Tutto ciò sollecita la politica comunitaria, nazionale e le amministrazioni locali a considerare seriamente la questione, al fine di individuare e proporre soluzioni efficaci nel quadro del trasporto sostenibile.
Nell'ambito della "Settimana Europea della Mobilità Sostenibile" i cittadini sono incoraggiati: all'utilizzo dei mezzi pubblici per i loro spostamenti quotidiani; a muoversi a piedi laddove il tragitto lo consente; ad adoperare la bicicletta; a sperimentare le nuove metodologie di spostamento collettivo. Soluzioni tutte valide ma che, per essere efficaci, necessitano di essere inserite in un contesto di ampia pianificazione in grado di coinvolgere le istituzioni e la società civile a tutti i livelli.
Ciò vale dal punto di vista delle infrastrutture per il necessario intervento sulla rete di servizio pubblico capace di adeguarsi alle reali necessità dei cittadini.
Positiva la diffusione di mezzi di trasporto elettrici se adeguatamente supportata dalla diffusione di appositi punti per la ricarica dei dispositivi di accumulo dell'energia elettrica.
Lo stesso vale per sistema del "Car Sharing"; affinchè possa essere proposto come valida alternativa al possesso dell'automobile deve essere diffuso in maniera capillare e fruibile anche dai cittadini delle zone periferiche delle grandi città.
Anche il sistema del "Shuttle Sharing", che prevede la condivisione di servizi navetta casa-lavoro per dipendenti di differenti aziende, rappresenta una soluzione interessante ma solo se inserita in un quadro di organizzazione e gestione ampio e generalizzato, capace di mettere in contatto utenti differenti ma dalle esigenze simili.
Un ruolo di coordinamento che solo lo Stato attraverso le sue Istituzioni locali può assumere coinvolgendo le imprese del settore.
Ma non basta. Occorre infatti tenere in considerazione anche le problematiche connesse a condizionamenti di tipo sociale e culturale legati al tema dell'utilizzo dell'auto.
Ridurre in modo significativo l'uso dell'auto privata, dopo che per decenni, ed in parte ancora oggi, questa ha rappresentato uno "status" sociale, è una mera illusione.
L'utilizzo dei mezzi sostenibili di trasporto comporta un radicale cambiamento nelle abitudini e degli stili di vita che, per essere assimilati, necessitano di investimenti a livello culturale, in termini di sensibilizzazione dei cittadini di tutte le età e di tutte le categorie.
Si tratta di cambiamenti profondi che per essere accettati devono essere fondati su principi di uguaglianza e giustizia quindi rivolti a tutti i cittadini indiscriminatamente.
Una soluzione che consenta di ridurre il traffico, limitandolo attraverso criteri che privilegino la condizione economica, come ad esempio particolari motorizzazioni o costosi permessi di transito, non sono certo auspicabili perché costituirebbero dei metodi discriminatori ed ingiusti.
Il dibattito relativo alla questione della mobilità sostenibile è certamente complesso. Risulta pertanto assai apprezzabile l'iniziativa posta in essere dalla Commissione Europea per promuovere una riflessione su una problematica che riguarda il riconoscimento di differenti diritti civili e sociali che necessito di trovare il giusto equilibrio nel reciproco temperamento.
Fabrizio Giangrande
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