Martedì, 31 Agosto 2021

 

Foglie e gambi di carciofo scartati al mercato ortofrutticolo di Rialto diventano prodotti innovativi per la salute e la bellezza dei capelli. Il passaggio dal mercato al parrucchiere è possibile grazie ai risultati di un progetto di ricerca di Ca' Foscari, finanziato dal Fondo sociale europeo tramite la Regione del Veneto e intitolato ‘HAIR: hair e agrifood innovare riciclando’.

Protagonista è un team di scienziate cafoscarine con alle spalle un brevetto sul rilascio ottimale di molecole attive e uno spinoff dedicato a una cosmesi ‘sostenibile’, a partire dalle materie prime. In questo caso, la fonte di molecole preziose è il carciofo, come quello di Sant’Erasmo, presidio SlowFood e vanto della laguna.

Le proprietà degli scarti
Durante le lavorazioni, il 60% del carciofo è, oggi, un rifiuto. Testa e brattee interne si mangiano, il resto sono foglie, gambo, brattee esterne da buttare. In laboratorio, però, lo scarto diventa risorsa. Con ultrasuoni o microonde vengono ottenuti estratti ricchi di sostanze polifenoliche e polisaccaridiche, poi liofilizzate e preparate con le tecniche avanzate sviluppate a Ca’ Foscari.

Le proprietà sono quelle note del carciofo: depurative, antiossidanti, diuretiche, antinfiammatorie, cardioprotettive, antitrombotiche.

Formulati per la cura dei capelli
I prodotti per la cura del capello testati durante il progetto hanno dimostrato che dare nuovo valore agli scarti di carciofo è possibile. Il capello ne trae giovamento: il formulato contrasta anche i radicali liberi. Il cuoio capelluto è delicatamente idratato.

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I ricercatori del Bambino Gesù hanno analizzato la letteratura scientifica sul rapporto tra alimentazione ed emicrania pediatrica smentendo alcuni falsi miti. La ricerca è stata pubblicata su Nutrients.
Circa il 10% della popolazione pediatrica soffre di emicrania. Tra i fattori scatenanti dell’attacco emicranico sono compresi anche quelli alimentari. Non esiste però una lista di alimenti vietati uguale per tutti. Solo la verifica nel singolo paziente di un rapporto fra l’assunzione di un dato alimento e la comparsa del mal di testa può far nascere questo sospetto. E’ la conclusione cui sono arrivati i ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che hanno esaminato la letteratura scientifica esistente in materia fino ad oggi e smentito alcuni falsi miti. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Nutrients.


L’EMICRANIA PEDIATRICA
L’emicrania pediatrica ha un’origine genetica. In circa il 5% dei bambini che ne soffrono si può sviluppare una forma cronica che ha un notevole impatto sulla qualità di vita in termini di perdita di giorni di scuola (nei casi più gravi anche di interi anni scolastici) e di sospensione delle attività ludiche, per esempio dell’attività sportiva. Sono molteplici i fattori che possono scatenare l’attacco di mal di testa oppure aumentarne la frequenza accentuandone la gravità. In età pediatrica sono molto importanti quelli di natura emotiva, come stress scolastico o ansia o depressione derivante da situazioni familiari. Sotto accusa anche alcuni alimenti.

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