Tecnologia (205)
Nuove potenzialità della "materia attiva"
09 Ott 2020 Scritto da Istituto per le applicazioni del calcolo (Cnr-Iac), Università di Bari, Università di Edimburgo, Istituto italiano di tecnologia
Formazione di un canale soffice in cui il fluido passivo scorre fra due strati di materiale attivo
Uno studio dell'Istituto per le applicazioni del calcolo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac), le Università di Bari ed Edimburgo, e l'Istituto italiano di tecnologia, ha osservato le proprietà morfologiche e viscose di una emulsione, contenente due fluidi di cui uno attivo (autopropulso), sotto l'azione di un flusso con profilo lineare. Lo studio mostra che, in opportune condizioni, il flusso imposto e l'attività del fluido favoriscono la formazione di un canale soffice in cui il fluido passivo scorre fra due strati di materiale attivo. I risultati, pubblicati sulla rivista Scientific Reports, aprono la strada a studi sperimentali di emulsioni attive con nuove proprietà meccaniche dalle notevoli possibilità applicative.
Una "colla" composta di fotoni, per tenere insieme la materia
05 Ott 2020 Scritto da Cnr-Iom, Cnr-Ino e Cnr-IfnUna nuova ricerca svolta con la collaborazione degli istituti Officina dei materiali, Nazionale di ottica e di Fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom, Cnr-Ino e Cnr-Ifn), ha mostrato che è possibile tenere insieme particelle con carica negativa, che di solito si respingono. Lo studio sulla Photon Bound Exciton, pubblicato su Nature Physics, apre inedite opportunità per la creazione di materiali innovativi da usare nello sviluppo di nuove tecnologie.
Cariche positive e negative si attraggono, formano atomi, molecole e tutto ciò che comunemente chiamiamo materia. Al contrario, cariche negative si respingono e, per poter formare oggetti come gli atomi, con legami al loro interno, è necessaria una “super colla”, in modo da compensare la repulsione elettrostatica esercitata dalle particelle e così tenerle insieme. In uno studio pubblicato sulla rivista Nature Physics, un team internazionale di ricerca, con la collaborazione di Istituto officina dei materiali (Cnr-Iom) di Trieste, Istituto nazionale di ottica (Cnr-Ino) di Trento e Istituto di fotonica e nanotecnologie (Cnr-Ifn) di Milano del Consiglio nazionale delle ricerche ha dimostrato per la prima volta che i fotoni, le particelle che compongono la luce, possono essere usate per tenere insieme particelle con carica negativa, creando una nuova forma di materia chiamata Photon Bound Exciton.
Confermate le proprietà anti-virali del grafene G+: i tessuti e le mascherine con G+ riescono a fermare il COVID-19
02 Ott 2020 Scritto da Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica di RomaTessuto in PU non trattato e tessuto in PU funzionalizzato con nanoplatelets di grafene G+ a confronto: il grafene si deposita sulle fibre agendo poi come un filtro.
I risultati di una ricerca condotta da un team del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica di Roma, in collaborazione con il Policlinico Gemelli
Tra le caratteristiche del grafene, ha richiamato particolare interesse nell’ultimo periodo il suo possibile potere anti-virale: una ricerca condotta da un team del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica di Roma guidato dal Prof. Massimiliano Papi, in collaborazione con il Policlinico Gemelli di Roma, ha appena confermato che il grafene G+, prodotto dall’azienda italiana Directa Plus, non solo ha proprietà antivirali, ma riesce a fermare anche il temuto SARS-CoV-2, il coronavirus responsabile dell’attuale pandemia.
I test condotti dal team del Prof. Papi, i cui dettagli sono appena stati pubblicati in un paper disponibile su MedRxiv, mostrano che il grafene G+ riesce a migliorare le proprietà filtranti dei tessuti e a inibire quasi completamente l’incidenza di SARS-CoV-2, contribuendo così a ridurre la diffusione del COVID-19 in modo estremamente efficace. “I risultati dei test effettuati confermano la capacità del grafene di bloccare SARS-CoV-2. Il virus viene di fatto intrappolato nel tessuto funzionalizzato al grafene e inattivato, impedendo così il contagio”, spiega il Prof. Papi.
