Giovedì, 01 Febbraio 2018


Manipolare geneticamente le cellule del sistema immunitario per renderle capaci di riconoscere e attaccare il tumore. È quello che hanno fatto i medici e i ricercatori dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' di Roma con un bambino di 4 anni, affetto da leucemia linfoblastica acuta, refrattario alle terapie convenzionali. Si tratta del primo paziente italiano curato con questo approccio rivoluzionario all'interno di uno studio accademico, promosso dal Ministero della Salute, Regione Lazio e AIRC. Ad un mese dall'infusione delle cellule riprogrammate nei laboratori del Bambino Gesu', il piccolo paziente sta bene ed e' stato dimesso: nel midollo non sono piu' presenti cellule leucemiche". Cosi' in un comunicato l'Ospedale pediatrico Bambino Gesu'.

"La tecnica di manipolazione delle cellule del sistema immunitario del paziente- spiega la nota- rientra nell'ambito della cosiddetta terapia genica o immunoterapia, una delle strategie piu' innovative e promettenti nella ricerca contro il cancro. I medici e i ricercatori del Bambino Gesu' hanno prelevato i linfociti T del paziente- le cellule fondamentali della risposta immunitaria- e li hanno modificati geneticamente attraverso un recettore chimerico sintetizzato in laboratorio. Questo recettore, chiamato CAR (Chimeric Antigenic Receptor), potenzia i linfociti e li rende in grado- una volta reinfusi nel paziente- di riconoscere e attaccare le cellule tumorali presenti nel sangue e nel midollo, fino ad eliminarle completamente".

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