Martedì, 06 Marzo 2018

 

Una ricercatrice dell’Università di Pisa unica italiana nel team internazionale che starà per due mesi, dall’8 marzo al 5 maggio, su una nave al largo della Nuova Zelanda

I geologi li chiamano “terremoti silenti” perché non producono onde sismiche, e tuttavia l’ipotesi è che siano dei “campanelli di allarme” per tsunami e grandi eventi sismici. Per la prima volta una campagna oceanografica realizzata nell’ambito dell’International Ocean Discovery Program (IODP), un programma internazionale di ricerca in mare che ha l’obiettivo di decifrare la storia e le dinamiche del pianeta Terra, studierà questo fenomeno. Francesca Meneghini del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa è l’unica italiana del team internazionale composto da una trentina di ricercatori - fra statunitensi, giapponesi, neozelandesi ed europei - che sarà in missione per due mesi, dall’8 marzo al 5 maggio, su una nave oceanografica al largo della Nuova Zelanda. 

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Lo studio, guidato dall’Università di Pisa e condotto insieme a Stella Maris Mediterraneo e Università di Firenze, è stato pubblicato sulla rivista eLife La ricerca dimostra come le fluttuazioni del diametro pupillare durante la visione di un semplice stimolo visivo siano altamente predittive dei tratti di personalità di tipo autistico

Il diametro della pupilla rivela i tratti della nostra personalità: è quello che ipotizza una ricerca guidata da Paola Binda, ricercatrice dell'Università di Pisa, condotta insieme a Marco Turi della Fondazione Stella Maris Mediterraneo e al professor David Burr, docente dell’Università di Firenze. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale eLife e dimostra come le fluttuazioni del diametro pupillare durante la visione di un semplice stimolo visivo siano altamente predittive dei tratti di personalità di tipo autistico. In questo primo stadio, la ricerca ha coinvolto un gruppo di giovani adulti i cui tratti autistici si posizionavano nella gamma “sub-clinica”, in assenza, cioè, di un disturbo diagnosticato.
Partendo dal presupposto che personalità diverse tendono a percepire la realtà in modo lievemente, ma sistematicamente diverso, lo studio ha dimostrato che il diametro delle nostre pupille tradisce il contenuto della nostra percezione, quello che vediamo e come lo vediamo. La conseguenza, potenzialmente rivoluzionaria, è che affiancando i test di personalità con un parametro obiettivo, che si misura in millimetri, il diametro pupillare potrebbe fornire indicazioni sulla nostra personalità.

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Migliorare la diagnosi precoce del tumore al seno e avvicinare sempre più al 100 la quota di donne che superano la malattia. È questo l’obiettivo dello Studio P.i.n.k.– Prevention Imaging Network Knowledge, che la Fondazione Umberto Veronesi e l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) presentano martedì 6 marzo 2018 a Milano.

Lo Studio P.i.n.k. è un progetto di ricerca nazionale dedicato alla diagnostica oncologica e alla medicina personalizzata. Il suo obiettivo è confrontare le attuali tecniche di diagnosi del tumore al seno e identificare, per ogni donna a seconda del suo profilo di rischio, l’approccio di prevenzione più efficace. Saranno coinvolte 50.000 donne in tutta Italia

 

Con la diagnosi precoce i tumori si curano meglio, le prospettive di guarigione aumentano e le terapie si fanno meno invasive e meno costose. Nel caso dei tumori al seno l’autopalpazione, le visite senologiche e le tecniche di diagnosi per immagini contribuiscono a identificare sempre più lesioni in fase precoce, con percentuali di sopravvivenza a cinque anni anche del 90%. I rapidi progressi nel campo della diagnosi, però, se da un lato permettono di scoprire sempre più tumori anche molto piccoli, dall’altro possono comportare il rischio di diagnosi e terapie non necessarie (sovra-diagnosi e sovra-trattamenti), con costi sociali e economici crescenti. Per questo motivo l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) ha elaborato lo Studio P.i.n.k., con l’intento di valutare diverse tecniche di diagnosi del tumore al seno (mammografia, ecografia e tomosintesi) per arrivare a una personalizzazione dei percorsi di prevenzione secondaria. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Umberto Veronesi e vede la partecipazione di un network di radiologi italiani che operano in 24 fra ospedali, università e centri privati. Si propone di coinvolgere 50.000 donne di almeno 40 anni d’età che, dopo l’esame diagnostico, metteranno a disposizione dei ricercatori i loro dati clinici.

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