Covid 19 e fegato: l'infezione del pericita scatena la trombosi e peggiora l 'insufficienza respiratoria
Team internazionale di ricerca guidato da Padova individua ruolo del fegato nelle microtrombosi letali.
La prima ondata pandemica dell'infezione da sindrome respiratoria acuta grave da betacoronavirus-2 (severe acute respiratory syndrome betacoronavirus-2, SARS-CoV2) aveva colto impreparati i sistemi sanitari occidentali, causando un numero elevato di pazienti gravemente malati con una mortalità rilevante in tutto il mondo, superando i 7 milioni di morti, congiuntamente ad un enorme disagio sociale ed economico. Uno studio, coordinato dall’Università di Padova, e condotto da un team interdisciplinare di ricercatori delle Università di Yale (USA) e Birmingham (UK), e le Aziende Ospedaliero-Universitarie di Padova, Papa Giovanni XXIII (Bergamo), ASST Bergamo Est Seriate, e Fatebenefratelli Sacco (Milano), avvalendosi di un'ampia serie di materiali autoptici, ha fatto luce sui meccanismi della microtrombosi e sulla rilevanza della patologia epatica nelle forme letali di COVID-19.
Vulcani: piccole differenze, grandi effetti. La chimica e la reologia dietro le eruzioni di Etna e Stromboli
L'area craterica del vulcano Stromboli
I vulcani Stromboli ed Etna possono eruttare in modo più esplosivo a causa di minime variazioni nella composizione chimica del loro magma. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment, condotto da un team multidisciplinare dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dell'Università degli Studi Roma Tre e del Consiglio nazionale delle ricerche
I vulcani Stromboli ed Etna possono eruttare in modo più esplosivo a causa di minime variazioni nella composizione chimica del loro magma. Lo rivela lo studio “Magma titanium and iron contents dictate crystallization timescales and rheological behaviour in basaltic volcanic systems” pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment e condotto da un team multidisciplinare di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), dell'Università degli Studi Roma Tre e del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
Nano frutti della passione e tumori testa-collo
I "frutti della passione" al microscopio elettronico
Si chiamano "frutti della passione" ma non si trovano sul banco ortofrutticolo e con il frutto esotico condividono solo la forma e certamente non le dimensioni. Infatti, sono capsule di vetro nanometriche (un milionesimo di millimetro di lunghezza!) contenenti semi di oro ancora più piccoli.
I ricercatori dell'Università di Genova e dell'Istituto Italiano di Tecnologia ne hanno dimostrato l’efficacia in studi preclinici in accompagnamento alla radioterapia per i tumori della testa e del collo HPV positivi.
Valerio Voliani, ricercatore dell'Università di Genova e dell'Istituto Italiano di Tecnologia, le ha sviluppate grazie a un MFAG (My First AIRC Grant), finanziamento quinquennale di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, e le ha battezzate con questo nome proprio per la loro struttura e per celebrare la passione per la scienza che muove i ricercatori.
Se sbadigli, sbadiglio anch’io: svelati nuovi meccanismi alla base del comportamento imitativo
Un’indagine guidata da studiosi dell'Università di Bologna ha messo in luce nuove evidenze su come il cervello regola l'imitazione automatica: un comportamento alla base di molte interazioni sociali complesse. I risultati potrebbero portare ad applicazioni terapeutiche per pazienti con alterazioni neurologiche e disturbi nella sfera della socialità.
Un team interazionale di ricerca guidato da studiosi dell'Università di Bologna ha indagato i meccanismi neurali alla base del comportamento imitativo: un fenomeno che facilita l'interazione e la coesione sociale e permette alle persone di sintonizzarsi inconsciamente con gli altri.
Lo studio - pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) - ha messo in luce nuove evidenze su come il cervello regola questo comportamento, aprendo così nuove prospettive per applicazioni cliniche e terapeutiche. "I risultati che abbiamo ottenuto aprono nuove strade per comprendere come la plasticità cerebrale può essere manipolata per aumentare o ridurre comportamenti imitativi e rendere le persone meno sensibili alle interferenze durante l'esecuzione di compiti", spiega Alessio Avenanti, professore al Dipartimento di Psicologia "Renzo Canestrari" dell’Università di Bologna, che ha coordinato lo studio. “Da qui potrebbero quindi nascere applicazioni terapeutiche per migliorare la prestazione cognitiva in pazienti con alterazioni neurologiche e disturbi nella sfera della socialità".
Tombe di epoca greco-romana con sepolte intere famiglie: una nuova scoperta nel sito archeologico di Assuan (Egitto)
La Missione archeologica italo-egiziana EIMAWA coordinata dall’Università degli Studi di Milano e dal Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano ha rinvenuto alcune tombe scavate lungo il profilo di una collina con all’interno intere famiglie. Tra i ritrovamenti anche il corpo di un adulto (probabilmente una donna) e un bambino piccolo ancora appoggiati l’un l’altro. Queste scoperte aprono nuove prospettive sulla vita delle persone sepolte in epoca greco-romana (VI secolo a.C.- II secolo d.C) nella necropoli dell’Aga Khan.
Scavate nella roccia di una collina, all’interno intere famiglie e alcuni oggetti funebri: così si presentano le tombe ritrovate tra febbraio e marzo 2024 dalla missione congiunta italo-egiziana EIMAWA (Egyptian-Italian Mission at West Aswan) sulla sponda occidentale di Assuan, nell’area circostante il Mausoleo dell'Aga Khan. È in questa zona infatti che dal 2019 gli archeologi stanno scavando e dove hanno già individuato 400 tombe che risalgono al periodo compreso tra il VI secolo a.C. e il II secolo d.C.