CEMENTO, SALE E ACQUA: UN NUOVO MATERIALE COMPOSITO CREATO DAL POLITECNICO DI TORINO PER ACCUMULARE CALORE A BASSO COSTO IN MODO "GREEN"
16 Set 2020 Scritto da Politecnico di Torino
Riscaldare gli ambienti in cui viviamo o lavoriamo è un’esigenza comune nella maggior parte delle aree abitate. L’energia richiesta per questo processo è responsabile di circa un terzo di tutta l'energia finale consumata in Europa e i tre quarti della domanda è fornita da combustibili fossili.
L’idea di un nuovo materiale per l’accumulo di energia termochimica, oggetto di una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports,arriva da un gruppo di studiosi dei dipartimenti di Scienza Applicata e Tecnologia (DISAT) e di Energetica (DENERG) del Politecnico di Torino e dell’Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia del CNR (CNR-ITAE).
In questo studio, i ricercatori hanno dimostrato come sia possibile sviluppare calore idratando il sale inserito nei pori del cemento. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità in Europa è necessario ridurre i consumi di energia fossile e utilizzare invece sistemi a energia rinnovabile, ma l'integrazione di energia rinnovabile nei sistemi di riscaldamento comporta una discrepanza tra il surplus di energia e i picchi di domanda giornalieri e annuali.
Lenti “intelligenti” per vedere all’interno del cervello
10 Set 2020 Scritto da Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr sede di PadovaFigura 1: Confronto dell’immagine di una sezione di cervello di topo acquisita con microscopio light sheet senza correzione (parte alta) e con la correzione dell’ottica adattiva (parte bassa). Credits: T. Furieri, G. Calisei, A. Bassi, E. Daini, A. Vilella
Ricercatori dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr di Padova hanno messo a punto un innovativo dispositivo di ottica adattiva per microscopi, creato mediante vetri così sottili da poter essere curvati: permetterà di osservare campioni biologici in profondità e senza distorsioni. Il risultato è pubblicato su Optics Letters
Lenti intelligenti in grado di migliorare la qualità delle immagini acquisite dai più moderni microscopi ottici e di vedere in profondità, e senza distorsioni, campioni biologici tra i quali tessuti spessi, come il cervello. È il risultato ottenuto da ricercatori dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Cnr-Ifn) in collaborazione con colleghi olandesi delle Delft University of Technology e University Medical Center di Rotterdam, che hanno messo a punto un innovativo dispositivo di ottica adattiva “plug-and-play”, facilmente installabile negli obiettivi di tutti i tipi di microscopi ottici. Lo studio è descritto sulla rivista Optics Letters.
L’ottica adattiva - tecnologia che migliora la qualità delle immagini acquisite con microscopi o telescopi - è uno strumento essenziale in ambito biologico, in quanto permette di osservare in profondità e nel tempo varie tipologie di campioni e comprendere molti processi: “Le speciali lenti adattative miglioreranno sensibilmente le attuali tecniche di microscopia avanzata, eliminando le distorsioni dovute al passaggio della luce attraverso tessuti molto spessi, fenomeno che peggiora la qualità delle immagini acquisite mano a mano che si scende a maggiori profondità nel campione, causando sfuocamenti edoscurando dettagli importanti”, spiega Stefano Bonora (Cnr-Ifn), tra i firmatari dell’articolo.
