La peculiarità della medusa pescata da MUSE risiede nel fatto che la sua presenza è inattesa in quel contesto: queste strutture ricche di gas dalla forma tipica e dall’atteggiamento “sotto pressione” appartengono, secondo la classificazione dell’Hubble tuning fork, alle late type galaxies. Quella nel ventre di Abell 2670 invece fa parte della famiglia delle early type. In quest’ultimo gruppo il gas presente è stato sfruttato o eliminato in precedenza, per cui manca la miccia d’accensione di nuove stelle e l’azione di ram. Il che significa niente tentacoli. I rilevamenti effettuati da MUSE mostrano ugualmente lunghe scie di gas ionizzato, starburst e blob di materia luminosa a forma di girino. Queste masse informi hanno code di stelle orientate verso il centro del cluster e flussi di gas che puntano nel verso opposto: la galassia avvistata dunque è trascinata verso il cuore di Abell dalla pressione ram, proprio come accade alle late type galaxies.
Per giustificare l’anomalia i ricercatori hanno analizzato la natura della galassia per appurare che si trattasse davvero di una early type: i dati relativi a colore, morfologia e velocità confermano l’appartenenza a questa famiglia. L’interrogativo allora è: da dove viene tutto quel gas che ha innescato i processi di rimodellamento sotto la spinta della pressione? E ancora, come mai c’è una medusa nel ventre di una early type? La conclusione dello studio, i cui risultati sono stati pubblicati su arXiv, è che la galassia di Abell 2670 sia stata soggetta a fusione, acquistando materiale da una compagna che ne aveva in abbondanza. Un’altra possibilità è che gli addensamenti siano in realtà galassie nane mareali, Tidal Dwarf Galaxies (TDG), che si formano in seguito all’interazione o fusione di galassie massicce.