In orbita non c'è crisi

Daniela Cipolloni 22 Set 2009

Il mercato dei satelliti di osservazione della Terra è in pieno boom. Le previsioni degli esperti di settore

La crisi? Nello spazio non si sente, almeno a giudicare dall’andamento del mercato dei satelliti di osservazione della Terra. Con un fatturato mondiale che nel 2009 ha raggiunto il miliardo di dollari e si stima possa quadruplicare nel giro di pochi anni, il settore va a gonfie vele e si sta affermando come una delle principali leve per rilanciare la crescita economica globale dopo la fase di recessione. A snocciolare dati e previsioni è Euroconsult, azienda specializzata in analisi di mercato nel settore dei servizi satellitari che ha presentato il rapporto “Satellite-Based Earth Observation, Market Prospects to 2018” in apertura del convegno sul mercato mondiale dei satelliti in corso a Parigi dal 7 al 10 settembre.

Secondo la società, nel prossimo decennio saranno lanciati in atmosfera circa 260 nuovi satelliti di meteorologia e osservazione terrestre, il doppio rispetto ai 128 satelliti messi in orbita tra il 1998 e il 2008. Per il decennio a venire si stima un giro d’affari pari a 27,4 miliardi di dollari, contro i 20,4 mossi nella decade scorsa. Solo dalla vendita dei dati satellitari sono scaturiti utili pari a un miliardo di dollari nel 2009 e le previsioni indicano che nel 2018 i profitti derivanti dal commercio delle immagini schizzeranno a 3,9 miliardi, per un aumento del 16% su base annua. È un quadro incoraggiante, che “riflette lo sviluppo di un vero business commerciale intorno ai satelliti di osservazione terrestre, di un numero crescente di programmi governativi interessati e di un aumento degli investimenti nei programmi già stabiliti”, commenta Pacome Revillon, amministratore delegato della Euroconsult. “La crescita nelle vendite dei dati commerciali creerà opportunità di guadagno per tutti gli attori coinvolti: costruttori, operatori commerciali, service provider e agenzie governative”.
 
Dal rapporto emerge che i governi si confermano come i principali investitori del settore, con circa 93 satelliti di osservazione satellitare (non meteo) prossimamente sulle rampe di lancio delle principali agenzie spaziali del mondo. NASA, ESA, ASI, JAXA (l’agenzia giapponese) e altri enti hanno riconosciuto come prioritarie le missioni spaziali di monitoraggio e tutela dell’ambiente e hanno messo in cantiere programmi ambizioni per il prossimo futuro. Come GMES (Global Monitoring for Environment & Security), la costellazione satellitare dell’Unione europea per la gestione dei disastri naturali, il monitoraggio degli oceani, della vegetazione e dell’atmosfera.
 
Intanto, nuovi attori si affacciano sulla scena. “Se finora sono stati i governi a fare la parte del leone, d’ora in avanti aumenteranno i progetti in mano all’industria privata o frutto di partnership pubblico-privato, secondo il cosiddetto modello PPP”, ritengono gli specialisti. Il settore, insomma, tira. Nel 2018 saranno 34 le nazioni coinvolte in programmi di osservazione satellitare, contro solo otto nel 1997. Le immagini scattate da questa messe di satelliti troveranno le applicazioni più  disparate: sicurezza e difesa, in primis, ma anche ambiente, gestione di calamità naturali, studi sui cambiamenti climatici, mappe virtuali (sul modello di Google Earth) per usi civili.
 
Dal simposio di Parigi, dove si è riunito il 95% dei protagonisti internazionali del campo provenienti da 40 paesi,  giungono notizie positive anche in merito agli altri utilizzi delle tecnologie satellitare: tv digitale terrestre e ad alta definizione, in testa, ma anche connessioni Internet e telefonia mobile. Servizi che, nonostante la crisi economica, contribuiscono a espandere il mercato mondiale dei satelliti. “Nonostante la crisi, il mercato della trasmissione dati satellitari da rete fissa si è rafforzato ed è cresciuto del 10% nel 2008'”, ha detto Revillon. Nel 2008 hanno visto la luce 2.800 nuovi canali televisivi satellitari che portano a 24.000 il numero complessivo dei canali e, soprattutto, sono emersi nuovi mercati come quelli di Venezuela e Vietnam, che nel 2008 hanno portato ad aumentare la rete di oltre il 70%. Solo per la Tv digitale terrestre negli ultimi 18 mesi sono stati lanciati 20 nuovi satelliti.
 
Daniela Cipolloni 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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