Appennino centrale: scoperti antichi ghiacciai
Un team di ricercatori dell’Università Statale di Milano ha individuato tracce di ghiacciai ormai scomparsi nell’area dei Monti della Laga. Una scoperta che potrà aiutarci a capire il futuro degli ultimi ghiacciai alpini. La ricerca è pubblicata su Mediterranean Geoscience Reviews.
I ghiacciai alpini che si ritirano di anno in anno sono diventati da qualche tempo il simbolo della crisi climatica in corso. Infatti l’innalzamento delle temperature sta inesorabilmente portando alla scomparsa di queste importanti riserve di acqua, la cui salvaguardia è fondamentale per la vita del pianeta.
Ma cosa potrebbe succedere in futuro? Per capirlo un team di ricercatori dell'Università degli Studi di Milano si è messo sulle tracce degli an chi ghiacciai dell’Appennino centrale scomparsi ormai da secoli, riuscendo a individuare per la prima volta sui Monti della Laga nelle località di Monte Pelone e la Valle del Tordino (in provincia di Teramo) testimonianze di ghiacciai risalenti al Quaternario, quando i ghiacci si estendevano anche sugli Appennini mediterranei.
Cellule di lievito ingegnerizzate come microlenti biologiche ottiche
Rappresentazione schematica delle proprietà ottiche dei vari compartimenti intracellulari all'interno di una cellula di lievito di birra equivalente a una biolente ottica
Una ricerca condotta dall’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti del Cnr di Pozzuoli, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Università degli Studi di Napoli Federico II dimostra che le cellule biologiche possono essere modificate per comportarsi come microlenti ottiche. Lo studio, pubblicato sulla rivista Advanced Optical Materials, potrebbe rivoluzionare il campo della diagnostica medica.
Le cellule biologiche possono essere modificate per comportarsi come microlenti ottiche, piccole strutture che funzionano come lenti tradizionali ma fatte di materiali biologici. Proprio come una goccia d’acqua su una superficie agisce come una lente di ingrandimento, focalizzando i raggi luminosi, così fanno le cellule modificate in microlenti. Studiando il loro comportamento ottico, in futuro queste cellule potrebbero essere utilizzate per diagnosi mediche basate sulle loro proprietà di focalizzazione della luce. È quanto emerge da una ricerca dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti del Consiglio nazionale delle ricerche di Pozzuoli (Cnr-Isasi), in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Università degli Studi di Napoli Federico II (UniNa). La scoperta apre nuove prospettive per la ricerca scientifica e potrebbe rivoluzionare il campo della diagnostica medica.
Scoperto il legame tra la carenza di vitamina B6 e l’insorgenza di tumori maligni
Una ricerca coordinata dalla Sapienza e dalla Fondazione Santa Lucia ha dimostrato che la mancanza della vitamina B6 è in grado di trasformare i tumori benigni in forme più aggressive. La comprensione di questo fenomeno, descritto in un articolo pubblicato su Cell Death & Disease e indagato sperimentalmente sul moscerino della frutta è utile per chiarire i legami presenti tra carenza di micronutrienti e comparsa di tumori.
La carenza di vitamina B6 è correlata all’insorgenza di tumori maligni secondo una nuova ricerca dei Dipartimenti di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin e di Scienze Biochimiche Alessandro Rossi Fanelli della Sapienza e del Laboratorio di Neurobiologia Cellulare della Fondazione Santa Lucia di Roma. Lo studio, i cui risultati sono pubblicati sulla rivista Cell Death & Disease, ha chiarito i meccanismi alla base di questo legame effettuando per la prima volta esperimenti in vivo su esemplari di Drosophila melanogaster, il comune moscerino della frutta. In particolare, questa ricerca ha dimostrato che la deficienza della vitamina B6 è in grado di trasformare tumori benigni che esprimono l’oncogene RasV12 (un gene legato alla formazione di neoplasie) in forme più aggressive che producono metastasi.
Open-ST: un nuovo metodo per creare mappe accurate dei tessuti in 3D
Uno studio internazionale condotto da ricercatori della Sapienza in collaborazione con l’Istituto MDC di Berlino, l’Università degli Studi di Milano, finanziato dal MUR su fondi PNRR attraverso il Centro Nazionale per la terapia genica e farmaci RNA, ha sviluppato “Open-ST”, un nuovo metodo per generare una mappa tridimensionale delle cellule di un tessuto e per identificare le interazioni molecolari. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Cell, miglioreranno la comprensione della fisiologia dei tessuti e apporteranno nuove informazioni a supporto della medicina di precisione
Riuscire a produrre una mappa dei tessuti potendo distinguere le singole cellule nelle tre dimensioni spaziali è un obiettivo di molte ricerche cliniche negli ambiti della patologia e della fisiologia. Per raggiungerlo occorre perfezionare i sistemi di analisi e mappatura dei campioni biologici e dei loro costituenti in modo da renderli sempre più precisi a livello di risoluzione, efficienti ed economici.
The hippocampus, the cerebral conductor of our daily priorities
How does our brain distinguish between urgent and less urgent goals? Researchers at the University of Geneva (UNIGE) and the Icahn School of Medicine in New York have explored how our brain remembers and adjusts the goals we set ourselves on a daily basis. Their study reveals differences in the way we process immediate and distant goals, at both behavioural and cerebral levels. These discoveries, described in the journal Nature Communications, could have significant implications for understanding psychiatric disorders, particularly depression, which can hamper the formulation of clear goals.
Throughout the day, we set ourselves goals to achieve: picking up the children from school in an hour, preparing dinner in three hours, making a doctor’s appointment in five days or mowing the lawn in a week. These goals, both urgent and less urgent, are constantly redefined according to the events that occur throughout the day.
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