Nuova luce sulla divisione cellulare nei tumori
Figura: orientamento del fuso mitotico in una cellula normale o in presenza di livelli alterati di Aurora-A o TPX2. Da “Polverino et al., 2020, Current Biology”. Created with BioRender.com.
Uno studio condotto dall' Istituto di biologia e patologia molecolari del Cnr e dall' Istituto europeo di oncologia approfondisce il coinvolgimento nel processo di iperproliferazione e disorganizzazione cellulare di due proteine presenti a livelli elevati nei tumori, la chinasi Aurora-A e il suo attivatore TPX2. Lo studio è pubblicato sulla rivista Current Biology.
La direzione della divisione di una cellula determina la posizione delle due cellule figlie, contribuendo a definirne il destino verso la proliferazione o il differenziamento. Il controllo dell’orientamento della divisione cellulare è quindi fondamentale nei processi di sviluppo, nell’organizzazione dei tessuti e nella loro omeostasi. Uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology dai gruppi di ricerca diretti da Giulia Guarguaglini dell’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibpm) di Roma e Marina Mapelli dell’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano, descrive e chiarisce il coinvolgimento in tale processo di due proteine, la chinasi Aurora-A e il suo attivatore TPX2, spesso presenti a livelli elevati nei tumori.
Vitamin D 25OH deficiency in COVID-19 patients admitted to a tertiary referral hospital
Abstract
Background & aims
Great interest has been raised by the possible protective role of vitamin D in coronavirus disease 2019 (COVID-19), but objective data on 25(OH)vitamin D deficiency in hospitalized COVID-19 patients are not conclusive.
The aim of this study was to determine the prevalence of 25(OH)vitamin D deficiency in COVID-19 patients admitted to an Italian referral hospital and explore its association with clinical outcomes and the markers of disease severity.
Methods
In this single-center cohort study, 129 consecutive adult COVID-19 patients hospitalized in an Italian referral center were enrolled from March to April 2020. 25(OH)Vitamin D serum levels were assessed 48 h since hospital admission and categorized into: normal (≥30 ng/mL), insufficient (<30 - ≥20 ng/mL), moderately deficient (<20 - ≥10 ng/mL), severely deficient (<10 ng/mL).
Results
The prevalence of 25(OH)vitamin D insufficiency, moderate deficiency and severe deficiency was 13.2%, 22.5% and 54.3%, respectively.
25(OH)Vitamin D deficiency (<20 ng/mL) was not associated with COVID-19 clinical features and outcomes. Unexpectedly, after adjusting for major confounders, a significant positive association between increasing 25(OH)vitamin D levels and in-hospital mortality (on a continuous logarithmic scale, odds ratio = 1.73 [95% CI, 1.11 to 2.69]; P = .016) was observed.
Conclusions
Very low 25(OH)vitamin D levels were highly prevalent and suggestive of deficiency among our hospitalized severe COVID-19 patients, but low 25(OH)vitamin D levels were not associated with outcome variables. Whether 25(OH)vitamin D adequacy may influence clinical outcomes in COVID-19 and the unexpected correlation between higher 25(OH)vitamin D levels and mortality require further investigations by large intervention trials.
Dai denti dell'Uomo di Altamura nuove informazioni sui Neanderthal
Una ricerca che ha visto la collaborazione della Sapienza e degli Atenei di Firenze e Pisa approfondisce la conoscenza del più completo scheletro di Neanderthal mai ritrovato. La difficile raggiungibilità del reperto nella grotta di Lamalunga ha richiesto l’uso di sonde videoscopiche e di un apparecchio a raggi X portatile. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista PLoS One.
La ricerca scientifica punta nuovamente i riflettori sull’Uomo di Altamura, il più completo scheletro di Neanderthal mai scoperto e uno fra i più antichi, risalente a circa 150mila anni fa.
Rinvenuto nel 1993 in Puglia, nelle profondità della grotta carsica di Lamalunga in Alta Murgia, è tuttora imprigionato nella roccia a diversi metri di profondità, coperto di incrostazioni calcaree che ne rendono difficile l’osservazione. L’eccezionale reperto, testimonianza di un uomo preistorico precipitato in un pozzo naturale dove morì di stenti, è di fondamentale importanza per i ricercatori. È stato oggetto di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) e autorizzato dalla competente Soprintendenza Archeologica, che ha permesso una serie di indagini scientifiche condotte negli ultimi anni (2017-2020), i cui risultati iniziano ora a essere pubblicati su riviste internazionali.
