Il “trasloco” della Soyuz a Kourou segna un passo avanti nella lunga cooperazione tra l’Agenzia Spaziale Europea e l’agenzia russa Roscomos. Nell’immediato, ha lo scopo di completare la famiglia di lanciatori in dotazione all’Agenzia Spaziale Europea. La Soyuz si va a inserire tra l’Ariane 5, il grande vettore europeo in grado di lanciare fino a 20 tonnellate in orbita bassa (o 11 in orbita geostazionaria) e VEGA, il nuovo piccolo lanciatore, destinato a satelliti fino a 1,5 tonnellate da portare in orbita bassa. La Soyuz consentirà invece di lanciare carichi utili fino a 3 tonnellate in orbita geostazionaria (o carichi più pesanti in orbita bassa).
Impossibile dimenticare, però, che il mestiere della Soyuz non è solo quello di portare in orbita satelliti, ma anche di far viaggiare esseri umani. Grazie al suo modulo di rientro, infatti, questo vettore negli ultimi dieci anni ha tra l’altro assicurato, assieme allo Shuttle, i collegamenti tra la Terra e la Stazione spaziale internazionale. L'arrivo di questo vettore a Kourou apre allora, almeno sulla carta, la possibilità di lanciare da qui anche voli umani, dando all’Europa un accesso autonomo alle missioni con astronauti.
Una possibilità che si va ad aggiungere a quella, già da qualche tempo allo studio, di adattare per il volo umano l’Automatic Transfer Vehicle (ATV). Si tratta di un modulo automatico per il trasporto di materiali e rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale, che ha volato per la prima volta lo scorso anno con pieno successo e che sarà protagonista di almeno altre sei missioni. Se l’ATV confermerà con i prossimi lanci la sua affidabilità, potrebbe in un prossimo futuro evolvere nel cosiddetto ARV (Advanced Re-entry Vehicle): un modulo in grado di ospitare fino a quattro astronauti, oltre a diversi quintali di equipaggiamento, portarli alla Stazione Spaziale e riportarli a Terra con un atterraggio “simil-Soyuz” (balistico e con paracadute). In questo caso, però, il vettore sarebbe necessariamente l’Ariane, perché l’ATV, con le sue 7 tonnellate circa, supera ampiamente la capacità di lancio della Soyuz.
Attualmente, il vettore a cui toccherà di inaugurare i lanci da Kouoru è in attesa dell’ultima review a Samara, in Russia, mentre il relativo Fregat è pronto e in attesa di trasferimento da Mosca. Entrambi sono attesi in Guiana entro la metà del 2009.
Quella che partirà da Kourou è una particolare configurazione della Soyuz-2, chiamata Soyuz-ST, che comprende lo stadio superiore Fregat e il fairing (l’alloggiamento del carico utile) di tipo ST. Certo, il glorioso vettore russo ha avuto bisogno di alcuni adattamenti per il lancio da Kourou anziché da Baikonur. Le condizioni climatiche sono completamente diverse, in termini di umidità e salinità per esempio. Diversi sono anche i requisiti di sicurezza, perché le zone abitate sono molto più vicine alla base di Kourou di quanto non accada nei siti di lancio russi. Occorre quindi un sistema di telemetria che consenta di terminare il volo attraverso comandi manuali da terra in caso di fallimento del lancio.
L'Agenzia Spaziale Italiana ha contribuito all'operazione "Soyuz a Kourou" con il 9 per cento circa dei finanziamenti. Tre le industrie italiane coinvolte: la Rheinmetall Italia è incaricata della gestione ingegneristica della torre mobile, mentre Carlo Gavazzi Space e Vitrociset si occupano della parte relativa a fluidistica e correnti deboli.
Nicola Nosengo