Scoperto un nuovo sistema per generare flash luminosi ultrarapidi
05 Ago 2020 Scritto da Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr (Cnr-Ifn), Politecnico di Milano, il Sincrotrone di Amburgo e il Massachusetts Institute of Technology,
Un gruppo di ricerca internazionale composto da Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr (Cnr-Ifn), Politecnico di Milano, Sincrotrone di Amburgo e Massachusetts Institute of Technology, è riuscito a sintetizzare delle “forme d'onda ottiche” attraverso la sovrapposizione sincronizzata di diversi impulsi di luce. Tali impulsi di luce “scolpiti” a piacimento dall’utente serviranno per studiare i meccanismi atomici e molecolari. I risultati sono pubblicati su Nature Photonics .
A partire dalla sua invenzione nel 1960, il laser ha rivoluzionato non solo la scienza e la tecnologia, ma anche la vita di tutti i giorni, con applicazioni che vanno dalla medicina alle lavorazioni meccaniche alle comunicazioni su fibra ottica e alla conservazione dei beni culturali. Tra le sue proprietà eccezionali, il laser consente di generare flash di luce incredibilmente brevi, fino alla durata di pochi femtosecondi, ovvero pochi milionesimi di miliardesimo di secondo. Tali impulsi, grazie alla loro durata brevissima, consentono di studiare fenomeni ultrarapidi, quali i processi alla base della visione e della fotosintesi, e grazie alla loro altissima intensità modificano gli atomi e le molecole creando nuovi stati della materia. Il controllo delle proprietà e della forma di questi impulsi è perciò di importanza fondamentale sia scientifica sia applicativa ed è oggetto di intensi studi sin dagli anni ‘80.
Infrastrutture: per la Sicurezza di ponti e viadotti nasce il Consorzio FABRE
29 Lug 2020 Scritto da Politecnico di Milano
Il Politecnico di Milano nell'alleanza fra Università ed enti dim ricerca.
Nasce l’alleanza tecnico-scientifica per la valutazione della sicurezza e il monitoraggio di ponti e viadotti in Italia.
A pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo viadotto sul Polcevera a Genova, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Perugia, il Politecnico di Torino, l’Università di Padova, l’Università di Pisa, l’Università di Camerino, l’Università di Messina, l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e l’ENEA, hanno dato vita al Consorzio FABRE (Consorzio di ricerca per la valutazione e monitoraggio di ponti, viadotti e altre strutture).
Il Consorzio metterà in campo gli esperti più qualificati e le tecnologie più avanzate per monitorare e valutare lo stato di salute delle infrastrutture stradali del nostro Paese e promuovere e coordinare le attività che riguardano la classificazione del rischio strutturale e ambientale. In particolare, i consorziati svilupperanno metodologie ad elevato contenuto tecnico-scientifico per valutare i diversi rischi (statico, fondazionale, sismico e idrogeologico) e promuovere la verifica, il controllo e il monitoraggio delle infrastrutture, oltre allo sviluppo e l’utilizzo di tecniche innovative negli interventi di riparazione e/o miglioramento di ponti, viadotti e altre strutture esistenti.
La corsa alla sanificazione non ha reso sicuri gli studi medici italiani
24 Lug 2020 Scritto da Alessia Di Gioacchino
Per riaprire in sicurezza molti medici si sono fidati di sistemi poco efficaci e poco efficienti
Ecco cosa è successo a molti studi medici italiani che volevano riaprire in sicurezza per accogliere al meglio i propri pazienti nella fase post-Covid. Durante il lockdown i professionisti hanno infatti cercato spasmodicamente informazioni su metodi o dispositivi che potessero garantire la certificazione per la riapertura non appena fosse stato possibile, in arena di linee guida ufficiali e coerenti.
Sistemi ad ozonizzazione o a luce UV sono ad esempio apparsi a centinaia sul web e sui giornali ed hanno attratto l’attenzione di molti, senza però evidenziare le problematiche. La voglia di ricominciare dei professionisti italiani ha fatto cadere molti in errore, facendo acquistare prodotti in pronta consegna a costi molto elevanti e che comunque non garantiscono una santificazione H24.
Si stima che uno studio medico spenda oltre 12.000 Euro per essere in regola con le normative vigenti (stima media italiana). È chiaro che ogni soluzione non può prescindere da una pulizia a fondo dei locali, con prodotti oggi più specifici. Ma qual’ è comunque il sistema migliore per sanificare gli ambienti di lavoro?