Bat cave solves mystery of deadly SARS virus — and suggests new outbreak could occur
Chinese scientists find all the genetic building blocks of SARS in a single population of horseshoe bats.
After a detective hunt across China, researchers chasing the origin of the deadly SARS virus have finally found their smoking gun. In a remote cave in Yunnan province, virologists have identified a single population of horseshoe bats that harbours virus strains with all the genetic building blocks of the one that jumped to humans in 2002, killing almost 800 people around the world.
The killer strain could easily have arisen from such a bat population, the researchers report in PLoS Pathogens1 on 30 November. They warn that the ingredients are in place for a similar disease to emerge again.
In late 2002, cases of a mystery pneumonia-like illness began occurring in Guangdong province, southeastern China. The disease, dubbed severe acute respiratory syndrome (SARS), triggered a global emergency as it spread around the world in 2003, infecting thousands of people.
Scientists identified the culprit as a strain of coronavirus and found genetically similar viruses in masked palm civets (Paguma larvata) sold in Guangdong’s animal markets. Later surveys revealed large numbers of SARS-related coronaviruses circulating in China’s horseshoe bats (Rhinolophus)2 — suggesting that the deadly strain probably originated in the bats, and later passed through civets before reaching humans. But crucial genes — for a protein that allows the virus to latch onto and infect cells — were different in the human and known bat versions of the virus, leaving room for doubt about this hypothesis.
SARS-CoV-2, come prevenire il contagio indoor
Mantenere il giusto grado di umidità e un adeguato ricambio d’aria evita la propagazione del virus negli ambienti al chiuso, specialmente dove il rischio è più alto, come ospedali e studi medici. Lo conferma uno studio internazionale condotto, tra gli altri, da ricercatori Cnr-Isac e pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.
È risaputo che il Sars-Cov-2 non si trasmette solo per contatto diretto, ma può diffondersi attraverso l’aria tramite “droplet”, le goccioline di saliva nebulizzata. “Sebbene il virus, di per sè, abbia dimensioni dell’ordine di un centinaio di nanometri (il diametro di un capello è di 50.000-180.000 nanometri), è verificato che una persona infetta, attraverso la respirazione, la vocalizzazione, la tosse, gli starnuti, può emettere un aerosol contenente potenzialmente il SARS-CoV-2”, spiega Francesca Costabile, ricercatrice dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac).
Uno studio pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health da Cnr-Isac, in collaborazione con il tedesco Leibniz Institute for Tropospheric Research, il CSIR-National Physical Laboratory indiano e il 2B Technologies- Boulder (USA), suggerisce opportune strategie di prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione aerea del virus.
Con il clima che cambia gravi i rischi per la salute e la sicurezza umana
Mentre il mondo affronta la seconda ondata di COVID-19, che trova le sue radici profonde nei nostri impatti sulla natura (come già anticipato nel report WWF “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi” e rilanciato dal recente report IPBES Escaping the ‘Era of Pandemics’) è sempre più chiaro come un’altra delle emergenze globali stia mettendo sempre più a rischio la nostra salute e la nostra stessa sicurezza: il cambiamento climatico.
Oggi come non mai siamo in grado di valutare quanto sia importante essere pronti ad affrontare le emergenze sanitarie globali. Proprio per questa ragione è necessario prevedere i rischi legati al cambiamento climatico in atto anche nelle politiche sanitarie nazionali. Proprio in questi giorni la rivista Scientific American ha lanciato un appello per l’istituzione di un Istituto Nazionale su Clima e Salute negli USA (We Need a National Institute of Climate Change and Health - Scientific American). Anche l’Europa e l’Italia devono prepararsi a impatti che non potremo più evitare, oltre che fare di tutto per evitare gli impatti peggiori.
