Novembre 2020



Mothers can pass on allergies to offspring while they are developing in the womb and that is one reason why babies exhibit allergies early in life, according to a Singapore preclinical study.

Findings from the research published 30 October in Science show that the key antibody, immunoglobulin E (IgE), responsible for triggering allergic reactions, can enter the foetus from the mother’s body through the placenta. Once inside the foetus, it binds with foetal mast cells which are immune cells responsible for causing allergic reactions, such as runny noses and asthma.
Globally, 10—30 per cent of the population is affected by allergies and this number continues to increase. The sensitisation rates for allergies in school children are close to 40—50 per cent, according to the World Allergy Organisation White Book on Allergy 2013 update.

“This is a previously unappreciated way that the mother's immune system can influence the offspring during development and after birth and it could possibly explain why some offspring develop an immune response the very first time they encounter an allergen, even when they have never been exposed before,” Ashley St. John, study co-author and immunologist at Duke-NUS Medical School, tells SciDev.Net.

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The DO-HEALTH study led by Zurich-based geriatrician Professor Heike Bischoff-Ferrari has examined the effects of simple measures on the health of healthy adults aged 70 or older. Initial analyses suggest that vitamin D, omega-3 fatty acids and strength-training exercises do not significantly improve bone health, leg function and memory. Nevertheless, certain groups of people could still benefit from these measures.

In 2030, one in three people in Europe will be over the age of 65, and all of these people will want to enjoy their old age and lead an active lifestyle. To be able to do so, however, it is crucial that people maintain their physical and mental health.

Pubblicato in Scienceonline

28/05 - 31/12/2020
Musei di Villa Torlonia,
Casino Nobile


Cinque episodi, in cui la lettura di alcuni stralci di un testo del 1842 ​ di Giuseppe Checchetelli ci restituiscono la storia del Casino Nobile, uno degli edifici più significativi presenti nella Villa.

Vivace e popolare giornalista, appassionato di cultura e poi di politica al tempo delle riforme di Pio IX e della Repubblica Romana, dirigente del partito unitario clandestino di Roma, Cecchetelli descrive con gusto e dovizia di particolari, il risultato degli ingenti lavori di rifacimento e abbellimento della Villa voluti dal Principe Alessandro Torlonia e affidati all’architetto Giovan Battista Caretti e alla sua cerchia di artisti collaboratori, fornendoci la migliore guida per uno sguardo colto e inedito sui lavori “magnifici” voluti da Alessandro Torlonia, a sua maggior gloria.

La lettura è introdotta da un breve commento del Funzionario Responsabile di Villa Torlonia, la dott.ssa Annapaola Agati.

 

Primo episodiohttps://www.youtube.com/watch?v=vJ7_Yvew1aU&feature=youtu.be

 

Secondo episodio : https://www.youtube.com/watch?v=P0MOgGqvS2k&feature=youtu.be

 

Terzo episodio : https://www.youtube.com/watch?v=8fXY9Y-4bQk

 

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Mid-range level of immune protein associated with lowest risk

 

Philadelphia, November 10, 2020 – The causes of autism spectrum disorder (ASD) – including genetic and environmental factors – are not entirely understood. Many studies have already shown that serious maternal infection during pregnancy is associated with increased risk for offspring in both people and animals. New research however, shows that the lowest risk for ASD is associated with mid-levels of an immune marker measured at birth – whereas too much or not enough were linked to increased risk.

The report from researchers at the Karolinska Institute in Sweden appears in Biological Psychiatry, published by Elsevier. The study hinges on the idea that the developing brain may be particularly vulnerable to disturbances in immune signaling and exposure to inflammation. “We studied a set of molecules called acute phase proteins that are part of the innate immune system, which is our first line of defense against infections and is always monitoring the body for signs of invasion,” said lead author Renee Gardner, PhD. “These molecules are circulating in our bloodstream all the time, but they can rise rapidly after exposure to infection.”

Pubblicato in Scienceonline
Martedì, 10 Novembre 2020 14:17

Giuseppe Palermo a tutto tondo

 

Continua il successo di Giuseppe Palermo dopo il vernissage della mostra d’arte contemporanea " Fermo immagine" a Maiori, in Costa d’Amalfi la scorsa estate. Torna infatti alla carica con la sua storica collezione delle "riggiole", le splendide mattonelle in ceramica maiolicate e decorate a mano dell'antica tradizione vietrese trasformate in coloratissimi oli su tela delle piu svariate dimensioni. Palermo, artista poliedrico, accosta a queste opere una nuova collezione, molto vicina al periodo che stiamo vivendo; propone, come si evince dal titolo dell'ultimo vernissage, dei veri e propri "Fermo immagine", dei fotogrammi di momenti della vita comune, flash delle nostre abitudini su cui non ci siamo mai soffermati perchè banali, ma che ora ci mancano, come ad esempio un abbraccio, un giro sull'altalena o una cena tra amici.

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Il cranio fossile di Paranthropus robustus rinvenuto a Drimolen fa ipotizzare che le condizioni ambientali influirono sul cambiamento

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution, è stato condotto da un team internazionale di ricercatori tra cui il professor Giovanni Boschian dell’Università di Pisa

 La scoperta di un nuovo cranio fossile di Paranthropus robustus di circa 2 milioni di anni fa, rinvenuto nel sito paleoantropologico di Drimolen, nella cosiddetta “Cradle of Humankind” presso Johannesburg (Sudafrica), ha portato nuova luce sui processi microevolutivi subiti dalla specie estinta di ominini, che visse probabilmente un periodo di rapido e turbolento cambiamento climatico. Lo studio è stato condotto da un gruppo internazionale di ricerca costituito da membri di University of Johannesburg, La Trobe University di Melbourne, Washington University-St. Louis e Università di Pisa, con la partecipazione di Giovanni Boschian, docente del dipartimento di Biologia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature Ecology & Evolution.

