavia, se si va a vedere quanti fanno almeno 60 minuti di esercizio moderato ogni giorno, la percentuale crolla al 3% con i maschi un po' piu' attivi (5,5%) e le femmine molto sedentarie, visto che solo l'1,2% si muove quotidianamente a sufficienza. I bambini con meno di 6 anni - continua Mercuro - sono in una fase di rapido sviluppo e 3 ore di movimento al giorno, di qualsiasi intensita', possono migliorare la crescita e contribuire all'apprendimento di importanti capacita' motorie. Il periodo fra 6 e 17 anni e' altrettanto critico per sviluppare le capacita' motorie ma soprattutto imparare stili di vita sani, da mantenere nell'arco di tutta la vita successiva: per questo e' importante che bambini e adolescenti si impegnino in attivita' intense e che rinforzino muscoli e ossa almeno 3 giorni alla settimana, meglio se un'ora tutti i giorni. Fattori di rischio come l'obesita', l'iperinsulinemia, l'ipertensione, l'aumento dei grassi nel sangue possono instaurarsi anche nell'infanzia e nell'adolescenza, minando la salute cardiovascolare futura: un regolare esercizio e' fondamentale per la prevenzione".
Neanderthal ad Altamura: sulle spalle del passato
Un team di ricerca internazionale coordinato dalla Sapienza ha mostrato, attraverso la ricostruzione della scapola con tecniche di imaging 3d, che uno scheletro della specie Homo neanderthalensis, il più antico e completo mai rinvenuto, possedeva caratteristiche della spalla che lo distinguono dagli altri Neanderthal oltre che da Homo sapiens.
Lo studio è pubblicato sulla rivista Quaternary Science Reviews
Lo scheletro umano rinvenuto nel 1993 in una grotta presso Altamura (Bari, Puglia), il Neanderthal più antico e completo mai scoperto, continua a rivelare sorprendenti novità. Si tratta del cosiddetto “uomo di Altamura”, recentemente datato a circa 150 mila anni, che da oltre un decennio è oggetto della più approfondita e tecnologicamente avanzata ricerca paleoantropologica svolta in Italia su un singolo reperto preistorico, oggi nell’ambito delle attività di un progetto di ricerca PRIN 2017-2019 finanziato dal MiUR.
In una ricerca pubblicata sulla rivista internazionale e interdisciplinare Quaternary Science Reviews, l’equipe scientifica guidata da Giorgio Manzi della Sapienza Università di Roma – in collaborazione con colleghi dell’Università di Firenze e della Duke University (Carolina, USA) – utilizzando sofisticate tecniche digitali, è riuscita a ricostruire la scapola destra dell’uomo di Altamura a partire da 3 frammenti ossei estratti fra il 2009 e il 2015 dalla grotta (gli unici prelevati a tutt’oggi). L’analisi ha rivelato qualcosa di inatteso rispetto alla morfologia dei Neanderthal dell’ultimo glaciale, i cosiddetti "classici”, che sono più recenti di circa centomila anni rispetto all’uomo di Altamura, e anche rispetto ai loro antenati del Pleistocene Medio.
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