Studi medici, Ospedali, Ambulatori, RSA: tutti si domandano quale soluzione migliore si possa adottare per rendere l’ambiente indoor sano e sanificato, libero da virus e batteri. Tra i prodotti più indicati si raccomandano quelli a base alcolica o cloridrica, ma poi subentra l’alta tecnologia. Dopo una attenta analisi del mercato internazionale su quanto esista sulla sanificazione, Vedise Hospital SpA – da 35 anni a servizio della Sanità Pubblica e Privata- ottiene l’esclusiva per la commercializzazione di un dispositivo unico al mondo tra i sistemi a fotocatalisi.
Perché la FOTOCATALISI?
Questa tecnologia è pulita, naturale, a basso consumo, di facile applicazione ed estremamente economica.
I più moderni sistemi di sanificazione dell'aria in ambienti chiusi utilizzano la fotocatalisi del Biossido di Titanio, (TiOD più potente e più sicura di qualsiasi altro metodo di sterilizzazione dell'aerosol). Durante il processo di reazione vengono prodotti radicali liberi (Hydroxyl Radical) o radicali OH. I radicali OH attaccano bioaerosol, virus e composti organici volatili, variando la loro configurazione molecolare e dando origine a prodotti di degradazione come H20 e C02, non dannosi per l'essere umano. II radicale OH ha un'emivita di 70-9 secondi e pertanto può solo sopravvivere in prossimità della fonte, rendendo necessario il passaggio di filtrazione forzata dell'aria circostante. La filtrazione viene meno al concetto di sterilizzazione in ambienti indoor in quanto le infezioni secondarie vengono determinate dai batteri assorbiti dai diversi filtri presenti nelle macchine.
Un transistor stampato su carta con materiali bidimensionali: l’elettronica del futuro prende forma
16 Lug 2020 Scritto da Redazione
Pubblicati su Nature Communications i risultati di un progetto di ricerca coordinato dall’Università di Pisa
L’elettronica del futuro prende forma grazie a un progetto di ricerca condotto dall’Università di Pisa insieme all’Università di Manchester, all’IIT e alla TUW di Vienna: per la prima volta è stato infatti stampato su carta un transistor utilizzando materiali bidimensionali come il Solfuro di Molibdeno, attraverso un processo basato su stampa a getto di inchiostro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications nell’articolo “Low-voltage 2D materials-based printed field-effect transistors for integrated digital and analog electronics on paper”.
Al via Hort3, l’orto hi-tech per coltivare sulla Luna e ai Poli
10 Lug 2020 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Comincia la campagna sperimentale tra reale e virtuale del progetto sviluppato in collaborazione fra il Dipartimento di Ingegneria astronautica, elettrica ed energetica e l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Sabato 11 luglio la presentazione in livestream.
Un orto hi-tech per coltivare micro-verdure sulla luna e in ambienti estremi come quelli polari, allestito all’interno di una speciale ‘serra igloo’ progettata per resistere a temperature molto basse. Ma anche missioni spaziali simulate grazie a tecniche avanzate di realtà virtuale immersiva. È la sfida di V-GELM (Virtual Greenhouse Experimental Lunar Module) il progetto sperimentale che prenderà il via da domani 10 luglio fino al 19 luglio nel Centro Ricerche Casaccia con l’obiettivo di sviluppare un modulo di coltivazione lunare abbinando tecniche di coltivazione idroponica innovative a esperimenti virtuali per il supporto alla vita degli astronauti nelle future missioni di lungo periodo. Il progetto verrà realizzato da un team di ricercatori ENEA e di studenti del Centro Interdipartimentale Territorio Edilizia Restauro Ambiente (CITERA) e delle Università Sapienza di Roma e della Tuscia e sarà presentato in diretta streaming sabato 11 luglio (ore 11-12,30).