Venerdì, 12 Ottobre 2012
Venerdì, 12 Ottobre 2012 00:00

Il triste destino delle tribù Kayan

 

Nella Thailandia settentrionale, più precisamente nella provincia di Mae Hong Son, in prossimità del confine con la Birmania, vivono alcune tribù Kayan/Padaung di etnia Karenni.

Tali popolazioni sono conosciute come le tribù delle donne dal "lungo collo" o "donne giraffa".

I Kayan o Padaung sono gruppi originari della Birmania che, in seguito alla guerra scoppiata tra l'etnia Karen ed il regime militare birmano, durante gli anni '80, hanno lasciato le proprie terre per rifugiarsi nella vicina Thailandia. Una decisione sofferta per un popolo che faceva del lavoro dei campi la prima fonte di sostentamento ma resa necessaria dalle violazioni dei diritti umane perpetrate dal regime militare birmano attraverso metodi quali il lavoro forzato, gli spostamenti obbligatori e la tortura.

La peculiarità delle tribù Kayan, il lungo collo, è la conseguenza di una antichissima pratica svolta dalle donne di tale etnia. Questa pratica prevede che alcune bambine, quelle nate in giorni particolarmente propizi di luna crescente, dall'età di cinque anni inizino ad indossare degli anelli di una lega di ottone, argento ed oro. Questi anelli, posti ad ornamento del collo, aumentano in numero e spessore progressivamente con il passare degli anni tanto da determinare in età avanzata l'allungamento del collo che caratterizza la fisionomia delle donne Kayan.

 

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Venerdì, 12 Ottobre 2012 00:00

Il derby dello spread

 

Stesso momento, stessi contendenti, due competizioni molto differenti.

In questa calda estate 2012 i destini di Italia e Germania sembrano incrociarsi ripetutamente.

Da una parte infatti da giorni è in corso il confronto politico/finanziario in seno alle istituzioni comunitarie che vede in primo piano il Premier italiano Mario Monti e la Cancelliera tedesca Angela Merkel in merito alle misure che l'Europa è chiamata ad adottare per far fronte alla crisi economica del continente.

Dall'altra parte, nel corso del campionato europeo di calcio, si è disputata la partita  della semifinale tra la Nazionale di calcio allenata da Cesare Prandelli e gli uomini agli ordini del C.T. tedesco Joachim Low.

Nulla di strano, una semplice casualità dettata da un sorteggio. O almeno così dovrebbe essere considerata.

Anche perchè, come detto, i contendenti sono i medesimi ma ad essere molto differenti sono i "campi di gioco" e soprattutto le poste in palio.

Tutto normale, se non fosse per un'atteggiamento manifestato, in molte occasioni, da alcuni organi di informazione ed in particolare da alcuni canali televisivi nazionali per i quali il parallelo tra le due contese, quella politica e quella calcistica, tra Italia e Germania, è diventato un vero "tormentone", come avviene ogni estate per un motivetto orecchiabile facilmente assimilabile e spensieratamente canticchiabile anche dai non esperti di musica.

 

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Venerdì, 12 Ottobre 2012 00:00

Notte molto nera

 

A 30 anni dalle stragi di Sabra e Chatila la Casa della Memoria e della Storia di Roma, in collaborazione con Zétema Progetto Cultura e l'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune, propone una stimolante esposizione fotografica per ricordare uno dei più efferati crimini di guerra del conflitto mediorientale.

“Notte molto nera. Sabra e Chatila una memoria scomoda” è il titolo della mostra le cui immagini sono state scattate in Libano dalla fotografa ed antropologa Laura Cusano nel settembre del 2010 durante un viaggio al seguito del Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila, istituito nel 2000 per volontà del giornalista Stefano Chiarini.

Era il 1982, precisamente tra il 16 e 18 settembre, quando le falangi cristiane del governo libanese attaccarono i campi profughi palestinesi di Chatila e Sabra alla periferia di Beirut, territori posti sotto il controllo dell'esercito israeliano, uccidendo circa 3500 individui compresi donne e bambini. Nonostante tale atto sia stato riconosciuto dalla comunità internazionale quale “crimine di guerra”, ad oggi i responsabili diretti e coloro che diedero l'ordine di esecuzione non sono stati ancora processati.

L'intento della mostra è quello di sottrarre tale massacro all'oblio, rendere omaggio alla vittime ed ai familiari sopravvissuti ed offrire uno spunto di riflessione sulle condizioni attuali dei profughi palestinesi in Medioriente.

 

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