Pubblicato in Paleontologia


Lo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Autism dai ricercatori del Dipartimento di Psicologia di Sapienza Università di Roma, dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISTC), della Fondazione Santa Lucia IRCCS, di Harvard University e University of Cambridge, è un importante tassello per la ricostruzione del background genetico dell’autismo
Più di un terzo degli adulti autistici senza disabilità intellettiva sono prosopagnosici, ovvero hanno una difficoltà clinica nel riconoscere e memorizzare le altre persone dal loro volto, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Molecular Autism.

I ricercatori di Sapienza Università di Roma, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISTC), IRCCS Fondazione Santa Lucia, Harvard University e University of Cambridge, hanno stimato la prevalenza della prosopagnosia e le sue caratteristiche in un gruppo di 80 partecipanti autistici provenienti da Italia, Stati Uniti e Regno Unito ed un relativo gruppo di controllo di partecipanti neurotipici.

Pubblicato in Medicina

 


 

Il WWF: "Urgente ripensare i nostri modelli di produzione intensiva"

 

Si stima che siano ben 17 milioni i visoni che saranno abbattuti per contrastare l’epidemia di COVID-19: tanti sono gli animali attualmente allevati in Danimarca per la produzione di pellicce. I visoni, come i furetti, presentano infatti recettori di membrana molto simili a quelli umani e per questo sono come noi sensibili all’infezione da SARS-COV-2. Quando migliaia di individui sono racchiusi in spazi ristretti, come i visoni allevati, il virus circola più velocemente e aumenta la sua probabilità di mutazione, trasmettendo nuovi ceppi alla popolazione umana e rischiando di rendere inefficace il vaccino in fase di sviluppo. Per questo le autorità danesi hanno deciso di abbattere tutti i visoni allevati nel paese, il primo esportatore mondiale di pellicce di visone.

Si tratta però di una strage annunciata. Lo stesso era successo in occasione dei due più recenti episodi di influenza aviaria del 2003 e 2013, lo stesso per l’influenza suina del 2009. Animali sfruttati per la nostra alimentazione e tenuti in condizioni insostenibili e disumane, diventano focolaio di vecchie e nuove malattie zoonotiche (malattie trasmesse dagli animali all’uomo). Considerando inoltre che per produrre i foraggi degli allevamenti intensivi distruggiamo ecosistemi naturali, cruciali per il nostro benessere, stiamo creando il mix giusto per la tempesta perfetta.

Pubblicato in Ambiente


Lo studio di un femore fossile getta dubbi sull’ipotesi che sia stato il primo bipede


Con uno studio che ha riguardato un fossile di femore scoperto a luglio del 2001 in Chad, un team di ricercatori ha gettato dubbi sul Sahelanthropus tchadensis, una specie descritta come il primo ominino in base a evidenze morfologiche del cranio che sembravano indicare una locomozione bipede. Lo studio di questo femore a cui ha partecipato l’antropologo Damiano Marchi, professore al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, e coordinato dal professor Roberto Macchiarelli dell’Università di Poitiers in Francia, è stato pubblicato sul Journal of Human Evolution, la rivista di riferimento per la paleoantropologia.
“I risultati dell’analisi di morfologia funzionale effettuati sul femore di Sahelanthropus tchadensis e il confronto con altri fossili più o meno coevi suggeriscono che il femore TM 266 appartenga a un individuo che non era in grado di camminare abitualmente in maniera bipede – spiega il professor Marchi - Questo risultato dovrebbe essere tenuto in considerazione quando si cerca di capire la posizione di Sahelanthropus tchadensis rispetto agli altri fossili ominini”.

Pubblicato in Antropologia


Uno studio internazionale, coordinato dal Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin di Sapienza, identifica un nuovo gene capace di contrastare l’invasione dei patogeni fungini e in particolare di Botrytis cinerea, responsabile della muffa grigia in numerose specie vegetali tra le quali la vite, il pomodoro e la fragola. I risultati del lavoro, pubblicati sulla rivista Molecular Plant Pathology, aprono a nuove possibilità in ambito agronomico per lo sviluppo di varietà più resistenti senza l’uso di pesticidi pericolosi
Nel settore agronomico i patogeni delle piante rappresentano un grave problema in quanto causano ingenti perdite dei raccolti e in alcuni casi intossicano i cibi di origine vegetale secernendo micotossine potenzialmente pericolose anche per la salute dell’uomo.

Fra gli invasori più comuni e conosciuti vi è la botrite o anche detta la muffa grigia per la peluria cenerina che ricopre la superficie delle foglie facendole seccare e appassire rapidamente.

Per limitare i danni causati da questi patogeni, l’approccio maggiormente utilizzato è il trattamento estensivo con pesticidi, purtroppo con gravi conseguenze sull’inquinamento del suolo e delle falde acquifere. Una soluzione eco-compatibile sono le tecniche di manipolazione genetica mirate a ottenere una maggiore resistenza delle piante ai microbi ambientali, il cosiddetto miglioramento genetico, il cui limite applicativo consiste però nella scarsità di conoscenze sui geni che le piante sfruttano per attivare i meccanismi di difesa immunitaria.

Pubblicato in Genetica

 

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