Le strisce di fiori spontanei sono state allestite adiacenti alle coltivazioni nei campi sperimentali di frumento in agroecosistemi convenzionati dell’Università con l’Università di Pisa e in laboratorio è stata effettuata l’analisi chimica dei composti volatili. Queste strisce, definite comunemente “wildflower strips”, servono infatti per la sopravvivenza di tutti quegli insetti impollinatori oggi sempre più rari sia a causa della crescente scarsità di colture “entomogame”che per un uso sempre meno diversificato del territorio.
“Le interazioni specialistiche e generaliste- sottolinea Stefano Benvenuti ricercatore dell’Ateneo pisano - definiscono quindi i due modelli di coevoluzione fiori insetti e se la strategia specialista risulta più efficace dal punto di vista del flusso genico, in quanto gli impollinatori trasferiscono il polline quasi esclusivamente all’interno della stessa specie, è comunque quella certamente più a rischio. Ciò in quanto l’impollinazione dipende da una fragile dipendenza da poche specie di impollinatori la cui simultanea presenza con le fioriture è purtroppo ulteriormente minacciata dai cambiamenti climatici in corso”.
I fiori specialisti hanno infatti degli determinati insetti come“vettori” del polline, opportunamente attratti da profumi a loro dedicati, che a loro volta si sono co-evoluti mutualisticamente sviluppando “tomentosità”, cioè pelurie, per il trasporto del polline ed apparati boccali allungati per raggiungere il nettare nelle corolle semichiuse o particolarmente allungate. I fiori generalisti invece non selezionano gli insetti accettando gran parte degli impollinatori il che però impedisce loro di massimizzare l'efficienza del trasferimento del polline perché in gran parte degli è trasportato anche su fiori di specie diverse.
“Capire queste particolari interazioni – conclude Benvenuti - significa difendere la biodiversità e in ultima analisi preservare anche la bellezza dei paesaggi rurali che ci circondano, come ad esempio i nostri in Toscana rinomati in tutto il mondo per la loro unicità”.