Un team internazionale guidato da ricercatori dell'Università di Zurigo, con la partecipazione dell’Università di Leichester e del NAOC di Beijing, ha sviluppato una nuova tecnica nella rilevazione di materia oscura nell’Universo. Il principale risultato dello studio conferma la presenza di un’enorme zona di materia oscura vicino al Sole. Ecco gli estremi dell’articolo: Silvia Garbari, Chao Liu, Justin I. Read, George Lake, A new determination of the local dark matter density from the kinematics of K dwarfs, “Monthly Notice of the Royal Astronomical Society”, 9 August, 2012.

La natura della materia oscura è ancora, per molti aspetti, un mistero: si tratta di una sostanza invisibile e misteriosa che può essere individuata solo indirettamente, grazie alla forza gravitazionale che essa esercita. Gli studi sugli ammassi di galassie condotti negli anni trenta da F. Zwicky e S. Smith ne hanno evidenziato per la prima volta l’esistenza. Un ammasso è un aggregato di molte galassie separato da grandi spazi vuoti: F. Zwicky e S. Smith hanno osservato che le velocità degli aggregati sono decisamente superiori a quelle previste per un sistema gravitazionale standard – intendendo con questo termine un sistema in cui la cui massa totale è identica a quella della materia visibile. L’esistenza di una materia non visibile (dunque oscura) rappresenta una larga percentuale della massa-energia totale dell’Universo (a seconda delle interpretazioni, questa massa oscilla tra il il 72% e il 90% circa).

 

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