Le aree coperte dall'iniziativa rappresentano oltre il 35% delle unità di conservazione dell'Amazzonia e contribuiscono direttamente agli obiettivi stabiliti dal Brasile negli impegni internazionali, quali la Convenzione Internazionale sulla diversità biologica (CBD), nel quale il paese si è posto l’obiettivo di proteggere il 30% dell'Amazzonia entro il 2020 (pari a 126 milioni di ettari).
Per Sarney Filho, "Dal momento che il Brasile ha oggi il più grande sistema di aree protette del pianeta, speriamo di superare i risultati attuali nei prossimi anni, consolidando il sistema di gestione delle aree protette dell’ARPA”.
I dati del sistema di monitoraggio sulla deforestazione legale in Amazzonia indicano che le aree protette sostenute dall'ARPA hanno tassi di deforestazione circa 2,3 volte inferiori rispetto alle unità di conservazione simili che non fanno parte del programma. L’efficacia del sistema si misura anche nel contributo alla lotta ai cambiamenti climatici: uno studio condotto l'Università federale del Minas Gerais (UFMG), tra il 2005 e il 2015, ha dimostrato l'efficacia delle aree protette dell'Amazzonia nella riduzione del 30,3 % della deforestazione totale nel bioma, fondamentali per evitare da 1,4 a 1,7 gigatonnellate di emissioni di CO2. Lo studio ha anche sottolineato che le aree protette supportate dal programma ARPA sono responsabili del 25 per cento di queste riduzioni. Numeri che contribuiscono agli impegni internazionali previsti dall'accordo di Parigi, che mira a limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali.
Le unità di conservazione sostenute dall'ARPA sono anche un modello di gestione: hanno avuto un aumento dell'efficienza gestionale del 17% nelle aree protette rispetto a quelle non supportate.
"I dati raccolti confermano che il livello di efficacia nelle aree protette al di fuori dell'ARPA è molto più basso: nelle unità di conservazione ARPA, l' efficacia di gestione è passata dal 45 al 62 per cento”, dice il Direttore esecutivo del WWF-Brasile Mauricio Voivodic, che conclude: “Una gestione più efficace significa ecosistemi più sani che, a loro volta, consentono a persone, piante e animali di avere un maggiore accesso all'acqua, al cibo e ad altri servizi ambientali”.