Venerdì, 18 Giugno 2021


Condotta dal gruppo di lavoro coordinato dal prof. Livio Luzi, la ricerca ribadisce l’efficacia della tecnica di stimolazione neurale nel trattamento dei pazienti obesi e, scoperta inaspettata, ne rivela anche un’azione inibitoria della corteccia visiva, che porta a una riduzione dell’attenzione verso il cibo e della sua capacità attrattiva. Si apre così la strada a una nuova serie di studi, utili a comprendere come regolare l’alterato equilibrio tra fame e sazietà nell’uomo.
La stimolazione magnetica transcranica è ora utilizzata in via sperimentale presso l’IRCCS MultiMedica anche per trattare il diabete di tipo 2, spesso associato all’obesità: abbassa il livello di glicemia ed emoglobina glicosilata.
È stato da poco pubblicato sul Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases un nuovo lavoro, tutto italiano, che oltre a confermare l’efficacia della stimolazione magnetica transcranica (TMS) per il trattamento dell’obesità ne dimostra l’interessante, e in parte inatteso, meccanismo d’azione a livello cerebrale1. Lo studio è stato coordinato dal gruppo di ricerca guidato
dal professor Livio Luzi, Direttore del Dipartimento interpresidio di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche di MultiMedica e Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Milano, in
collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e con l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e il Gruppo San Donato.

Pubblicato in Medicina

 

Scienzaonline con sottotitolo Sciencenew  - Periodico
Autorizzazioni del Tribunale di Roma – diffusioni:
telematica quotidiana 229/2006 del 08/06/2006
mensile per mezzo stampa 293/2003 del 07/07/2003
Scienceonline, Autorizzazione del Tribunale di Roma 228/2006 del 29/05/06
Pubblicato a Roma – Via A. De Viti de Marco, 50 – Direttore Responsabile Guido Donati

Photo Gallery