Immunomodulatory effects of lactoferrin
Abstract
Lactoferrin (Lf) is an iron-binding glycoprotein of the transferrin family, which is expressed in most biological fluids with particularly high levels in mammalian milk. Its multiple activities lie in its capacity to bind iron and to interact with the molecular and cellular components of hosts and pathogens. Lf can bind and sequester lipopolysaccharides, thus preventing pro-inflammatory pathway activation, sepsis and tissue damages. Lf is also considered a cell-secreted mediator that bridges the innate and adaptive immune responses. In the recent years much has been learned about the mechanisms by which Lf exerts its activities. This review summarizes the recent advances in understanding the mechanisms underlying the multifunctional roles of Lf, and provides a future perspective on its potential prophylactic and therapeutic applications.
https://www.nature.com/articles/aps2013200
Bibliography:
- Niaz Bushra et al. Lactoferrin (LF): a natural antimicrobial protein
https://www.youtube.com/watch?v=GODBYRbPL00&feature=youtu.be
- Sreus A. G. et al.; COVID-19 during Pregnancy and Postpartum: Antiviral Spectrum of Maternal Lactoferrin in Fetal and Neonatal Defense; Journal of Dietary Supplements; 08 Nov 2020
- Universidad Peruana Cayetano Heredia; Lactoferrin for Prevention of COVID-19 in Health Care Workers
Microscopi di nuova generazione: il progetto CRIMSON rivoluzionerà lo studio dell'origine cellulare delle malattie
Coordinato dal Politecnico di Milano, il progetto è finanziato dall’Unione Europea con 5 milioni di Euro
Una svolta nella microscopia e nell'endoscopia rivoluzionerà presto lo studio dell'origine cellulare delle malattie, avanzando nel campo della medicina di precisione. Questo è l'obiettivo di CRIMSON, un progetto di ricerca transdisciplinare e transnazionale recentemente finanziato dalla Commissione Europea. Svilupperà un dispositivo di imaging biofotonico di prossima generazione per la ricerca biomedica, combinando tecniche laser avanzate con sofisticate analisi dati basate su algoritmi di intelligenza artificiale. Questo innovativo microscopio fornirà mappe tridimensionali quantitative di compartimenti subcellulari in cellule viventi e organoidi e consentirà una rapida classificazione dei tessuti con una sensibilità biomolecolare senza precedenti. L'elevata velocità di acquisizione consentirà di creare filmati in tempo reale sia dei processi intracellulari che delle dinamiche tra le varie cellule dei tessuti.
LINK IMMAGINI: https://we.tl/t-hgyanXngOR
Abruzzo, appello delle associazioni per il Parco Sirente Velino
Le Associazioni chiedono che le proprie istanze al Consiglio vengano ascoltate
Nella seduta della Seconda Commissione consiliare di giovedì 3 dicembre è prevista la discussione sulla proposta di legge “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini” approvata dalla Giunta con DGR n. 333C del 15/6/2020. La proposta prevede, oltre a una revisione dell’articolato della disciplina del Parco, anche la riduzione del perimetro dello stesso di circa 8000 ettari nel territorio soprattutto della Valle Subequana, ma anche sull’Altopiano delle Rocche.
Nei mesi scorsi un nutrito gruppo di Associazioni ha manifestato la propria contrarietà alla proposta ed è nata una grande movimentazione per chiedere alla Regione e al presidente Marco Marsilio di pensare a un vero rilancio dell’unico Parco regionale d’Abruzzo.
Le richieste vengono supportate da più parti, la petizione on line lanciata delle Associazioni ha superato le 86.000 firme (e il numero continua a crescere). La petizione è ancora aperta e può essere firmata a questo link >>
Roles of lactoferrin on skin wound healing
Abstract
Skin wound healing is a complex biological process that requires the regulation of different cell types, including immune cells, keratinocytes, fibroblasts, and endothelial cells. It consists of 5 stages: hemostasis, inflammation, granulation tissue formation, re-epithelialization, and wound remodeling. While inflammation is essential for successful wound healing, prolonged or excess inflammation can result in nonhealing chronic wounds. Lactoferrin, an iron-binding glycoprotein secreted from glandular epithelial cells into body fluids, promotes skin wound healing by enhancing the initial inflammatory phase.
Lactoferrin also exhibits anti-inflammatory activity that neutralizes overabundant immune response. Accumulating evidence suggests that lactoferrin directly promotes both the formation of granulation tissue and re-epithelialization. Lactoferrin stimulates the proliferation and migration of fibroblasts and keratinocytes and enhances the synthesis of extracellular matrix components, such as collagen and hyaluronan. In an in vitro model of wound contraction, lactoferrin promoted fibroblast-mediated collagen gel contraction. These observations indicate that lactoferrin supports multiple biological processes involved in wound healing.