La chiusura della centrale a carbone di La Spezia (600MWe) rappresenta una tappa importante per l’uscita dalla produzione elettrica a carbone del nostro Paese. Le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, insieme ad altre attività legate alla green economy –come dettagliato in uno studio commissionato dal WWF e svolto dall’ENEA nel 2016- possono e devo rappresentare una giusta transizione verso nuove occasioni di sviluppo sostenibile, più confacenti anche alla vocazione del territorio.
Il carbone è –presto dovremo poter dire “era”- il peggiore dei combustibili fossili, sia per il clima che per la salute e l’ambiente. Questo però non deve diventare un alibi per puntare sul gas, un combustibile che non consentirebbe di contrastare i cambiamenti climatici e che ci porterebbe lontani da quella transizione energetica che dovrà essere imperniata su fonti rinnovabili, efficienza energetica, sistemi di accumulo adeguati, reti intelligenti, trasporti efficienti, ecc. Proprio la nascita del Ministero della Transizione Ecologica deve rappresentare l’inizio di una nuova fase, in cui imprese, istituzioni, parti sociali e società civile possano identificare le strade migliori per partecipare da protagonisti all’economia decarbonizzata ed evitare il più possibile il lock-in in progetti e fonti del passato.